CAPITOLO 7 - Alex

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Era stanco e frustrato. Aveva una quantità di lavoro arretrato da far paura e non voleva scaricarlo su i suoi collaboratori, che invece erano in perfetto orario con la tabella di marcia. A innervosirlo ancora di più, come sempre, c'erano ancora quei dannati francesi che non gli avevano mandato il contratto firmato. Solitamente si sarebbe ripetuto mentalmente come un mantra che era venerdì, un ultimo piccolo sforzo e poi avrebbe potuto godere di un po' di relax, e invece oggi il pensiero lo faceva distrarre ulteriormente. Se oggi era venerdì voleva dire che domani sarebbe stato sabato, il giorno del suo matrimonio. Stava facendo la cosa giusta? Oppure era stata un'idea cretina? Sicuro che lo era, ma non poteva farsi venire ripensamenti proprio in quel momento. Un altro pensiero gli passò per la mente: se stavano venendo a lui dei dubbi chi gli assicurava che Marta non stesse pensando le stesse cose?

Marta.

Quella sera l'avrebbe riportata a casa e non aveva nessuna idea su quali argomenti tirar fuori per fare una conversazione quantomeno piacevole, non sopportava i silenzi imbarazzanti in macchina. Non sapeva niente di lei e oltretutto lo mandava in confusione, non aveva ancora capito come comportarsi quando se la ritrovava davanti. L'ultima volta che aveva dovuto far fronte alla sua insicurezza era ancora un ragazzino in pieni ormoni che ancora non sapeva como comportarsi quando doveva approcciarsi con qualcuno del sesso opposto.

<<Alessandro?>> Monica era sulla soglia della porta con una faccia che non prometteva nulla di buono.
<<Cosa è successo?>> Era troppo stanco per i giri di parole.
<<Hanno chiamato i francesi, vogliono fare una videoconferenza con te tra dieci minuti>>
<<Che palle! Perché non possono firmare e basta, senza rompere tanto i coglioni?>> Sbottò esausto. La sua assistente lo guardò con un sorriso comprensivo. Non lasciava quasi mai che il suo nervosismo influisse sulla sua professionalità, ma davanti a lui c'era Monica e le maschere con lei erano cadute da un pezzo.
<<Mi puoi portare tutta la documentazione?>>
<<Certo, torno subito>>

Guardò l'ora sullo schermo del suo computer. Non aveva nessuna speranza che la riunione finisse in mezz'ora. Prese il telefono aziendale e fece l'interno della reception.

<<Signor. Rinaldi posso esserle d'aiuto?>>
<<Marta>>
<<Sì, sono io. Cercava Catia?>>
<<No, cercavo te. Ho appena saputo di un impegno improvviso che mi farà fare tardi questa sera. Mi dispiace.>>
<<Ah, non si preoccupi. Il lavoro è più importante.>> Sì, eppure se avesse potuto avrebbe mandato a quel paese i francesi e fatto quello che si era ripromesso di fare.
<<Qualcuno ti può dare un passaggio?>>
<<Sicuramente lo troverò, non si preoccupi di questo.>>
<<Fammi sapere. D'accordo?>>
<<Certo, va bene>>

Alzò lo sguardo dal desktop, dove il signor Roux stava facendo nell'ennesima filippica, per osservare Marta che entrava nel suo ufficio. Rimase lì davanti alla porta un po' insicura, lo sguardo rivolto al suo computer forse in attesa che l'uomo dall'altra parte smettesse di parlare. Poteva mettersi comoda se era quello che aspettava.
Non appena Marta tornò a prestargli attenzione cercò con lo sguardo di farle la domanda che non poteva fare a voce: "Cosa succede?"
Con una sicurezza in netto contrasto con l'incertezza di prima, si avvicinò alla sua scrivania e allungò un braccio per afferrare una biro dal portapenne. Una volta certa di avere la sua attenzione indicò un foglio a caso sparso sul tavolo e poi fece nell'aria il gesto di scrivere, per fargli capire le sue intenzioni. Lui le passò il foglio nel momento in cui dall'altra parte l'uomo smetteva di parlare. Ed ecco che adesso era il momento della sua battuta.

Adorava il suo lavoro, ma clienti come quelli lo annoiavano terribilmente. Il signor Roux era uno di quegli uomini a cui importava solo sentirsi dire esattamente quello che volevano loro, nessuna variazione era consentita. Nella vita privata Alex avrebbe evitato persone così, ma a lavoro doveva farsene una ragione e sopportare.

Intanto che lui spiegava dettagli che si sarebbe potuto risparmiare se solo il suo cliente avesse letto il contratto che gli aveva mandato quella mattina, dove era tutto descritto in ogni particolare, Marta aveva finito di scrivere e gli aveva avvicinato il foglio. Non appena fu il momento dell'altro per porgergli l'ennesima domanda, lui si precipitò a leggere.

Tutto apposto per questa sera, ho trovato il passaggio.

Ti porta a casa Catia? Le scrisse prima di dover tornare da Roux.

No

Chi allora?

Vide il sopracciglio di lei alzarsi impercettibilmente quando lesse la frase e la penna fermarsi qualche secondo sul foglio prima di scrivere. Si chiese a cosa dovesse quella piccola esitazione. Pensava che non gli andasse bene il nome del suo accompagnatore? Improbabile, l'unico nome che non avrebbe accettato era quello di suo fratello. Forse, esattamente come lui in quel momento, si era chiesta che diritto avesse di chiederlo? Era sufficiente quello di futuro marito di un matrimonio di convenienza?

Davide

Davide dell'ufficio qualità. Lo conosceva, un ottimo dipendente.

Sei sicura di non volermi aspettare?

Sicuro, faccia pure con calma. Ci vediamo domani.

Se avessa saputo con quanta poca voglia avrebbe fatto con calma. Più calma di così si moriva e a lui mancava poco per morire dalla noia, giusto un'altra frase del suo cliente.


Finalmente a casa si tolse gli abiti eleganti e si mise la tuta con la quale dormiva. Decise che si meritava una serata di relax completo. Una volta arrivata la pizza che aveva ordinato scese giù nella sua tana. Aveva allestito il seminterrato come sala relax con un grande divano, in cui l'estetica era battuta mille volte dalla comodità, e un televisore da sessantacinque pollici in 8K di cui andava molto fiero. Prese una birra dal frigobar e avviò Netflix. Quella sera decise che avrebbe fatto una maratona di Narcos per poter finalmente concludere la serie e godersi quella sua ultima notte da single. Sapeva che per quanto il matrimonio fosse finto nelle intenzioni, nella realtà era un dato di fatto e la sua quotidianità avrebbe comunque dovuto pagarne le conseguenze. Non sapeva quali differenze ci sarebbero state tra il prima e il dopo , ma non era tanto scemo da pensare che non ce ne sarebbero state.

Qualche ora dopo guardò per l'ultima volta nello schermo la faccina blu che stava vicino all'immagine di Geralt. Un sorriso involontario gli sfuggì dalle labbra. Spinse sul telecomando il tasto di spegnimento e si diresse verso la sua camera da letto mettendo così fine al suo addio a celibato. 

Assolutamente SìWhere stories live. Discover now