Capitolo 37

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Harry's Pov.

"Hai sentito bene Harry, non voglio vederti mai più, devi sparire dalla mia vita"
Pronuncia questa frase ed il mondo crolla sotto i miei piedi.
Solo adesso mi rendo conto che, purtroppo l'ho persa davvero.
Ha ragione, devo sparire dalla sua vita, deve andare così.
Io non sono l'uomo che può renderla felice, non la amo, è vero. Perchè questo non é amore.
Ma la desidero così tanto.. è come se fossi attaccato a lei tramite delle catene.
La voglio tutta per me ma capisco che non é giusto volere una donna soltanto per il suo aspetto.
Natalia é attraente, anche troppo. È il mio punto debole, lei invece non ha bisogno di me, ha bisogno di amore.. quello che io non potrò mai darle.
Ma non riuscirei a vederla con un altro uomo, non ce la faccio. La voglio mia, perchè deve essere tutto così complicato?
Annuisco incapace di dire qualsiasi cosa, sono troppo ferito in questo momento, ma se dobbiamo dirci addio almeno facciamolo nel modo giusto.
Le sfioro il viso delicatamente, si irrigidisce subito, lo capisco. Non è più abituata al mio tocco e questo mi fa stare male, perchè vorrei essere solo io a sfiorarla.
Avvicino il mio viso al suo e lascio un bacio sulle sue labbra morbide, che in questo momento vorrei distruggere di baci e morsi.
Un bacio dolce, che mi ricorda i vecchi tempi in cui per lei questo bacio era tutto, la faceva sentire amata protetta.
Purtroppo per me era niente.
Un bacio che sa di addio.
Mi stacco e noto subito che una lacrima bagna la sua guancia, ha ancora gli occhi chiusi.
Non riesco ad assistere a tutto ciò, mi fa male sapere che sta male per causa mia perciò, me ne vado.

🌊🌊🌊

Uno schifo.
Ecco come mi sento, un totale schifo.
Come al solito non sono riuscito a combinare niente di buono nella mia vita di merda.
Il lavoro, i soldi ed il sesso adesso non valgono più un cazzo perchè non c'è più la sua figura a scaldare il mio letto.
Vorrei tornare indietro nel tempo e non commettere più lo stesso errore, quel giorno di tanti mesi fa non sarei mai dovuto andare a prendere mia figlia a scuola.
Quando l'ho vista era bellissima, aveva ancora i capelli neri e l'aria da ragazza ingenua, che poi non lo è mai stata.
Il suo profumo mi faceva impazzire, la volevo tutta mia e volevo solo lei.
Era come una sorta di sfida tra me stesso.
Mi rendo conto di quanto io abbia fatto schifo, tutte le brutte cose che le ho detto.. infondo erano vere.
Non l'ho mai amata, o non lo so. Non credo.
Non mi ricordo più cosa sia l'amore, ma ero affezionato a lei.
Adesso invece sento un terribile vuoto dentro al petto, sento lo stomaco farmi male, ma non capisco perchè.
Non penso di amarla, l'avrei capito subito.
La mia è solo possessività.

Natalia's Pov.

"Natalia, sbrigati, quel tavolo aspetta" mi rimprovera per la millesima volta Stacy.
Prendo subito il vassoio con l'ordine e corro al tavolo che sta aspettando.
Per fortuna non ho ancora fatto nessun danno.
Ritorno al bancone e faccio un respiro profondo, devo calmarmi.
Lego i miei capelli in una coda alta, mi hanno rotto il cazzo e sono troppo lunghi.
Quel bacio non ha significato niente e quella lacrima che ho versato era per rabbia.
"Va tutto bene? Sei pallida" Stacy mi guarda attentamente, ha capito che c'è qualcosa di strano in me oggi.
"Sto bene" mento.
Oggi a lavoro sembra esserci il doppio della gente di ieri, è tutto pieno e ci sono addirittura clienti che aspettano fuori.
A quanto ho capito le ragazze faranno uno spettacolo speciale, dedicato all'arrivo del natale.
Manca così poco ed io probabilmente lo passerò da sola.
Ma non importa, non me ne frega un cazzo.
Aaron si avvicina e non ho bisogno di guardarlo perchè sento i suoi occhi addosso, cercano di leggermi l'anima.
Non abbiamo più parlato ed è meglio così, io non ho niente da dirgli.
Continua a guardarmi e sento un grande fastidio, ma che vuole?
Improvvisamente Stacy mi salva da questa situazione, dandomi l'ennesimo drink da consegnare.
Non ne posso più.
Percorro tutto il tragitto, al tavolo siede un uomo molto anziano, sembra un professore.
Indossa uno smoking, è vestito troppo elegante per venire in un bar del genere.
Sono quasi arrivata ma dato che niente sembra funzionare nella mia vita, scivolo per colpa di un fazzoletto e cado a terra sbattendo il culo.
Voglio morire, uccidetemi.
Il bicchiere ovviamente si è rotto, ma io dico sto coglione non poteva sedersi in un tavolo più vicino? No, ovviamente no.
Sento delle risatine ma me ne frego, alzo leggermente la testa e trovo l'uomo intento a fissarmi.
Mi tende la mano e quasi mi commuovo per questo gesto così gentile, allora qualcuno di umano c'è qui dentro.
"Dovresti stare più attenta" mormora con voce dura.
"Mi scusi, le porto subito un altro drink" mi abbasso e raccolgo tutto ciò che ho rotto, pulisco e ritorno da lui con un nuovo bicchiere e per fortuna stavolta non scivolo.
"Grazie"
"Buona continuazione"
Ritorno al bancone, nel frattempo Stacy e Aaron hanno assistito a tutta la scena, Stacy non fa altro che ridere ed Aaron non ha ancora detto una parola, mi guarda e basta.
"Devi stare attenta" dice lei, tra una risata e l'altra.
La guardo male, "Vaffanculo"
Poggio i gomiti sul bancone e mi ritrovo a fissare il vuoto.
I miei due colleghi si accorgono di ciò ed interrompono la mia meditazione.
"Sei sicura che sia tutto ok?" inarca un sopracciglio Stacy guardandomi.
Sospiro, poi scuoto la testa "Per niente"
"Che succede?" chiede curiosa, posso davvero fidarmi di queste persone?
"Il mio ex" non aggiungo altro, spero si sia capito.
Mi fa stranissimo pronunciare questa parola, ex,
"Oh... mi dispiace, vedrai che passerà" wow, proprio d'aiuto.
"È già passata ma lui non si arrende"
Dopo secondi di silenzio, interviene Aaron.
"Se non si arrende significa che gli dai motivo per non farlo" stronzo.
Lo guardo male, "Scusami?"
"Hai capito benissimo, se tu gli avessi detto chiaramente che è finita a quest'ora non ti romperebbe le palle, ma sicuramente fai qualcosa per fargli credere che ancora potete stare insieme"
Sono sconvolta, è davvero cosi? Assolutamente no.
"Senti idiota perchè non chiudi la bocca? Non sai un cazzo" sbotto.
Ma come si permette? Non conosce la storia e crede di poter dare conclusioni affrettate.
"Spiega allora" sorride, prendendosi gioco di me.
"Io non devo spiegare un cazzo, soprattutto a te"
liquido entrambi, percorro il lungo corridoio a passo svelto ed entro nel mio camerino, sbattendo la porta.




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