Capitolo 46

1K 29 1
                                    

Mi guarda, mentre io ho ancora la fronte corrucciata per via della sua presenza, totalmente inaspettata.
"Allora?" cerco di far parlare la persona che ho davanti ma non sembra intenzionata ad avere un dialogo.
Si alza dal divano e cammina lentamente verso di me mentre uno strano sorrisetto spunta sul suo volto, è inquietante.
"È un po' che non ti fai vedere" alzo gli occhi al cielo, adesso ricomincerà come sempre con il suo solito monologo di tre ore.
"Lo so" rispondo, "Non ho più bisogno di farmi vedere" ed è così.
Gli scappa una risata, "Oh davvero? Dov'è tua madre? Mi farebbe piacere salutarla"
Spalanco gli occhi, "Senti razza di idio-"
"Risparmia gli insulti" mi interrompe, "Devi pagarmi, lo sai" inizia a perlustrare tutta la casa con gli occhi.
Se ne deve andare, non può restare qui, non deve vederlo nessuno.
"Io non ti devo un bel niente" mi armo di coraggio.
Si gira di scatto verso di me, un'espressione furiosa contorna il suo viso.
In un millesimo di secondo mi sbatte al muro, facendomi molto male.
Applica una leggera pressione al collo, non mi fa male ma provoca davvero un grande fastidio.
"Ascoltami ragazzina, mi sa che non hai capito come funzionano le cose, sono io che comando e se ti dico una cosa tu la fai, ci siamo capiti?" stringe ancora di più facendomi gemere dal dolore.
"O ti sei forse dimenticata quando venivi da me, strisciando come un verme, per avere altra roba con cui sballarti?"
"Figlio di putt-" non riesco a terminare la frase, comincio a sentire troppo dolore e il respiro farsi sempre più basso.
"Shh, non sforzarti"
Finalmente mi libera dalla sua presa, "Ci si vede piccola" mi lascia un bacio sulla guancia, sono piegata in due e sto riprendendo fiato.
Abbandona la mia abitazione e finalmente posso lasciarmi andare alla disperazione.
Un improvvisa rabbia si impossessa del mio corpo, sento il bisogno di spaccare tutto.
Butto giù tutto quello che c'è sopra il tavolo, il vaso con i fiori cade a terra e si frantuma in mille pezzi.
Mi avvicino al tavolino e ribalto anche quello, che essendo in vetro si distrugge, il posacenere che c'era sopra si rompe facendo cadere a terra tutto lo schifo che ho fumato qualche giorno fa e che non ho pulito.
Cammino a passo svelto e mi ritrovo all'ingresso, afferro con forza l'appendiabiti e lo butto giù.
Tiro un pugno al muro che ho davanti, provo un dolore lancinante ma passa in secondo piano, dalle nocche fuoriesce del sangue, alzo lo sguardo e vedo che ce n'è un po' anche nel muro.
Mi fermo un attimo per osservare il disastro che ho combinato, è meglio se mi calmo.
Faccio dei piccoli respiri profondi, ho le mani che tremano.
Proprio mentre sto per andare in camera mia il citofono suona, chi può mai essere a quest'ora?

Chiunque sia non posso farlo entrare, non con la casa in queste condizioni, penserà sicuramente che sono una pazza e forse è anche vero.
Decido di ignorare il citofono ma la persona che sta suonando sembra intenzionata a rompermi le palle e le orecchie.
Apro la porta e chi trovo davanti a me? Proprio l'ultima persona che speravo di vedere. Harry.
"Hey, tutto bene..?" tentenna un po' guardandomi attentamente, in questo momento sicuramente sembro una disperata.
"Si, che ci fai qui?" ormai venire a casa mia è diventata un abitudine.
"Sono venuto a trovarti, ero in zona e volevo farti una sorpresa" alza il braccio e noto che ha una busta in mano.
Che ci faceva in zona a quest'ora?
Sorrido comunque, é stato un pensiero carino.
"Cosa mi hai portato?" mi appoggio allo stipite della porta.
"Gelato!" esclama entusiasta, lo sembra più di me.
"Allora.. mi fai entrare?"
Improvvisamente mi ricordo del casino che ho combinato, devo trovare un modo per mandarlo via anche se mi dispiace.
È venuto qui per niente ed ha pure speso dei soldi per comprarmi il gelato.
"Harry..." non so come dirglielo, se lo invitassi a mangiarlo fuori?
No, che razza di idea stupida.
Cerca di entrare ma lo blocco, non può vedere casa mia in questo stato, cosa penserà?
"Natalia che succede? C'è qualcuno?" mormora, iniziando a preoccuparsi.
Non rispondo, mi mordo il labbro e lancio uno sguardo veloce dietro di me.
"Natalia fammi entrare" lo guardo indecisa su cosa fare, ed alla fine mi sposto.
Varca la soglia e già dall'entrata si possono notare le prime cose rotte.
Si gira per guardarmi ma tengo gli occhi bassi, anche se percepisco comunque il suo sguardo addosso.
Mi vergogno.
"Ma che cazzo è successo?" posa il gelato per terra ed attende una mia risposta, io però non so che fare o dire, non posso dire la verità.
"È venuto qualcuno? Sei ferita?" si avvicina frettoloso a me, controllando le parti scoperte del mio corpo per vedere se ho lividi o graffi.
Scuoto il capo, "No.." rispondo con un filo di voce.
"E allora? Chi è stato?"
Alzo lo sguardo, siamo vicinissimi e riesco quasi a sentire il battito del suo cuore.
"Sono stata io" ammetto, corruga la fronte, è confuso.
"Ma.. perchè?" chiede giustamente, nessuna persona sana di mente farebbe ciò che ho fatto io, o forse si?
"È una storia lunga" e non credo di essere pronta per raccontargliela.
È una parte della mia vita che non conosce nessuno, né mia madre e nemmeno Allison.
Mi fido di Harry ma forse non capirebbe, forse mi giudicherebbe.
"Ed io ho tutto il tempo di questo mondo" prende le mie mani e le stringe forte.




Mi trovate su tiktok: ragazzaasenzaanima ❤️

Best friend's daddy. ||H.S.||Where stories live. Discover now