⚡️O n e ⚡️

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Due mesi dopo

GRACE

Mi sveglio dopo l'ennesimo incubo. Nella mia vita ho salvato decine di persone, ma non sono riuscita a salvare i miei genitori. Sono arrivata troppo tardi, avrei voluto avere la super velocità di quel misterioso ragazzo che non riesco più a togliere dalla mia testa.

Mio zio Tony, fratello di mia madre, ha preso la mia custodia dopo la morte dei miei genitori e ora vivo con lui e mia zia Pepper alla Stark Tower. Non sapevo che mio zio fosse un Avengers e che avrei vissuto con loro: mia madre non mi aveva mai parlato di Iron Man e tanto meno che il suo cognome era Stark. Per tutto questo tempo, però, non ne ho incontrato neanche uno, perché è talmente grande questa torre che ci sono dieci cucine diverse, una cinquantina di camere da letto, decine di salotti enormi e più di quindici laboratori e centri di addestramento. Mi sono persa più di una volta qua dentro. Oggi, comunque, inizierò a lavorare con loro e sono un po' emozionata.

Mi passo una mano sulla fronte, prima di alzarmi dal letto dato che ormai è già mattina.
Esco dalla mia camera e raggiungo la cucina per fare colazione. Mio zio mi ha dato una delle suite della torre e ne sono molto lusingata.

Stropicciandomi gli occhi, preparo il caffè con uno sbadiglio. Ogni volta che chiudo gli occhi, mi vengono in mente i visi dei miei genitori e non riesco mai a dormire bene. Mi siedo su uno sgabello, bevendo il caffè quando un rumore mi fa voltare. Resto scioccata nel vedere una striscia blu passarmi accanto, prima di materializzarsi in un ragazzo. Mi rendo conto che è lo stesso ragazzo che mi ha salvato la vita due mesi fa e a cui ho restituito il favore, anche se lui non lo sa.

Il ragazzo mi rivolge uno sguardo. «Ciao.» mi saluta, sorridendo.

«C-Ciao.» lo saluto, balbettando timidamente.

Il ragazzo sorride compiaciuto, prima di avvicinarsi a me.

«Io sono Pietro, comunque.» si presenta, tendendomi una mano che stringo pochi istanti dopo.

«Grace, piacere.»

Fa per dire qualcos'altro ma lo interrompo. «Se te lo stai chiedendo, sono la nipote di Tony Stark.»

«Mi hai tolto letteralmente le parole di bocca, piccolo fiore selvatico.»

Alzo di scatto lo sguardo quando pronuncia le ultime tre parole. Mi ha riconosciuto.

«Come hai-»

«Oltre al fatto che non sei cambiata per niente? Hai un poster in camera tua con il testo della canzone che stavi ascoltando quel giorno.» mi interrompe.

«Giusto.»

Regna per un attimo il silenzio più totale. Non pensavo di rivederlo dopo quel giorno sinceramente, ma sono contenta di ciò.

Arrossisco in tremendo imbarazzo notando il suo sguardo addosso. Purtroppo sono molto timida e insicura quando sto con una persona di cui sono attratta perché sì, non si può dire che non sia un bel ragazzo.

«E tu invece che cosa ci fai qui?» trovo il coraggio di chiedergli.

«Io? Oh, sono diventato un Avengers, è sempre stato uno dei miei sogni fare qualcosa di utile per le persone.»

«Ah, okay. Sono contenta per te!» gli sorrido ma lui rimane serio.

«In realtà non sarei qui se le cose fossero andate diversamente.» si fa improvvisamente triste il ragazzo, mentre un brutto ricordo gli passa per la mente.

𝙒𝙞𝙡𝙙𝙛𝙡𝙤𝙬𝙚𝙧  ❃ 𝙋𝙞𝙚𝙩𝙧𝙤 𝙈𝙖𝙭𝙞𝙢𝙤𝙛𝙛 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora