𝐗𝐕 ー 𝐁𝐎𝐂𝐂𝐎𝐍𝐄 𝐀𝐌𝐀𝐑𝐎

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C'era un motivo se Jimin sentiva il bisogno di far capire ai suoi amici, alle persone importanti per lui, che ci tenesse davvero a loro, che si preoccupava per loro; perché per un bel pò aveva provato sulla sua pelle la sensazione di essere impossibile da amare e di non avere nessuno che si prendesse il peso di renderlo felice.

Gli faceva male il petto al ricordare i suoi tristi pensieri di quando era ancora alle superiori ed era sicuro che fosse una priorità trovare qualcuno che lo completasse, quando invece non lo è affatto.

Ed è per questo che quella notte fredda, si preparò per bene applicando ombretto scuro e un velo di mascara sugli occhi e s'allisciò i vestiti sgualciti che aveva sistemato nell'armadio e con il telefono all'orecchio chiamò Taehyung che quindici minuti prima gli aveva mandato quel messaggio, causa della sua paranoia.

Jimin, Yoongi qui al Black Out non c'è.

Jimin era uscito fuori di testa, Yoongi gli stava dicendo una bugia? E perché mai? Voleva passare un intero weekend senza di lui? Se Yoongi gliel'avesse detto senza girarci intorno a quel modo lo avrebbe accettato di corsa, ma quelle bugie, quei messaggi, facevano credere a Jimin che tutto quello fosse solo la punta dell'iceberg e che Yoongi gli stesse nascondendo qualcosa di vitale importanza.

Si chiuse la porta di casa alle spalle mentre un brivido di freddo gli solleticò la spina dorsale, cocciuto com'era aveva deciso di mettersi un crop top bianco a giro maniche e sopra il solito bomber nero, stava gelando ma ormai era tardi per tornare in casa e cambiarsi, doveva trovare Yoongi.

Taehyung rispose al quarto squillo.

<<Okay lo dico non mi fido di quello che mi ha scritto Yoongi nel messaggio, sto venendo al Black Out>>

Taehyung rimase in silenzio per qualche istante, Jimin riusciva a sentire solo il suono della musica ovattata e un brusio che ricordava il soffio del vento.

<<Ok io e Jungkook siamo fuori al locale. Sicuro di star bene?>>

<<Starò bene quando Yoongi mi spiegherà cosa diavolo sta succedendo>> e terminò la chiamata.

<<Zio Jimin? Perché piangi?>>

Jimin sbarrò gli occhi e sollevò la testa, non si era nemmeno reso conto di aver iniziato a piangere quando s'era messo a raccontare di quella notte disastrosa.

Jimin si asciugò le lacrime con il dorso della mano e uccise un singhiozzo che minacciava di sgusciare fuori dalla gola.

Sorrise per rassicurare i bambini <<Divento un pò triste quando racconto questa storiaー>>

<<Ma finisce bene, vero papà?>> Mingi teneva le mani strette attorno alla sua tazza ricolma di latte caldo e guardava Jimin con occhi pieni di aspettativa e Jimin, col cuore in gola, annuì.

<<Ma certo che finisce bene tesoro>>

Finisce bene perchè ho avuto te.

Jimin stava iniziando a percepire un fastidioso pizzichio agli stinchi talmente che stava camminando veloce per arrivare nella zona dove si trovava il "Black Out", nelle orecchie risuanava la musica ovattata che aveva sentito mentre parlava al telefono con Taehyung e il rumore dei clacson delle auto accanto al marciapiede dove stava camminando.

Finalmente arrivò alla strada giusta, non appena mise piede nel viale venne investito da luci ai led dai colori più disparati, un gran numero di locali notturni si trovava lì, le insegne sbrilluccicanti si erano tatuate nelle palpebre di Jimin che non faceva altro di vedere chiazze colorate alternate a picchi di musica ad alto volume.

𝐐𝐔𝐄𝐈 𝐁𝐑𝐀𝐕𝐈 𝐑𝐀𝐆𝐀𝐙𝐙𝐈 [M.Yg, P.Jm]Where stories live. Discover now