𝐗𝐈𝐕 ー 𝐋𝐀 𝐋𝐔𝐍𝐀 𝐍𝐎𝐍 𝐂𝐔𝐒𝐓𝐎𝐃𝐈𝐒𝐂𝐄 𝐋𝐄 𝐓𝐔𝐄 𝐁𝐔𝐆𝐈𝐄

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Jimin rimase in spiaggia tutto il giorno, non mangiò nemmeno e tornò a casa che il sole era già tramontato, ma comunque i suoi genitori non erano ancora tornati.

Trovò un altro post-it, stavolta era appiccicato sul frigorifero, una macchietta verde fluorescente sul metallo, lo lesse.

Ciao amore, sono mamma, siamo tornati a casa e tu non c'eri e ho notato che non hai mangiato niente... io e papà siamo andati a cena fuori, non aspettarci, ordina qualcosa okay?
Ti vogliamo bene!


Jimin sbuffò ma comunque non riuscì a trattenere un sorriso, non uscivano spessissimo a causa del lavoro, non poteva biasimarli se cercavano di trarre il meglio dal loro unico giorno libero, però comunque gli avrebbe fatto piacere se l'avessero incluso.

<<È ok, vi perdono>> borbottò lasciando il post-it sul tavolo, filò in salotto dove si abbandonò a peso morto sul divano e accese la televisione, in tutte quelle ore aveva cercato di rintracciare Yoongi, ma il ragazzo non aveva risposto alle chiamate e non aveva letto i messaggi pur avendoli ricevuti.

<<Ho capito, mi sta evitando>> affermò Jimin con voce tremante perché c'erano un centinaio di pensieri che gli vorticavano nel cervello e non sapeva se era meglio star a sentire alle sue preoccupazioni o se era meglio crearsi ipotesi senza capo ne coda.

L'unica cosa di cui era certo era che la mattina dopo si sarebbe svegliato con un gran mal di testa.

Jimin fece zapping col telecomando e cercò un canale con un programma decente, alla fine lasciò su Arirang che stava trasmettendo "Pops in Seoul".

Erano mesi che non trasmettevano più quel programma, gli sembrò strano, vederlo adesso.

<<Bah>> mormorò, prese un cuscino e se lo mise sotto alla testa poggiando anche un braccio al di sotto per stare più comodo.
Sbattè le palpebre e si maledì per non aver mangiato niente nell'intero arco della giornata, decise di seguire il consiglio del post-it, ordinare cibo d'asporto.

Dato che non gli andava di mangiare cibo coreano decise di ordinare cinese, il tizio all'altro capo del telefono gli disse che la sua cena sarebbe arrivata in una mezz'oretta, Jimin ringraziò ed antrambi misero giù.

Non appena Jimin posò il cellulare sul tavolino da caffè davanti al divano, questo emise un suono, segno che gli era appena arrivato un messaggio.

Jimin balzò in avanti e afferrò con mani tremanti il cellulare e lo sbloccò, si sentì il cuore in gola e una morsa che gli stringeva le budella.

Minie scusa se non ho risposto alle chiamate o ai messaggi ma avevo da fare oggi. Ora sono al Black Out con i miei amici, ti chiamo io domani.
Buonanotte

Yoongi si era finalmente degnato di farsi sentire o almeno di aver dato segni di vita, Jimin sorrise quando lesse il nomignolo che gli aveva affibbiato ma lo zucchero che sentiva sulla lingua venne velocemente sostituito da un'onda di acidità quando si rese conto che Yoongi gli aveva mandato quel messaggio solo per essere sicuro che Jimin non lo chiamasse più.

Gli aveva letteralmente scritto di non rompergli le scatole e di non chiamarlo ulteriormente, non era ciò che aveva letto, ma Jimin sapeva leggere tra le righe o, forse, aveva sempre paura di far qualcosa di sbagliato.

Sbuffò e nel mentre che decideva se era meglio rispondere al messaggio di Yoongi o no gli venne in mente che quella stessa sera Taehyung era uscito con un certo Jungkook per andare a ballare proprio nello stesso locale che gli aveva scritto Yoongi nel messaggio, il "Black Out".

Irrequieto il ragazzo afferrò il cellulare e compose il numero del suo migliore amico e aspettò due squilli prima di sentire la sua voce, parzialmente coperta dalla musica.

<<Pronto? Jimin?>>

<<Che bello quando ti rispondo alle chiamateー>>

<<Eh? Ma di che stai parlando
Jimin?>> quello scosse la testa anche se Taehyung non poteva vederlo, <<Storia lunga, mica ti disturbo
Tae?>>

<<Fammi un riassunto allora, comunque no, Kook è andato a prendere da bere, dimmi tutto>> Jimin sospirò.

<<Ok senti, è da stamattina che Yoongi mi evita, non risponde ai messaggi e alle chiamate e poco fa mi ha scritto che non si era fatto sentire tutto il giorno perché aveva da fare e ha aggiunto che è con gli amici al "Black Out"ー>>

<<Jimin...>>

<<Tae ascoltami, io ho un brutto presentimento, quindi perfavore potresti fare una cosa per me?>> supplicò con voce piccola.

<<So già che non mi piacerà, va' avanti>>

Jimin sbuffò una risatina <<Devi cercare Yoongi, voglio sapere se è veramente lì>>

Ci furono attimi di silenzio scanditi dalla musica assordante del locale, poi Jimin udì una nuova voce, Jungkook <<Tae che succede? Hai una faccia...>>

Fantastico.

<<Tae non voglio rovinare il tuo appuntamentoー>>

<<Non rovini niente Jimin, io e Kook lo cercheremo e ti farò sapere dopo, va bene?>> Jimin annuì.

<<Va bene, grazie Tae. Ti voglio bene>>

<<Ti voglio bene anch'io>> e terminò la chiamata.

Jimin si abbandonò stremato sul divano una seconda volta come se avesse corso una maratona ma non ebbe tempo di riprendersi completamente perchè suonarono al companello e Jimin si precipitò alla porta per ritirare la sua gustosa cena.

Pagò il fattorino e gli lasciò la mancia, quello se ne andò con un sorrisetto sulle labbra, contento di aver ricevuto tale compenso.

Jimin ordinò le varie scatolette sul tavolino da caffè e impugnate le bacchette si gustò la sua meritata cena e si riempì lo stomaco dolorante mentre guardava "Pops in Seoul".

Si addormentò con la ciotola di spaghetti di soia con maiale in una mano e le bacchette in un altra e non sentì il telefono suonare per l'arrivo di un messaggio.

Jimin, Yoongi qui al Black Out non c'è.






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PUAHAHAHHAHSHS
GUAI IN VISTAAAAAA
Mi diverto troppo giuro!
Andate a leggere il prologo della mia nuova storia,
"MIDNIGHT CURSES"
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Ily♡

𝐐𝐔𝐄𝐈 𝐁𝐑𝐀𝐕𝐈 𝐑𝐀𝐆𝐀𝐙𝐙𝐈 [M.Yg, P.Jm]Where stories live. Discover now