𝐗𝐕𝐈 ー 𝐈𝐌𝐏𝐑𝐄𝐒𝐒𝐎 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐈𝐍𝐂𝐇𝐈𝐎𝐒𝐓𝐑𝐎

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Jimin trascorse la Domenica nella sua stanza, con una foto sgualcita di lui e Yoongi stretta al petto mentre si dondolava avanti e indietro sul letto fino a sentir dolore alla schiena e alle gambe.

Quando sua madre entrò in stanza per chiamarlo per la cena rimase sullo stipite della porta ad osservare il disordine che faceva da padrone e fissò il figlio, rannicchiato con le ginocchia al petto con le guance umide e una smorfia di dolore dipinta in faccia.

Si sedette al suo fianco e passò una mano tra i suoi capelli per ordinarli, <<Non so cosa è successo ma, ti va di parlarne?>>

Jimin scosse la testa, <<Non sarò capace di parlarne per un pò>> annuì, ecco, i signori Park non sapevano che Jimin si fosse fidanzato, il loro unico figlio era un ragazzo silenzioso e tranquillo, che teneva molte cose per sè, ma non perchè non si fidasse dei suoi genitori ma perchè semplicemente all'epoca considerava tutte le cose belle che gli succedevano, ad esempio Yoongi, come piccole fette del suo paradiso personale e le teneva gelosamente per sè, ciò che è importante lo devi custodire con cura.
Sua madre gli baciò la fronte e rammentò che avrebbe lasciato un pò di zuppa e riso per lui.

Tanto non aveva fame comunque.

Il lunedì mattina arrivò prepotentemente e senza alcuna pietà, i raggi di sole di quella giornata lo tirarono giù dal letto e costrinsero il giovane ragazzo a mettere su una sorta di muraglia protettiva, per non dover necessariamente affrontare il dispiacere e il dolore che in quella giornata avrebbe fatto da padrone.

Gli sembrò che fossero passati più di due giorni dalla sua rottura con Yoongi e ciò che lo fece rimanere più male fu che alcuni studenti lo guardassero con occhi liquidi di dispiacere, di certo non necessitava della loro pietà e si sentì a disagio nel constatare che gran parte della scuola aveva preso i posti in prima fila al suo spettacolo del dolore, scenografia e trama a cura di Min Yoongi.

Taehyung e Jungkook lo aspettavano al suo armadietto, Tae gli sorrise non appena lo vide e il più piccolo lo abbracciò, Jimin si lasciò stringere dalle braccia muscolose di Jungkook e si sentì felice per Tae, perché quel ragazzino sembrava proprio una bella persona e il suo amico meritava solo cose belle.

<<Sono felice che tu non abbia marinato la scuola>> gli disse Tae dandogli una pacca sulla spalla, Jimin accennò un sorriso, <<Se pure l'avessi fatto, non avevo dove andare>>

In quella spiaggia non ci tornerò mai.

Il sorriso di Jungkook vacillò, tenne stretta la mano di Jimin e quellò si impegnò ad aprire l'armadietto con una mano sola, non appena tirò a sé lo sportello vide un pezzettino di carta arrotolato svolazzare fuori fino ad adagiarsi sul pavimento piastrellato.

Jimin si abbassò per prenderlo, Jungkook gli lasciò la mano e Jimin srotolò il pezzo di carta accuratamente mentre sentiva il cuore pompare sangue e nella sua testa iniziò a suonare la sirena dall'arme.

Ti aspetto dopo scuola nel parcheggio, andiamo a fare un giro in macchina dato che ti piacciono tanto, se vuoi puoi guidare tu.
Dammi l'opportunità di spiegare Jimin, ti prego.


Con amore, Yoongi.



<<È da parte sua?>> Jimin non rispose,  rimase impassibile mentre gli tremavano le mani e il fiato si faceva corto e il suo cuore pieno di cerotti e punti di sutura arrancava per farlo restare in piedi, Jimin si voltò di scatto a destra e a sinistra, convinto che lo avrebbe visto, che l'avrebbe guardato negli occhi per chiedergli:

"Ancora? Vuoi ferirmi ancora di più? Non ti è bastato ciò che mi hai già fatto?"

Jimin sospirò e si ficcò il bigliettino in tasca, <<Si, è da parte sua>> disse distaccato, chiuse l'armadietto con un colpo secco e si diresse meccanicamente verso l'aula per la prima ora, Taehyung e Jungkook lo guardarono perplessi.

𝐐𝐔𝐄𝐈 𝐁𝐑𝐀𝐕𝐈 𝐑𝐀𝐆𝐀𝐙𝐙𝐈 [M.Yg, P.Jm]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora