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EMMA

Confesso che prima di imbarcarmi, avevo ricontrollato più e più volte la mia magica lista del devasto, alternando momenti di profondo orgoglio per la quantità di informazioni raccolte a momenti invece di totale euforia, certa che non appena avremmo messo piede sull'isola, ogni punto avrebbe dato i suoi frutti.

Ma come ben si sa, ogni barca ha sempre una falla nascosta, piccola e assai infame, capace di far affondare non soltanto la tua imbarcazione, ma anche le tue certezze.

E la mia risponde al nome di Niccolò Antinori.

Il suddetto toscano infatti, piuttosto che affidarsi alle informazioni raccolte dalla sottoscritta, ma soprattutto fornite da Katerina, ha preferito farci girare tutti i negozi adibiti a noleggio mezzi, lasciando per ultimo quello suggerito dalla giovane greca, adducendo come scusa che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.

Se ci fossimo trovati una situazione normale, molto probabilmente lo avrei ribaltato già dopo il secondo negozio, ma viste le modalità con cui mi sono presentata ad Ema e Gio, ho preferito sorvolare, rimanendo invece quieta e momentaneamente pacifica.

Anche se questo mio atteggiamento ha portato a girare per mezza isola, sotto il sole e a stomaco assolutamente vuoto.
Tanto che quando finalmente arriviamo di fronte al fantomatico posto, ci manca davvero poco che io mi commuova dalla gioia.
Ho i piedi che pulsano, la pancia che borbotta senza pietà e una sete assurda, per non parlare poi del fatto che sono sudata come se avessi corso per due ore e tutto per colpa sua.
Lui, al contrario mio, sembra appena uscito dalla doccia e per nulla affaticato.
Anzi, a differenza mia e di Ema, che sembriamo due Terranova spiaggiati mentre ci riposiamo all'ombra, lui non sembra essere per nulla toccato dalla temperatura eccessiva.

Mannaggia a lui.

<< Allora amichetti, se vi siete ripresi, io entrerei a vedere i motorini.>>

A parlare è ovviamente Nico, a cui, invece di rispondere, mi limito a fare un cenno di assenso, al contrario di Ceci che sprizza gioia da tutti i pori, molto probabilmente grazie alla
caffeina in eccesso assunta nelle ultime ore e al fatto che non si è ancora fermata da quando siamo atterrate.

Prima di abbandonare la mia postazione, mi volto qualche istante verso Ema, il quale si limita a lanciare parecchi sguardi infuocati verso il suo migliore amico, aggiungendo poi anche svariati borbottii in toscano, scatenando così le mie risate e anche quelle di Bea.

Una volta entrata nel negozio, vengo immediatamente colpita dalla differenza di temperatura, grazie all'aria condizionata sparata a livelli estremi e proprio per questa ragione assai gradita. Guardandomi intorno, rimango stupita dalle dimensioni assai ridotte del negozio, tanto che a un certo punto vengo colta dal dubbio se sia effettivamente quello giusto, dato che di motorini non c'è neanche l'ombra, ma quando vedo spuntare due ragazzi da una piccola porta dietro al bancone, scaccio via i miei dubbi e cerco al contempo di assumere la mia migliore faccia amichevole nonostante le condizioni.

Nel momento esatto in cui i due ragazzi voltano lo sguardo e il primo incrocia il mio, ci manca davvero poco che non mi strozzi con la mia stessa saliva.

Perché il suddetto non è bello e neanche figo.

È sublime, se non di più.

Alto almeno due spanne più di me, ha un fisico muscoloso ma non eccessivo, i capelli scuri e gli occhi della medesima tonalità, per non parlare poi della mascella pronunciata e quell'accenno di barba non fatta che gli conferisce un'aria davvero intrigante.
Se aggiungiamo poi che ha un cappellino da skater con la visiera all'indietro e un gigantesco tatuaggio sul bicipite, il quadro è completo.

VAMONOS !Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin