Are you stupid woman?

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"Ok, che ti serve?", dico entrando in camera di Chiara.

Prima che io e Liz uscissimo stamattina mi ha detto che voleva il mio aiuto per qualcosa; allora erano solo le sette quindi non ha saputo specificarmi bene che cosa fosse quel qualcosa. Appena sveglia meglio non farle fare discorsi complessi; é pericoloso, può anche mordere...

Sono tornata solo adesso da lezione.
É quasi ora di pranzo percui, qualunque cosa sia, temo andrà a finire a dopo.
Se ripenso a tutto quello che é successo stamattina mi ritrovo a sorridere come una scema. Il momento più bello é stato sicuramente quel frullato con Jason. C'era una connessione tra di noi ed é impossibile negarlo; siamo stati lì, noi due, da soli e il tempo sembra essere volato. Non so cosa sta succedendo tra di noi ma una cosa é certa: non avrei voluto andarmene; se non fosse stato per la lezione sarei rimasta a parlare con lui.

Come al solito mi sono persa nei miei pensieri ed ecco che Chiara richiama la mia attenzione lanciandomi un occhiataccia. Ah giusto, mi stava spiegando cosa dovevo fare per lei: "scusa amore, ricomincia", mi scuso mettendomi seduta sul letto vicino a lei. Per un attimo giurerei di aver visto un sorrisino malizioso sulle sue labbra. La guardo confusa e lei ritorna subito seria; "bo, me lo sarò immaginato", penso.

"béh allora...abbiamo una sorta di test domani e serviranno conoscenze che riguardano la matematica e... - inizia a parlare ma la blocco io - e tu non le hai, giusto?", dico prendendola in giro. Mi fa una faccia schifata, come a dirmi 'come osi' ma poi annuisce rilassandosi; sa che ho ragione.
Ho sempre ragione.
"tranquilla ti aiuto io...andiamo a mangiare adesso però!", dico alzandomi e offrendole la mia mano. La prende e mi sorride dolcemente: "ti amo".
"ti amo anche iooo", le urlo trascinandola fuori dalla sua camera.

Entriamo in cucina e ci sediamo ai nostri posti. Poco dopo arriva Luca e si lava le mani per poi salutarci tutte con un bacio sulla guancia e sedersi vicino a me.
"ma non dovevi prendere il pane?", gli chiedo subito.
In un attimo la sua espressione cambia: spalanca gli occhi e si mette una mano davanti alla bocca.
Ecco, lo sapevo; Luca che si ricorda qualcosa é come me che non urlo per un ape: impossibile.

Rido alla sua faccia e gli faccio una carezza: "non fa niente tranquillo".
"complimenti amore, é ottimo!", dico poi prendendo un boccone e facendo 'ok' con la mano a Liz che ha cucinato.

"mmh, assolutamente d'accordo, bravissima!", dice Chiara pulendosi la bocca sporca di sugo con il tovagliolo. Annuisce anche Angela; troppo impegnata a mangiare per parlare: é davvero buona. Siamo fortunati ad avere una cuoca così brava con noi. Onestamente se avessi dovuto cucinare io avremo avuto deliveroo ogni giorno perché non c'é modo in cui riesca a fare qualcosa di commestibile. Non sono capace di fare niente, e ne abbiamo già avuto la prova: qualche sera fa stavo per dare fuoco all'appartamento perché ho dimenticavo delle crepes sul fornello...

"com'è andata fin' ora la giornata, piselle?", ci chiede il nostro amico rivolgendosi a tutte.
Inizia a parlare Angela.
É incredibile; é qui da una settimana e già ha avvincenti storie su come odi una delle sue professoresse. Ma che devo dire? Non mi stupisce affatto. Detto tra noi: chi é che non le sta sul cazzo?
"si ma amore...la conosci da poco, dalle un po' di tempo..", prova a dirle Liz ma, evidentemente, con poca convinzione; sa già che é inutile. Angela non cambierà idea; é molto fiscale con i professori: o li ama o li odia.
Poi la vedo sbadigliare e la guardo preoccupata: é strano che Angela abbia sonno a quest'ora; in genere dorme sempre tantissimo.
"non hai dormito stanotte?", le chiedo dolcemente.
"no, ho visto fino alle due 'la casa di carta' - dice sbadigliando ancora - tu dormivi tanto bene". Ah, non mi sono accorta di niente; sucuramente aveva le cuffiette, ecco perché.
"oddio sei già arrivata a quando Nairobi...", inizia Luca ma viene fermato subito. "no porco ***, non provare a spoilerare" - urla Angela tappandosi le orecchie e guardandolo male - sto solo alla seconda stagione...se mi dici qualcosa ti castro!".
Luca si mette a ridere e alza le mani in segno di resa; povero, lo maltrattano sempre.
"scusa!"

"oggi siamo molto amichevoli vedo", ride Chiara prendendola in giro mentre si sporge per prendere un altro mestolo di penne.
"ho il ciclo...porca troia", mormora in sua difesa appoggiando la testa sulla sua spalla.

Diciamo che tra noi femmine, ad avere il ciclo, Angela é la peggiore. Io parlo seriamente, e per esperienza personale: Angela con il ciclo non si augura.
Già é irascibile di suo; sarà un miracolo se tra una settimana saremo ancora tutti vivi. È così ogni giorno: o ti ama e ti coccola, o ti odia e ti uccide.
Con quattro femmine isteriche ne basta una col ciclo che per Luca é la fine. Onestamente mi dispiace per lui: non sopporto nemmeno me stessa quando ho il ciclo; non vorrei mai essere nei suoi panni. Ormoni e rotture di coglioni uguale noi. Peace and love.

Piano piano finiamo di mangiare. Sono molto entusiasta quando finalmente posso dir loro del lavoro. Posso capire che sono genuinamente contenti solo guardandoli: i sorrisi che sono spuntati sui loro visi sono la cosa più bella che abbia mai visto. Sono così felice nel vedere che loro mi sostengono in questo modo. Si vede benissimo che non fingono: sanno che é importante per me e ne sono felici. Yeyy!

Ora però mi aspetta un altro tipo di lavoro, moolto più faticoso a mio avviso di ogni altro possibile ed immaginabile.
"allora...sei pronta?", dico a Chiara una volta finito di sparecchiare.
"si, certo...fammi andare a prendere il libro", mi risponde andando verso la porta. La vedo sparire nel corridoio;
"sarà un luungo pomeriggio", penso.

Più tardi...
"capito? é semplice Chiara!", esclamo cominciando ad innervosirmi.
Non ne posso più; ormai sono due ore che gli rispiego le stesse cose e continua a non volerle capire.
"no, non riesco a capire!", mi urla lei.
Mio Dio la strozzo...
"sono calcoli semplici, se non riesci a seguirmi qui, come farai con quelli più difficili?", dico mettendomi una mano sulla fronte.
Ma chi me lo ha fatto fare?
Chiara e la matematica: due mondi paralleli.

"che state facendo?" dice Angela entrando in cucina. Va verso il frigorifero e prende un brick di succo e si attacca senza prendere in bicchiere.
"bene, non prenderò più quel succo!", penso.
"matematica... - sussurro - mi scoppia la testa", aggiungo poi passandomi una mano tra i capelli.
"a te scoppia? La mia é fusa!", esclama la mia amica reggendosi la testa.
"dai, fate una pausa sennò finirete come mia mamma", dice sedendosi al tavolo.
"tua mamma?", chiediamo in coro io e Chiara.
"si...una volta stava aiutando mio fratello a fare i compiti - dice prendendo un altro sorso - lui continuava a scrivere 'tpo' invece che 'topo'...e alla fine ha cominciato a bestemmiare", dice scuotendo la testa.
Io e Chiara ci guardiamo e ci lasciamo andare ad una risata: "ecco da chi hai preso".

Sono le quattro: magari ha senso fermarsi un po'; non posso negare che ho fame.
Tralasciando che ho sempre fame...
Mi alzo e prendo dal freezer uno di quei gelati preconfezionati alla penna e cioccolato e ne tiro uno ciascuno anche alle altre due che mi guardano con occhi languidi da cucciolo.
Sono le solite: "golosone", dico sorridendo.

"hey, ragazze io esco...", dice Liz venendo in cucina vestita di tutto punto.
"mmh, ma dove vai di bello?", chiede Chiara facendo una vocina prevertita.
"da quella tizia del supermercato vero?", rido io dandole corda usando la stessa vocina. Liz si gira verso di me e si mi fulmina con lo sguardo.
Cazzo é vero, non sapevano niente loro...
"vado a camminare un po' ", dice infilandosi il giubbetto.
"ma di che parla?", chiede Angela con la bocca piena di gelato.
"i-" , provo a dire.
"sta' zitta! Giuro che, se dici qualcosa, ti uccido testa di culo!", mi urla prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
"vigliacca" le urlo.

Ecco...adesso dovrò sorbirmi il terzo grado da queste due.
"parla!", dice Chiara minacciandomi col suo gelato.
Ah, non succederà; ci tengo alla nostra amicizia (e alla mia faccia).
"dai su Chiara, te lo dirà...adesso dobbiamo fare matematica... - dico riaprendo il libro - dobbiamo fare miracoli qui...mettiamoci a lavoro".
Sembra l'abbia convinta: mi fa una linguaccia e si rimette a fare esercizi.
Angela si alza e torna in camera lasciandoci ai nostri scleri.
"non vi uccidete", ci saluta.

"ti prego dimmi che adesso é chiaro!", dico io dopo la quarta volta che le faccio vedere un esercizio.
"no, sono io Chiara" e mi fa l'occhiolino aspettando che capisca la sua battuta a dir poco penosa.
Sono scioccata: "no, ma io ti meno...", dico prendendo un quaderno e tirandoglielo. "no...oh ma che fai, torta al cioccolato?", mi urla ridendo.
"torta al cioccolato?", chiedo alzando un sopracciglio non capendo; da dove viene fuori questo soprannone adesso?
"si...non é la cosa più dolce che ti abbiano mai detto?", mi dice sorridendo come un'ebete.
No vabbé...
Mi alzo e le strappo il quaderno di prima delle mani e comincio a colpirla.
Mi farà impazzire.

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