CAPITOLO 28

239 29 27
                                    

Namjoon

«Hai capito cosa intendo? Viviamo in una società che si lascia facilmente abbindolare dalla bellezza: con questo mio bel faccino avrei potuto aspirare ad un qualsiasi tipo di carriera, qualcosa di più prestigioso di un fottutissimo bar per universitari. Quanto posso essere stupido?», si lamentò ancora Seokjin.

«Già, che vita di stenti», ripeté distrattamente Namjoon.

«Sì, l'hai già detto».

Il barista si stava dilungando in quel discorso da ore, ma l'altro ragazzo ne aveva ascoltato solo metà.

Doveva smetterla di essere così apprensivo col prossimo; eppure, come diceva lo stesso Seokjin, era nella sua natura e non poteva farci nulla, e proprio per questo in quel momento non riusciva a dargli le giuste attenzioni.

«Nam?», lo richiamò il ragazzo fissandolo a braccia conserte.

«Mh?».

«Non mi stai ascoltando». E il motivo per il quale se n'era accorto era che Namjoon non era mai stato abile nel dissimulare la scarsa attenzione, perché era sempre stato un bravo ascoltatore, e il fatto che non lo guardasse nemmeno negli occhi era un segno evidente che con la testa fosse altrove.

«Sì, ti sto ascoltando», mentì lui.

«A cosa stai pensando?».

Alzò piano lo sguardo e incontrò quello indagatore di Seokjin, trovandosi in difficoltà.

«A niente», rispose semplicemente.

«Non farmelo ripetere, per piacere».

Era totalmente impossibile nascondergli i propri pensieri, ormai ci aveva fatto l'abitudine.

«Namjoon, guardami negli occhi». E così non poté più ribattere.

Si ripulì gli occhiali con la manica della felpa e li indossò leggermente storti sul naso, al che Seokjin li raddrizzò subito.

«Grazie», sussurrò Namjoon; inspirò profondamente e si decise a sputare il rospo: «Tu sai che mi preoccupo continuamente per gli altri, giusto?».

«Sì, ho imparato a conoscere questo tuo lato», rispose il barista sorridente.

«E sai anche che Yoongi è una persona silenziosa».

Ancora una volta il ragazzo annuì.

Il più piccolo continuò: «Tuttavia in questo periodo lo vedo più silenzioso del solito e non ascolta mai ciò che gli dico perché ha la testa altrove; quello che mi preme sapere è dove sono diretti questi suoi continui pensieri».

«Magari potresti chiederglielo?».

«Ho paura di farlo arrabbiare…».

Seokjin sbuffò e replicò: «E allora? Siete amici da tanto tempo, il minimo che tu possa fare è proprio interessarti ai suoi problemi e aiutarlo».

Aveva ragione… come sempre. Namjoon trovava raramente persone con cui se la intendesse, ma con lui ci era riuscito eccome.

«Magari è solo una tua impressione, ma almeno così Yoongi si sentirà meno solo e saprà di poter contare sul suo migliore amico», aggiunse, accarezzandogli il braccio per confortarlo.

Il ragazzo annuì d'accordo e poggiò i gomiti sul tavolo, congiungendo le mani e abbandonando la testa su di esse.

Erano giorni che si dannava per quell'idiota del suo migliore amico ed era bastata una chiacchierata di un minuto con Seokjin per risolvere il problema… certe volte si sarebbe preso a sberle da solo.

Moon's Serendipity ~ YoonminWhere stories live. Discover now