CAPITOLO 36

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Jimin

Non c'era un motivo logico e razionale dietro i suoi atteggiamenti ambigui - a tratti provocanti - nei confronti di Yoongi. Ci aveva riflettuto su diverse volte e l'unica spiegazione plausibile sembrava essere la sua semplice e pura persona: quando si trattava di Min Yoongi qualsiasi cosa diveniva proibita, anche la più innocente. E stuzzicarlo gli piaceva da morire.

Ma non era questo... stavolta Jimin si era avvicinato fin troppo ed era finito con l'oltrepassare limiti che in altre circostanze non avrebbe definito tali. Allora perché Yoongi l'aveva frainteso in quel modo?

La sua unica intenzione era quella di rassicurarlo e dirgli: "Smettila di denigrarti in questo modo. Se ti dico che sei bello è così e basta".

Ebbene perché percepiva il cuore del suo hyung battere così forte? E perché questi gli aveva accarezzato il collo in quel modo così dolce?

Noi ci stavamo per...

Ciononostante in cuor suo Jimin sapeva che non sarebbe mai successo, nemmeno quando aveva visto l'altro mordersi il labbro e chiudere gli occhi. Lui non avrebbe voluto, e sperò che fosse stata l'intimità del momento a far nascere quel desiderio nel cuore di Yoongi (e anche nel suo, ma questo non lo avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso).

Magari si stava sbagliando: non si stavano per baciare e l'amico aveva chiuso gli occhi con le mani sul suo corpo solo perché stava per prenderlo a parole e doveva appoggiarsi a qualcosa per calmarsi. Sì, era così, era solo frutto della sua immaginazione...

Jimin era così stanco... e triste. Enormemente triste, fragile, esaurito (non depresso, non sarebbe stata quella la parola giusta). Era stanco di parlare, di sentire... stava letteralmente per esplodere.

Quando era triste il ricordo di sua nonna si faceva strada nella sua mente: erano passati tanti anni, ma gli mancava da morire.

Tornò in camera con le gocce di sudore che gli colavano sulla fronte, malgrado si fosse appena fatto la doccia.

Bussò alla porta e subito gli venne ad aprire Taehyung, già in pigiama e pantofole. Questi gli rivolse un sorriso enigmatico e, precipitandosi nuovamente all'interno, esclamò: «Eccoti! Ci hai messo un'eternità, guarda che per colpa tua e di Yoongi abbiamo perso il pranzo e abbiamo dovuto comprare i tramezzini al supermerca- Chim, che succede?».

Jimin si chiuse la porta alle spalle e scosse la testa, strofinandosi gli occhi. «Nulla, sono stanco», disse, e non era una bugia.

«Ci conosciamo dai tempi delle medie e hai il coraggio di mentirmi?». Taehyung era sempre stato così: bravo a leggere tra le righe e, con le buone o con le cattive, ad estorcerti qualsiasi pensiero o parola.

Ma il ragazzo scosse semplicemente la testa e andò a scavare nella busta della spesa alla ricerca di qualcosa da mangiare, trovandoci i tramezzini con tonno e maionese che tanto adorava.

«Visto? Sei sempre nei miei pensieri», fece il suo migliore amico, sedendosi sul letto.

Stettero in silenzio per quindici minuti buoni, Jimin intento a divorare il suo pranzo e l'altro ragazzo a scrivere messaggi - o a sfogliare il catalogo online della nuova collezione di Bershka, una delle due opzioni insomma. Seokjin e Jeongguk, a detta di Taehyung, erano fuori a fare i turisti insieme ad Hoseok e Namjoon.

«E tu come mai non sei in giro a scattare foto?», gli domandò il ragazzo, dopo aver finito il tramezzino.

«Pensavo di farlo domattina: c'è più luce e se riesco mi piacerebbe fotografare l'alba», rispose l'altro.

Jimin si limitò ad annuire, per poi stendersi sul letto e tornare in silenzio.

Stava per chiudere gli occhi, nella speranza di mettere a tacere i suoi pensieri, quando la voce di Taehyung gli giunse alle orecchie ancora una volta: «Allora facciamo così: io ti racconto cos'è successo prima nella doccia con Gukie, poi tu mi spieghi perché Min Yoongi ti stava toccando il culo».

Moon's Serendipity ~ YoonminWhere stories live. Discover now