CAPITOLO 32

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Jimin

Lo zio di Hoseok, a detta del nipote, era un essere mitologico: non si faceva vedere né sentire, nemmeno ai pranzi di Natale o ai compleanni dei parenti (basti pensare al fatto che da quello del ragazzo erano passati circa tre mesi e solo adesso se n'era ricordato), dunque non venne a salutarli e ad augurar loro un buon soggiorno.

Jimin si guardò attorno, trovando l'edificio piuttosto vetusto e la tenuta dell'ambiente interno “poco professionale”: le tende di un tessuto scadente, i mobili impolverati e un piccolo bar a cui mancava persino il cassiere.

Ma chi era lui per giudicare? L'importante era stare tutti insieme e rilassarsi, e sperò che fosse lo stesso anche per gli altri; in particolar modo per Yoongi, che da quando erano arrivati a destinazione non aveva fatto altro che guardare fuori dalla finestra e torturarsi le dita. Jimin, che in quel momento avrebbe ricondotto a se stesso persino la causa della fame nel mondo, sperò di non essere lui il motivo del suo nervosismo.

Che cazzo mi è venuto in mente di fare nel treno?

«Buonasera, abbiamo una prenotazione a nome Jung», annunciò Hoseok alla receptionist, con una certa fierezza nel tono di voce.

La signorina, una certa Betty a quanto diceva la targhetta sulla sua maglia (probabilmente un soprannome), controllò sul registro elettronico una lista di quelli che dovevano essere gli ospiti dell'alloggio, per poi confermare: «Oh, lei deve essere il nipote del signor Jung». Il ragazzo annuì in risposta, mostrando un radioso sorriso.

Betty si mise a cercare tra le chiavi negli armadietti appesi al muro, ne prese due mazzi e glieli consegnò, spiegando che le camere a disposizione erano solamente due: una tripla e una quadrupla.

«Penso che dormirò nella hall», si lamentò Yoongi sedendosi sulla valigia.

«Io voglio dormire con Gukie!», disse invece Taehyung, che ricevette in risposta dal soggetto interessato un sonoro sbuffo e un categorico “no”.

«Non esiste, tu durante la notte ti azzecchi come una cozza, e fa caldo», aggiunse lui.

Jimin se ne stette in silenzio, lasciando intendere il fatto che gli andasse bene un qualunque compagno di stanza; Namjoon, invece, era visibilmente preoccupato e pronto a dormire per terra laddove ce ne fosse stato bisogno.

«Dai, Gukie, ti prometto che me ne starò buono e discreto in un angolino del letto», continuò Taehyung imperterrito.

«Tu non sai nemmeno cosa vuol dire discreto», replicò Jeongguk.

«Ma-».

«Per l'amor del cielo, volete fare silenzio, per cortesia?», esclamò Seokjin esasperato, al che tutti smisero di parlare. Si schiarì la voce e disse: «Faremo un sorteggio, così nessuno potrà ribattere. E no, Yoongi, non puoi dormire sul divano della hall, altrimenti Betty si arrabbierà. Non è vero, Betty?».

La ragazza annuì, trattenendo una risata. Beh, come biasimarla: il circo era appena arrivato in città.

«Benissimo, qualcuno ha obiezioni? No? Perfetto, possiamo andare avanti. Betty, potresti darmi carta e penna, per cortesia?».

***

«Io spero che tu stia scherzando, hyung», disse Namjoon, fermamente in disaccordo con la divisione delle stanze.

«È stata Betty a pescare, non io», si giustificò Seokjin.

«Okay, ma... in camera con Hoseok? Io, Hoseok e Yoongi?».

«Scusa, ma voi tre non dovreste essere migliori amici?».

«Sì, e proprio per questo so che non è una buona idea».

Moon's Serendipity ~ YoonminDonde viven las historias. Descúbrelo ahora