Capitolo 5

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"Are you okay?" mi domanda alle spalle, ormai riconosco le loro voci, due in particolare, cioè quelle di coloro con cui ho conversato maggiormente. Mi sono per un attimo appoggiata al davanzale della finestra, il fatto è che ho ricevuto un SMS dal numero telefonico dal quale mio padre mi ha chiamata ieri e no, non l'ha inviato lui, ma la sua Daniela: "Carlo voleva prendere un biglietto aereo per Seul" mi ha scritto, "io l'ho fermato perchè so che non ne saresti stata contenta", cos'è il suo, un tentativo di starmi simpatica? Come mio padre, anche Danielina ha provato ad instaurare un rapporto con me ma le ho sempre negato questa possibilità anche se, devo ammetterlo, ha fatto bene a distogliere mio padre dal suo intento. "Devi capirlo, è solo preoccupato per te, voleva venire per accertarsi che tu stia bene, siamo sicuri che alloggi in qualche albergo, vorrebbe prenderti un'appartamento se proprio desideri restare là, ma scommetto che non accetteresti mai il suo aiuto. Mia, te ne prego, odio vedere tuo padre ridotto in questo stato, chiamaci, facci sapere che va tutto bene, forniscici dettagli in più sulla tua situazione" mi ha supplicata Daniela attraverso l'SMS, ovviamente non le ho risposto, ho preferito ignorare il messaggio per non guastarmi la festa, ma è ovvio che non sono più dello stesso umore di poco fa ed ecco perchè mi sono rintanata in un angolo a guardare il cielo attraverso il vetro della finestra. "Mia, are you okay?" ripete J-hope o Hoseok, come dovrei chiamarlo, io annuisco distrattamente, lui appoggia le braccia sul davanzale, proprio accanto a me, "no, non è vero" dice, è ovvio che non è vero, chiunque si accorgerebbe che qualcosa non va ma mi dispiace lasciarlo trasparire, non voglio rovinare la serata a nessuno. "What's happening?" domanda, "che succede?", io sospiro: "mio padre" confesso poi, "ti manca?" cerca di indovinare J-hope, "forse un pò" ammetto a lui e a me stessa, ma non è proprio Carlo Tedeschi a mancarmi, quanto il rapporto che avevamo prima che tradisse mia madre, non credo che tra noi le cose potrebbero mai tornare come prima, anche se lo perdonassi, niente sarebbe uguale, mia madre non è quella che era un tempo e Sara non c'è più, sarebbe tutto diverso. "Anche a me manca la mia famiglia" confessa J-hope, io inclino leggermente la testa e mi accorgo che sta guardando verso fuori con in viso un sorriso nostalgico, "a tutti noi manca la nostra casa, mancano i nostri genitori. Prendi Namjoonie, oggi è il suo compleanno e non li ha con se, è triste, no?", "immagino di si" rispondo io, "non è strano, sai, che qualcuno di noi, a volte, scoppi a piangere all'improvviso senza un motivo ben preciso, che poi la vera ragione è che abbiamo nostalgia dei nostri cari. Ci è concesso vederli solamente pochi giorni all'anno" racconta, io sussulto, "ci siamo abituati, comunque l'affetto non ci manca, noi ci vogliamo tutti un gran bene e poi ci sono i nostri fans, loro ci trasmettono tanto di quel calore che non abbiamo motivo per essere tristi" dice e il suo sorriso si allarga e si fa più sereno, "però a volte cediamo anche noi, succede specialmente a Kookie, lui sente troppo il distacco dalla famiglia", io mi volto per osservare Jungkook che in questo momento sta giocando a lanciarsi delle patatine con Jin e nel frattempo mi accorgo di avere degli sguardi puntati addosso; Suga mi osserva come se mi stesse studiando, non è la prima volta che mi lancia questo tipo di occhiate e poi c'è Sejin, il manager, che mi tiene sotto controllo, ma in fondo lo capisco, non è normale che io sia qui, è rischioso e non avrebbe voluto che venissi. "E a te perchè manca il tuo papà?" domanda J-hope che si è voltato per guardarmi in faccia, "noi non abbiamo esattamente quello che potrebbe definirsi un bel rapporto da genitore e figlia" dico brevemente, ma non è più a mio padre che penso, quanto a ciò che mi raccontato J-hope. Mi sento un pò in colpa adesso e non verso mio padre ma verso questi ragazzi: loro vorrebbero avere accanto la famiglia ma non possono mentre io che potrei, la tengo lontana; se sapessero che ho deciso di mantenere le distanze dai miei genitori, credo che mi criticherebbero e in parte avrebbero ragione. "Non ci hai mai raccontato come mai sei finita a Seul" osserva poi, io alzo gli occhi ma non rispondo perchè Namjoon, il festeggiato, si sta avvicinando a noi: "dai, Mia, non startene qui in disparte" dice e mi afferra il polso per portarmi dagli altri e stare così tutti insieme, il tocco della sua mano mi fa sussultare; "hey Joonie, cos'è, vuoi tenertela tutta per te?" domanda J-hope e anche se sta sorridendo, non posso non notare nei suoi occhi e nel suo tono di voce un pizzico di fastidio, "è il mio compleanno o no?" risponde Namjoon e gli schiaccia l'occhiolino, J-hope si unisce a tutti noi che siamo intanto tutti seduti in diversi divanetti a due e tre posti, attorno ad un tavolino pieno di piatti sporchi, lattine vuote, pacchi di patatine aperti e altro cibo da compleanno, "mi è venuta voglia di cantare" esclama Jimin e inizia ad intonare le prime parole di 'Save me', "che bello" penso io, "un mini-mini concerto privato da godermi in diretta. Se solo Sara potesse essere qui al mio fianco! Mi piacerebbe che ci fosse anche Viola". Mi era venuta in mente l'idea di farle una video-chiamata per poi passarle Jimin, per lei sarebbe stato come un sogno che si avvera, ma è chiaro che il signor Sejin non me l'avrebbe permesso. Questo pomeriggio, dopo aver provato alla sede della Big Hit assieme al coreografo dei Bangtan, sono ritornata in hotel per darmi una sciacquata e farmi quantomeno carina per la serata, i soldi di mio padre non mi sono serviti a molto questa mattina, oltre che per pagare la mia stanza d'hotel per impegnarla per qualche altro giorno; ho girato a lungo per i negozi dei Coex Mall e nonostante sia un enorme centro commerciale, assurdo, non ho trovato nulla che mi piacesse e che potessi indossare per la festa e non ho nemmeno comperato nulla per Namjoon, non c'era niente che mi convincesse, perciò ho indossato quello che avevo, comunque non si sarebbe trattato di un grande evento, ma di una piccola serata da passare in casa, non avevo bisogno di sfoggiare abiti da Red Carpet. Ho indossato i miei jeans preferiti, la camicetta rosa cipria, le converse bianche e il giubbotto di jeans nel caso in cui avessi avuto freddo, ho raccolto i capelli in un'alta coda di cavallo e mi sono truccata appena, solo per nascondere l'orribile brufolo sul mento, il solito maledetto che compare periodicamente. Viola non ha fatto altro che inviarmi messaggi per raccomandarmi di non fare la sciocca, erano più SMS minacciosi in realtà, del tipo "se non ti presenti a quella festa, ti conviene non mettere più piede a Roma" ed io, per rassicurarla, le ho inviato la fotografia del mio out-fit come prova del fatto che avessi accettato di partecipare, la sua risposta è stata "cazzo, vestiti meglio, non stai andando al mercato", ho scosso la testa, la solita Viola, la conosco, avrebbe voluto che indossassi minigonna e tacchi ma sarebbe stato troppo esagerato. Un'automobile è venuta a prendermi alle otto in punto, Sejin, prima che lasciassi la sala prove, ha voluto sapere in quale albergo alloggiassi e poi mi ha mostrato tutta una serie di documenti da firmare: "Namjoon vuole che tu venga questa sera, ciò significa che entrerai nella villa privata dei ragazzi, la dimora nella quale, oltre me, non è mai entrato nessuno" ha esclamato, questa cosa mi ha spaventata a tal punto di pensare di fare un passo indietro e comunicargli che me ne sarei rimasta in hotel, ma poi mi è venuta in mente Viola e me ne sono rimasta zitta. "Ho come l'impressione che tu comincerai a frequentare più posti di quelli che dovresti e che ronzerai spesso attorno ai Bangtan" ha insinuato il manager, parlando in giapponese, "io voglio solo svolgere il mio lavoro, non desidero starvi fra i piedi" ho esclamato con sincerità, "beh, questo me lo auguro. Per quanto io sia in disaccordo con Namjoon, è pur sempre il suo compleanno. Nessuno di loro ha mai insistito tanto, nemmeno quando ho negato loro la possibilità di avere vicini i genitori per le occasioni speciali come queste, ma stavolta Namjoon si è intestardito e Hoseok era dalla sua parte. Nonostante io sia il manager e sono obbligati a darmi ascolto, non posso non assecondare i Bangtan di tanto in tanto, sanno essere molto testardi, a volte" ha detto e ha emesso un sospiro, "che cosa sono questi fogli?" ho chiesto io, "li firmerai e sarai obbligata a mantenere il segreto, non potrai mai rivelare quello che vedrai e sentirai, non potrai mai postare fotografie che ti ritraggano con i Bangtan o che ritraggano loro, i loro spazi, le loro cose, non potrai mai parlare di loro sui social, non potrai mai rivelare dove ti trovi o dove si trovino i ragazzi, non dovrai mai parlare di niente con nessuno, siamo intesi? La pena è l'espulsione dal corpo di ballo e una pesante multa da pagare" mi ha avvertita, io mi sono sentita estremamente sconcertata ma ho capito la situazione, è normale che il manager procedesse in questo modo, così ho firmato quelle carte, "è tutto chiaro" l'ho rassicurato, non farò mai un passo falso.

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