Capitolo 16

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"It's done, Mia, it's done" esultano i ragazzi, io mi volto a guardarli, vengono verso di me, loro notano che sono al telefono con qualcuno e dai loro sorrisi capisco che vorrebbero che riagganciassi: "va bene, ci vediamo presto" saluto Viola; la mia amica mi ha chiamata affinchè la raggiungessi, qui intorno c'è ancora tanta gente che si accinge a lasciare  lo stadio di San Siro e tra questi, anche Viola con mia madre, mentre io mi trovo in camerino con ancora i vestiti di scena e non è facile, per me, poter riuscire a scorgerla in mezzo alla confusione e raggiungerla, comunque Viola e mia madre, per non guidare di notte fino a Roma, hanno deciso di fermarsi in un Bed&Breakfast, perciò posso andare da loro quando le acque si saranno calmate, anche se l'idea di rivedere mia madre mi spaventa terribilmente, non sono nemmeno certa che lei lo voglia, però Viola dice che dobbiamo incontrarci. "E' fatta, Mia, è andata" fanno ancora i ragazzi, Jin mi stampa un grosso bacio sulla guancia e a me, di conseguenza, spunta un lieve sorriso sul volto, "sei felice, Mia?" domanda Hoseok, io annuisco e alzo gli occhi su Taehyung: "grazie di cuore, Tae" sussurro, "grazie a tutti", "è stato emozionante per te quanto per noi" commenta quest'ultimo, intanto vedo che Sejin viene nella nostra direzione, "adesso è meglio che me ne ritorni in hotel assieme agli altri ballerini" faccio io, mentendo, nessuna stanza d'albergo è stata prenotata per me questa volta, "ma non dire sciocchezze" esclama Jimin, "tu vieni assieme a noi, dobbiamo assolutamente festeggiare", io sussulto, adesso come glielo dico? Jimin mi afferra per un braccio, Jungkook per l'altro e mi trascinano verso il loro mezzo di trasporto, i miei occhi incontrano quelli del manager che mi fissano come per dire "quando hai intenzione di toglierti dai piedi?", bella domanda, non so nemmeno come affrontare l'argomento con i ragazzi! I Bangtan sono euforici, in macchina chiacchierano animatamente e ridono, hanno voglia di fare baldoria ma qualcuno si accorge che io non condivido il loro stesso stato d'animo: "hey, va tutto bene?" sussurra Nam al mio orecchio, io sospiro e scuoto la testa, "qualcosa non va?" chiede, "troppe cose dentro me che temo di manifestare" bisbiglio, lui mi afferra la mano e me la stringe, io deglutisco, vorrei che non mi tenesse così stretta, come riuscirò a lasciargliela andare? "Ordiniamo del buonissimo cibo italiano, facciamocelo portare in stanza, facciamoci portare da bere e ordiniamo quanti più dolci possiamo" esclama Jungkook, gli altri sembrano d'accordo con lui, "ragazzi, io non dovrei essere qui" faccio notar loro, "Sejin vuole che te ne resti con gli altri, lo sappiamo, ma faremo in modo che chiuda un occhio, quella di oggi è stata una serata importante per te, bisogna assolutamente che si concluda nel migliore dei modi" fa Jin, "andiamocene in stanza di Joonie, a lui assegnano sempre la più grande" esclama Kook, io sospiro, gli altri varcano la soglia della camera di Nam mentre io mi fermo sull'uscio, sto temporeggiando inutilmente, non posso restare qua e mettermi a far festa con loro come se niente fosse, in più Sejin non fa che mandarmi occhiate per ricordarmi che me ne devo andare al più presto, quindi credo che sia giunto il momento di salutarli, anche se, davvero, mi dispiace dopo lo splendido concerto dedicatomi, dopo tutto quello che hanno fatto per me; lasciare i Bangtan mi risulta più doloroso di quando ho dovuto lasciare la mia casa, mi sento come un soldato che si allontana dagli affetti per partire in guerra, sto provando una tristezza infinita e sento già le lacrime pizzicarmi gli angoli degli occhi. "Vieni dentro, Mia" mi esorta Jimin, io scuoto la testa, Sejin si è appena chiuso nella sua stanza, credo che abbia capito le mie intenzioni, maledetto Sejin, perchè non parla chiaramente alla band? Perchè non resta per spiegare che è stata una sua idea, quella di licenziarmi? Non vuole che i ragazzi se la prendano con lui, è chiaro e in fondo è meglio così, non mi va che litighino con una persona per loro molto importante come il manager, ci sono già state troppe controversie all'interno della band, è meglio che ci pensi da sola. "Come on, girl" fa Hobi con un sorriso e mi porge la mano, "no" rispondo io, "ragazzi, mi dispiace, ma io mi fermo qui" dico loro, il sorriso di Hoseok si spegne, "che significa?" chiede Jin dall'interno della stanza, io entro solo per non fare ascoltare all'intero albergo la nostra triste conversazione, chiudo la porta alle mie spalle ma non muovo un passo in più verso di loro, "è giunto il momento di salutarvi, ragazzi, io resto qui, rimango in Italia, non parto più assieme a voi" annuncio loro, tengo lo sguardo basso mentre gli occhi di tutti fissano me, nella stanza è calato il silenzio, "perchè?" chiede Hoseok, il più vicino a me, "perchè ci lasci?", "ho fatto tutto quello che dovevo fare" provo a dire ma Jungkook mi ferma: "non è vero, avevi detto che di aver a lungo desiderato raggiungere Tokyo, ti avevamo promesso che ti ci avremmo portata, vogliamo ancora mantenere la nostra promessa, non hai ancora fatto tutto quello che avevi in mente" mi fa notare, "non è più ciò che desidero" confesso, è la verità, da quando li conosco, sento che il desiderio è mutato, tutto ciò che vorrei, adesso, è restare al loro fianco, ballare insieme a loro, vivere a Seul o girare il mondo assieme a questi sette meravigliosi ragazzi, ma non posso farlo. "Davvero ci abbandoni?" domanda Jimin con un tono di voce carico di delusione, "non ci credo" fa Nam, io sussulto ma non rispondo alla sua affermazione, "Mia, non puoi aver preso questa decisione" si stupisce Taehyung, "ormai fai parte di noi, non ti vogliamo perdere, Mia, ripensaci" si agita Hoseok e prova a sfiorarmi un braccio ma io mi scanso e strizzo gli occhi, "non intendo farlo" dico, "stavate bene anche senza di me, fate finta di non avermi mai conosciuta" ribatto io, anche se le parole mi bruciano la gola come fossero fatte di fuoco. "Non ci credo" ripete Namjoon, "non stai dicendo sul serio" e sorpassa Hoseok, posizionandosi proprio davanti a me, "dimmi che non è vero", io sgrano lo sguardo ma non oso alzarlo, "ti vedo quando balli sul palco, sei così felice e piena di vita che sembra tu voglia farlo in eterno. Ti vedo quando resti per ore in nostra compagnia, vedo i tuoi sorrisi e il modo in cui ti diverti, tu non vedi i nostri? Non noti quanto tutti si sono affezionati a te?", sta gridando un pò, "non vedi i miei occhi e come ti guardano? Non pensi a me? I baci che ci siamo scambiati non hanno contato niente? Sei entrata nella mia vita e adesso pensi di uscirne con estrema leggerezza? No, no, Mia!", "Nam, ti prego" faccio io, stento a trattenere le lacrime, "okay, tutti fuori" dice Yoongi che finora è stato l'unico a rimanere in silenzio, "lasciamoli da soli. Ho detto fuori" ripete, mi scosto, i ragazzi escono da questa stanza, io rimango in camera con Nam che ha tutta l'impressione di essere arrabbiato, come se gli stessi facendo il peggiore dei torti, come se per me non sia difficile, come se volessi solamente ferirlo. "Mia" fa lui, io indietreggio e le mie spalle toccano la porta, deglutisco, "cosa ti passa per la testa? Come puoi pensare che io ti lasci andare così? Ancora non ti è chiaro quello che provo per te?" dice un pò più calmo, "Nam, non può funzionare" sussurro io, tenendo la testa bassa, con i capelli che mi nascondono il viso affinchè non si accorga che sto piangendo, non tanto per le sue parole, ma per le mie, così finte da farmi stare troppo male; "apparteniamo a due mondi totalmente diversi, non parliamo nemmeno la stessa lingua, non avrei mai dovuto innamorarmi di te, è sbagliato, lo capisci?" cerco di farlo ragionare, lui poggia le mani alla porta, intrappolandomi nello spazio creatosi fra le sue braccia, "Mia, guardami in faccia per favore" mi chiede, "i nostri mondi si sono congiunti, facciamo parte dello stesso universo, non puoi comportarti così, io ti amo" dice con un soffio di voce, io sussulto, "anch'io ti amo" mi lascio sfuggire ma mi pento subito di averlo detto, "lo so, non staresti piangendo altrimenti" osserva lui, se n'è accorto allora; Nam mi prende le mani, io mi sforzo di non farlo ma alla fine cedo e sollevo la testa, "ti amo" ripete lui quando i nostri sguardi si incontrano, chiudo gli occhi e mi ritrovo le sue labbra sulle mie. Le mie braccia si incrociano dietro al suo collo, Nam mi attira a se, mi stringe forte, le bocche si schiudono all'unisono, le lingue si incontrano; è un bacio carico di passione, l'abbiamo aspettato da troppo tempo ma se non ci fermiamo adesso, non ne saremo più in grado. Namjoon indietreggia, io non mi stacco da lui, è tutto ciò che desidero in questo momento e sento che per lui è lo stesso, "ti voglio, Mia" sussurra lui, discostandosi per un momento da me, i suoi occhi mi fissano con ardore, la sua mano mi accarezza il viso, scende sul collo e mi sfiora una spalla, lo voglio anche io, quindi lo prendo per mano e mi avvicino al letto, mi siedo, continuo a guardarlo senza lasciargli la mano, il suo sguardo è su di me, mi brama, Nam poggia le ginocchia sul materasso, le mie dita finiscono sull'orlo della sua maglietta, gliela tolgo, afferro la sua cintura e lo attiro a me, cominciando a baciargli il collo, Nam abbassa le spalline del mio top, me lo sfila, ricominciamo a baciarci con foga, intanto abbasso la cerniera dei suoi jeans, con un movimento delle gambe, Nam se ne libera, mi fa sdraiare, sbottona i miei pantaloni e me li sfila di dosso, poi si sdraia su di me, io percepisco il suo gonfiore, gioco con i suoi capelli mentre mi stuzzica il petto con le labbra, "Mia" fa poi, gli occhi suoi tornano sui miei, "per me è la prima volta, voglio che tu lo sappia", lo immaginavo ma non mi importa, questo non sarà un ostacolo per noi, mi sollevo col busto, fa lo stesso anche lui, "baciami" bisbiglio, lui obbedisce ed io lo libero dai boxer, afferrando la sua erezione, Nam geme mentre io muovo la mia mano, lui sfiora la mia intimità prima sopra gli slip, poi me li toglie ed io mi lamento di piacere. Ci tocchiamo, ci baciamo, ci mordiamo ed io torno a sdraiarmi, Nam lascia baci umidi lungo le mie gambe, sul mio addome, sul seno, io sento il peso del suo corpo e i suoi occhi incerti sul da farsi, "Nam" lo supplico, lui non aspettava altro che gli dessi il permesso, "mi sto donando a te con tutto me stesso" dice, poi sento che entra dentro di me, mi lascio scappare un gridolino, le mie unghie afferrano la carne della sua schiena, Nam si muove, guardo il suo viso che si contorce di piacere ed io chiudo gli occhi, desiderando che il tempo si fermi proprio in questo istante.

Sorry, I love you~Where stories live. Discover now