Capitolo 1: Moving Along

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Corro lungo la strada affollata, dirigendomi all'ufficio, controllando un'ultima volta l'orologio, desiderando che il tempo torni indietro di un paio di minuti così che non io sia in ritardo. Sbatto i tacchi mentre sono in ascensore, aspettando che raggiunga il piano in cima, e quando lo fa mi affretto a superare la reception e mi dirigo al mio ufficio, sedendomi velocemente e aprendo il mio album da disegno e il laptop. Fingo velocemente di star scarabocchiando sul foglio e, proprio come un orologio svizzero, la mia porta si apre.

"El... è un piacere vederti questo pomeriggio. Hai iniziato qualche disegno per il MET Gala? So che è ottobre, ma sai che le persone voglio sempre anticiparsi." Alessandro sbuca sull'uscio della porta e io sorrido e annuisco, indicando il mio album da disegno.

"Sto giusto cercando prima di procurarmi qualche schizzo base già pronto." gli dico e lui mi sorride.

"Oggi me ne andrò un po' prima, ci sono delle cose di cui devo occuparmi... cerca di non fare tardi la prossima volta." sorride e io sospiro, lo sa sempre, non so perchè pensassi che non lo sapesse.

"Scusa!" urlo mentre lui chiude la porta del mio ufficio. Poso la matita e prendo un profondo respiro, girando la sedia e ammirando il panorama. Milano non perde mai la sua bellezza. Sono circa quattro mesi da quando sono qui, quattro mesi in cui mi sono abituata a vivere una vita completamente nuova. Il mio appartamento è a pochi passi dall'ufficio e mi sono assicurata che avesse anch'esso una bellissima vista, voglio assorbire il più possibile di questa città.

Il primo mese è stato assolutamente una merda. Dopo aver lasciato L.A, sono tornata a New York. Ho chiamato Anthony, ho chiamato tutte le ragazze dell'ufficio e loro sono venuti subito. Si sono sentiti male, dicendomi che sarebbe andato tutto bene, che il dolore straziante sarebbe svanito col tempo... tutte cose basilari che le persone dicono dopo una rottura. Avevamo appena iniziato a uscire prima di porre fine alle cose, non so neppure se potevamo considerarla relazione... non lo volevo però... volevo che mi chiamasse, mi scrivesse... qualsiasi cosa. Però, non l'ha fatto. Le ragazze mi hanno portata ad una festa e io ho cercato di divertirmi, ma è stato difficile farlo, difficile fingere che il mio corpo non fosse ferito. Sono andata a Milano, mi sono trasferita nel mio appartamento da sola. Una nuova città, un nuovo lavoro, e conoscevo solo Alessandro, il mio capo. Ero pronta alle novità di tutto, avevo quella sicurezza, ma ero spaventata.

Dopo essermi trasferita, ho trovato un bar a due isolati dal mio appartamento. Mi sono ritrovata lì più spesso di quanto volessi. Nonostante quanto patetico e da deboli sembrasse, prendevo la mia copia di quel libro, Norwegian Wood, quello che lui stava leggendo prima che mi lasciasse, prima che io lo lasciassi... andavo al bar ogni giorno, cercando di trovare del tempo per bere del caffè italiano e ascoltare i rumori lungo la strada, ed è stato allora che ho incontrato Milo. Mi serviva sempre il caffè, portandomelo al tavolino. È stato uno delle prime persone che ho conosciuto a parlare fluentemente l'inglese. Aveva notato che io ero sempre lì da sola e mi ha invitata a una galleria d'arte, immaginando fossi nuova in città e che sarei dovuta uscire un po'. La El dello scorso anno avrebbe rifiutato gentilmente, ma non avrei speso il mio tempo libero in un bar perchè non avrei avuto tempo libero essenzialmente. La prima volta che l'ho incontrato, pensavo che Milo fosse gay, ma per mia sorpresa aveva una fidanzata, una vera fidanzata, di nome Angelina. Lei è una delle persone più gentili che io conosca.

Anthony ha continuato a chiamarmi, non salta mai una chiamata. Ha smesso di chiedermi di Harry, ma non ha mai smesso di parlarmi di lui, di dove fosse e cosa stesse facendo. Fingevo non mi interessasse, ma mi importava, mi importa tutt'ora. Ho provato a chiamarlo, ma non ha mai risposto, e lui non ha mai richiamato. Ero ferita, ma sapevo che sarebbe successo. Sono uscita con Milo quasi ogni giorno. Milo, Angelina ed io abbiamo passato il tempo in giro per la città, in uno dei nostri appartamenti... ovunque.

Trendsetter (libro 2) [h.s. - ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora