Capitolo 10: Toxins.

2.1K 93 17
                                    

EL'S POV:

Ritornare a casa dopo essere stata in ospedale è una ventata di aria fresca. Odio gli ospedali, odio l'odore e la sensazione. Harry mi ha seguita a casa, voleva assicurarsi che stessi bene e mi ha fatto anche l'iniezione. Avrei potuta farla da sole, ma lui voleva farlo, quindi glie l'ho lasciato fare. È rimasto con me, a lungo, ignorando il suo lavoro. Finalmente sono riuscita a farlo a dare a casa, dicendogli che doveva lavorare al suo album e che io stavo bene. Mi sento ancora una merda, non scherzavano riguardo gli effetti collaterali che avrei provato. È quasi come un'influenza da steroidi, ma non cambia nulla. Riprendo a lavorare ed è quello che sto facendo adesso nella showroom, ho chiuso prima e sto cucendo, facendo del mio meglio.

I quatro caffè che ho ordinato da Starbucks hanno aiutato. Il materile è morbido e setoso, il pizzo e la maglia lavorano perfettamente insieme. Ho avuto un sacco di ripensamenti su questo abito, ma in questo momento è perfetto per me... e penso sia finito. Mi allungo a prendere subito il cellulare.

"Stai bene? Dobbiamo ritornare in ospedale?" chiede velocemente e io mi alzo.

"No, ma avrei bisogno di te qui ora. In questo stesso secondo." gli dico, strofinandomi il mento pensierosa.

"Siamo a casa mia a lavorare su alcune cose ora..." mi dice e io scuoto la testa.

"Non mi interessa. Nemmeno un po'. Questo è puro genio, il completo è finito e ho bisogno di vederlo sul tuo corpo ora, prima che cambi idea e decida che lo odio, perchè al momento non lo odio, lo amo, quindi per favore." prendo un profondo respiro, dopo aver detto la frase tutta d'un fiato.

"Sono con Kid, Mitch e Sarah..." mi dice e io butto le mani in aria.

"Perfetto, avremo un pubblico. Non hai scuse, vieni qui ora o la tua versione sarà camminare nudo sul tappeto rosso. Ora!" dico velocemente, non deliberatamente, è la caffeina a parlare, ma è l'ultima delle mie preoccupazioni.

"Okay, bene. Saremo lì a breve, El.... meglio che sia per una valida ragione." mormora e penso stia scherzando, ma non può importarmene meno.

Faccio avanti e indietro per la stanza, poi ritorno al completo, sollevandolo e appendendolo. Tiro fuori il ferro da stiro e lo aziono, aspettando che arrivi a temperatura e poi lo stiro. Quando ho finito, indietreggio e torno ad osservarlo, voltandomi poi per ricominciare a camminare su e giù quando li vedo, tutti quanti mentre scendono dalla macchina. Corro alla porta e la apro.

"Forza, forza." li lascio entrare e tutti si affrettano, per lo più volti familiari a parte uno. Entrano tutti e dopodiché chiudo la porta. Quando entro, li supro tutti e mi avvio velocemente al completo e mi fermo davanti ad esso.

"El, questo posto è magnifico... farai i vestiti per il prossimo tour?" chiede Sarah e io sposto la mia attenzione su di lui.

"Amerei da morire disegnare i completi per tutti voi." dico, riflettendo sul fatto che tutti avevano commissionato gli abiti da sè per lo scorso tour.

"Mi sei mancata... com'era Milano?" chiede e mi si avvicina, abbracciandomi.

"Grandiosa, fantastica, ma non abbastanza da rimanerci, quindi eccomi qui. Sono felice qui." sorrido, la bocca che si muove più veloce del mio cervello. Harry mi si avicina e mi trattiene per le spalle.

"El, quanto caffè hai bevuto?" chiede e io lo scuoto via.

"Quattro tazze, ma non importa, quel che importa è- Ciao, è un piacere conoscerti, sono la fidanzata di Harry, El." allungo la mano a un uomo basso, con i capelli arruffati chiaramente tinti di biondo.

"La famigerata El, è un piacere finalmente conoscerti." mi stringe la mano e per qualche ragione provo una brutta sensazione dopo quello che ha appena detto. La famigerata El, il che significa che ha sentito un sacco di cose su di me, ha preso parte a questo periodo di scrittura da quel che so, sa tutto...

Trendsetter (libro 2) [h.s. - ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora