2.

150 7 12
                                    


Sono appena entrata a casa sua. Lui è lì steso sul divano in condizioni pessime, praticamente come lo avevo lasciato. Mi avvicino.
"Sei morto?" chiedo.
"Mh.." bisbiglia.
"Mh no, che peccato" sbuffo.
"Fallo.." sibila.
"Perché dovrei?"
"Perché se mai mi riprendessi, ti distruggo" mi dice parlando piano.
"Si eh, è perché?"
"Perché non vali un cazzo"
"Ah no? Ho preso quello che volevo" dico guardandolo.
"Quello che volevi.. E io che ti ho salvata.."
"Beh sei libero adesso no? Cosa vuoi?" chiedo.
"Mi hai scopato davvero come una puttana, hai ottenuto grazia e terre. Dì la verità lo spera in bocca lo avevi pensato prima" mi dice e rido.
"Beh se fosse stato il contrario avresti fatto lo stesso. Hai voluto fare l'omicidio ma non sei capace. Lo dovevi bruciare, eliminare ogni traccia. Hai fatto il pivello"
"Si come no, avevo ragione, non sei niente di che" gira la testa di là.
"No vero? Mi sono presa Roma! Come puoi dire che non sono nulla di che. Che fai rosichi?"
"No, non me ne frega un cazzo" mi dice.
"Ci volevi stare tu al posto mio" rido.
"No. Non voglio Roma, non voglio terre, non voglio un cazzo"
"E cosa vuoi?" chiedo.
"Vattene"
"Dai dimmi"
"Acqua" mi dice. Vado di là e gli porto la bottiglia dell'acqua. Si tira su piano, fino a mettersi seduto sul divano. Ha i lividi pesti ovunque. Si attacca alla bottiglia e beve.
"Ne vuoi ancora?" chiedo perché l'ha finita. Annuisce e gli porto altra acqua. "tirati su no?"
"Non riesco, mi fa male tutto"
"E cosa fai resti li per sempre?"
"Come cazzo faccio ad alzarmi se non mi reggo in piedi? L'unica che mi poteva aiutare l'hai degambizzata" ringhia.
"Anzi che ho mirato alle gambe e non al cuore" rispondo acida.
"Mi avrebbe aiutato"
"Ti manca eh" lo guardo.
"A me non manca nessuno. Sono forte anche da solo" mi guarda negli occhi.
"Non mi pare, la cerchi.." lo guardo anche io.
"Lo sono"
"Aspetta" vado di là e inizio a cercare.
"Dove vai? È casa mia." ringhia.
"Quindi? Ma dove cazzo sta?" cerco nel ripostiglio "oh eccoti" prendo il manico della scopa e glielo porto "aiutati con questo, ti reggi e ti tiri su"
Lui si tiene al manico e si alza, tenendosi i pantaloni della tuta che gli cadono.
"Vieni andiamo al bagno" gli dico.
"Non voglio niente" cammina piano.
"Dai.."
"No hai da governare Roma" mi dice ma non lo ascolto. Vado in bagno e riempio la vasca.
"Vieni su, puzzi come un cane" faccio una smorfia. Lui arriva piano, tipo un vecchietto col bastone. Lo spoglio.
"Piano" ringhia.
"Sto facendo piano.." la sua schiena e il suo petto sono irriconoscibili. Deglitisco. "entra.."
Lui entra piano e si mette a mollo guardando davanti a sé, senza dire nulla. Ammutolito, non è il Kostas che conoscevo. Mi avvicino e gli bagno i capelli.
"I pidocchi li hai?" chiedo.
"Che cazzo ne so" dice. Gli faccio lo shampoo.
"Comunque è noioso senza di te. Non succede nulla, nessuna guerra, nessuno screzio. Rimettiti presto, che devi distruggermi.." dico e gli sciacquo la testa e gli faccio un altro shampoo.
"Lo farò sicuramente"
"Mi dispiace per come è andata, hanno vietato le visite comunque.." cerco di dire.
"Non è vero"
"Un po' no perché ho preso la tua zona, un po' si perché mi sentivo sola e triste" dico. Ciao o stati momenti in cui ero persa, in cui la ragione mi diceva di smettere ma non potevo, essere la regina mi dava un senso di potere troppo forte per rinunciare a tutto e correre da lui.
"Sei stata da dio" mi dice.
"No" lo sciacquo, gli metto il balsamo e lo pettino.
"Avoja"
"Ma che ne sai te, ti sto parlando sinceramente"
"Lo vedo"
"Non vedi bene, per niente" dico. Lui cuore la testa ed io prendo il bagnoschiuma e lo insapono pianissimo. "ora ti do un oki così non senti dolore" dico perché sta trattenendo il respiro. Lo insapono ovunque sentendo il suo arnese li in mezzo che ancora funziona.
"Che ti hanno fatto? Raccontami.." dico.
"Mi hanno ammazzato di botte, legato ad un palo. Preso a citate con la fibbia, col manganello, così forte che me la facevo sotto dal dolore. Non potevo né cambiarmi né mangiare" mi dice e a me vengono i brividi.
"Che merde.. Ti devi rimettere. Li facciamo fuori tutti"
"Ho una mano rotta" mi dice guardando la mano destra gonfia.
"Ora ci facciamo una fascia così guarisce prima" lo sciacquo e gli prendo un accappatoio pulito "vieni"
Lui esce e gli metto l'accappatoio.
"Andiamo che ti vesto" dico.
"Faccio da solo"
"Non fare il bambino, poggiati a me" dico. Lui mette il braccio sulle mie spalle e andiamo in camera. Gli prendo una tuta e delle mutande pulite. Inizio ad asciugarlo ma per abbassarmi non volendo gli sfioro le labbra sul pacco. Inevitabilmente lui guarda giù, un gesto meccanico. Passo alle gambe e sono proprio davanti a lui. Prendo le mutande e lo guardo, deglutisco perché non so se mi rifiuta. Mi prende per i capelli e in un attimo me lo infila in bocca. Prepotente, a farmi male. Inizio a succhiare e dare il meglio di me. Lui mi muove la testa stringendo i miei capelli così forte che ho le lacrime, vuole vendicarsi ma io faccio il mio dovere. Fa le smorfie di dolore ma continua, finché non mi viene in bocca, una cosa che mi strozza, infatti quando mi sposto tossisco. Vuoi la tua ex eh? No, io.
Vado a pulirmi poi torno da lui che si è già messo le mutande.
"Meglio?"
"Così la pianti di provocarmi." dice.
"Mi mancava" rido.
"Se come no" si mette le mutande ed io gli infilo la tuta.
"Non ho toccato nessuno, vieni mettiti al letto, ora ordiniamo da mangiare" dico.
"Non ho fame io" si mette a pancia in giù.
"Se vabbè cosa?" lo copro "non credi che non sono stata con nessuno?"
"No"
"Chiedi ai tuoi allora. Loro mi hanno vista, neanche un limone nulla" mi sdraio vicino a lui.
"Cosa mi rappresenta che non fai nulla con nessuno?"
"Tu me lo hai detto. Non voglio che scopi con altri. E io non lo ho fatto, semplice."
"Puoi scoparti il mondo"
"No" prendo il telefono "allora io mangerei il McDonald's, tu?"
"Io niente"
"Okay anche per te" dico e ordino mentre lui gira la testa di là. Deve mangiare punto e basta.

Mad LoveWhere stories live. Discover now