Io ti vezzeggio, mio Male di Vivere - Eugenio Montale

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Solente mi venne voglia di dedicare tempo, alle cose di questo mondo, di questa vita.

Ed ecco che sopraggiunse il gran desiderio di render onore a ciò che tutto muove negli astri di questa morte: il malessere. Perché il malessere, signori miei, come la signorina Morte dita sottili e voce soave, va vezzeggiato. Io vezzeggio ciò che mi rese ciocco di legno, legno arso, io ardo tutt'ora nell'onorarti, mio male di vivere.

Vivere fa male e morire di certo ben non fa, signori miei. Io che ti onoro e tu che nei pomeriggi di gran calura mi perseguiti, smembri la voce, smembri la gente.

Si vedono più umani? Io vedo ciocchi arsi dallo scirocco e formiche mangiare ciò che ti me rimane.

Vivere fa male e morire di certo porta bene, perché tutti portiamo il fardello del vezzeggiare la paura.

Spazio me:
Allllllora, eccomi qui stremata per riuscire a scrivere qualcosa di decente entro la fine di luglio. Ovviamente sono arrivata alle ultime ore del giorno, come mio solito. Questo capirlo non mi piace affatto, spero che però possa essere passabile nel lasso di tempo fra questa e la prossima pubblicazione che, secondo le mie previsioni, dovrebbe essere più lieta. Avete per caso richieste di autori in particolare? Cercherò di farne il maggior numero possibile.
La dea saluta ✨!
(capitolo speciale dedicato alla fantastica diakosia,più dolce di un Cremino)

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