- Nico, tu non hai idea di quanto siano potenti i talenti del dio del sole. Se mi avesse concesso di salvarti la vita, tu non saresti dovuto andare nell'Ade e...
Nico lo baciò e questa volta solo per riuscire a zittirlo. Nonostante ciò, il cuore di Will non riusciva a smettere di battere all'impazzata.
Amava il contatto fra le sue labbra e quelle del figlio di Ade.
- Ascolta, Sunshine. Non metto in dubbio i suoi poter, ma devi sapere che al momento non ne ha.
Will lo fissò stranito un attimo. - Chi intendi?
- Non ne devi parlare con nessuno. - Il corvino era sempre stato parecchio serio, ma in quel momento era quasi solenne. - Al momento non si sa nemmeno dove sia. Zeus l'ha punito, per questo non ti ascolta più.
Will perse un battito e un piccolo bagliore di speranza gli si accese nel cuore; forse a suo padre importava di lui. - L'ha esiliato?
- No. L'ha trasformato in un essere umano.
Il biondino proprio non riuscì a trattenersi e scoppiò in una grossa grassa risata.
In quel suono ci mise tutto il suo risentimento e il suo affetto, allo stesso tempo. - Tu mi stai dicendo che Apollo, Febo Apollo, dio del sole, di tutte le arti, della musica, della profezia, delle arti mediche, delle pestilenze e della scienza che illumina l'intelletto, il capo delle muse, uno dei migliori arcieri mai esistiti, il protettore dell'oracolo di Delfi, è umano?!
Era in preda ad una crisi di isteria e gioia.
Suo padre aveva avuto quello che si meritava: il suo ego era stato smontato. E per farlo era bastato trasformarlo in uno dei suoi figli. Il biondino non si era mai sentito così contento parlando della sua famiglia.
- Grazie, Death Boy. Sai davvero come tirami su il morale. - Concluse dandogli un leggero bacio a fior di labbra.
- E io che credevo che il sadico della coppia fossi io. - Sussurrò il ragazzo alzando gli occhi al cielo. - Scusa se cambiamo un attimo discorso, ma...
- Si, sono uno stronzo quando si parla di mio padre, ma ne deve scontare molte nei miei confronti.
Nico si girò, lo guardò fisso negli occhi cercando di trattenere una risata. - Non parlavo di tuo padre.
Will si bloccò un attimo e ripensò velocemente a tutto il loro discorso. - Ah no?
- William Apollo Andrew Solace? DAVVERO?
- Stiamo parlando di mio padre.
Sapeva dove stava andando a parare e non aveva affatto voglia di parlarne.
- No, stiamo parlando del tuo secondo nome, amore.
Sulla loro conversazione calo il silenzio più totale. Nico aveva appena parlato in italiano e l'aveva chiamato amore.
Fu in quel momento che Will credette di star solo sognando, tanto che gli tirò un pizzicotto, come nelle più celebri sitcom americane.
- Ahi. - Disse il figlio di Ade massaggiandosi il braccio. - Perché l'hai fatto?!
- Volevo accertarmi fosse tutto vero. - Rispose lui alzando le spalle.
- E non bastava fare così? - Nico si girò, si mise a cavalcioni su di lui (di nuovo!) e gli diede un lungo bacio passionale.
A Will non dispiaceva che Nico prendesse un po' di iniziativa e non lo turbavano le pose un po' inappropriate in pubblico, ma si domandò se lo facesse apposta o ne fosse incosciente. In ogni caso, gli piaceva perciò decise di non farglielo notare e rispose alla sua domanda precedente.
- Naomi voleva che si ricordasse sempre di chi fossi figlio, di come gli avessi rovinato la vita. La vedeva come una specie di maledizione, darmi il suo nome.
E ora, eccomi qui, una sua piccola copia in miniatura. Per certi versi ha funzionato.
Il ragazzo gli accarezzò dolcemente il viso. - Perché dici questo?
- Nico, ma mi vedi? Io piaccio perché sembro letteralmente un dio greco.
Nel suo tono c'era parecchia frustrazione e si rese conto che forse era un attacco, anche se non voluto.
- Tu pensi che io mi sia innamorato di te per il tuo aspetto? - Gli chiese ridacchiando.
- Ammetto di non averla esclusa come ipotesi. - Rispose torturandosi le dita.
In quel momento, Nico gli prese le mani. - Ti posso garantire che è l'ultima cosa che ho notato di te. E non mi fraintendere, sei, ecco, insomma, quella roba lì... ma...
Will lo adorava.
Rimaneva pur sempre un ragazzo nato negli anni trenta e il figlio di Apollo amava l'imbarazzo che provava il ragazzo nell'esprimere affetto. Tutto, per lui, era così troppo poco puro.
Il biondino gli sorrise, si portò le sue mani vicino alla bocca e iniziò a dargli piccoli baci per tranquillizzarlo.
- E comunque non c'è niente di male nell'ammettere che sei un bellissimo ragazzo.
- Giusto. - Aggiunse Nico. - Questo sei tu, non Apollo. Aspetta...
Il corvino alzò lo sguardo e Will girò la testa all'indietro.
- Jason! - Urlò il figlio di Ade metà tra il sorpreso e l'imbarazzato.
- Che ci fai qui? - Chiese invece il biondino che era diventato più rosso di un peperone.
- Non ti sei presentato a cena e i tuoi fratelli hanno detto che hai litigato con loro. Così sono venuto a cercarti. Sarebbe venuto volentieri Percy, ma è stato contattato da un certo Lester.
Nico si girò verso il romano e lo guardò con un'occhiataccia che avrebbe fatto rabbrividire chiunque.
- Ops, non avrei dovuto dire il nome. - Jason si accorse solo in quel momento di una novità. - Oh beato Giove, voi STATE INSIEME!
Will si tirò una pacca in fronte e guardò il suo ragazzo, che prese parola subito dopo, metà tra il basito e l'affranto.
- Grace, davvero è l'unica cosa che sai dire?!
Il figlio di Giove parve rifletterci su ancora un momento.
- No, nulla. C'è qualcosa che devo sapere? - Li fissò poi sospettosi. - Non è che vi sposate?
Will, nonostante fosse famoso per la sua rinomata calma, perse la pazienza. - Jason, NICO È VIVO.
Solo in quel momento il romano parve accorgersene e corse incontro al cugino che, nel frattempo, si era alzato in piedi in attesa di un suo abbraccio.
- Ero certo che i figli di Ade non morissero, Di Angelo!
Nico, che aveva sopportato fin troppo a lungo un abbraccio che non appartenesse al suo ragazzo, si staccò. - Non potevo certo lasciarlo da solo. Sarebbe perso senza di me. - Disse indicando il biondino.
Will era finalmente felice; Nico, per lui, non era stato solo l'unica persona che avesse mai amato veramente, ma era anche l'unica con la quale si era confidata su tutti quegli argomenti che lo facevano sentire inutile in quel posto chiamato mondo.
Finalmente aveva trovato la persona con cui condividere tutte le sue imperfezioni e non poteva esserne più contento.

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Un po' di sole nella morte - Solangelo
FanfictionSi è appena conclusa la battaglia contro Gea e Nico di Angelo si ritrova in infermeria. Non ricorda nulla di quello che è successo dopo la morte di Ottaviano, ma sa di per certo che odia essere al centro dell'attenzione. Odia pure il fatto di esse...