60. Nico

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*Spoiler ToA*


Orami loro erano diventati "semidei maestri", così li aveva chiamati Annabeth.
Anche loro, proprio come Nico e Will, passavano al campo nel weekend per addestrare le nuove generazione di semidei.
L'idea della figlia di Atena era stata quella di costruire delle piccole abitazioni che potessero ospitare le coppie che facevano parte del gruppo dei più grandi. Una per Percy e Annabeth, una per Leo e Calypso, una per Hazel e Frank e una per loro due.
Piper aveva dichiarato che per il momento non ne voleva ancora una sua in quanto non aveva ancora affrontato la morte di Jason.
Chirone, durante la riunione, l'aveva trovata un'ottima idea, nonostante Nico avesse mostrato la sua titubanza a lungo.
Le case erano ancora in costruzione e, momentaneamente, la prima coppia si era stanziata nella casa tre, la seconda alla casa grande, la terza era impegnata ad amministrare il campo Giove e loro due avrebbero occupato la sua vecchia cabina, la tredici.
Era proprio lì che Nico stava fissando il soffitto in attesta che il suo ragazzo tornasse dalla chiacchierata col padre.
Quando finalmente si fece vivo, il cuore del figlio di Ade recuperò un battito. Per quanto gli dolesse ammetterlo, aveva paura fosse scappato, dilaniato dal dolore o impazzito per via di qualche incantesimo del padre (con gli dei non si poteva mai sapere), e l'avesse abbandonato li.
Will posò uno strano marsupio di fianco alla sua spada, che immediatamente si trasformò in un arco, sulla scrivania, e prese posto al suo fianco, dove il corvino lo abbracciò e gli diede un casto bacio a fior di labbra, che parve essere un poco di supporto.
Nico si rendeva perfettamente conto che la situazione che stava passando il suo ragazzo era assurda e voleva dimostrargli di esserci.
Decise quindi di non essere insistente e attese in silenzio. Se Will voleva parlare, l'avrebbe fatto di sua spontanea volontà. E così accadde.
Tra una coccola e una carenza, il figlio di Apollo si mise a parlare.
- Ti mi hai salvato la vita.
Nico poggiò le labbra sulla fronte per sentire se avesse per caso la febbre, ma non era affatto caldo perciò attese che continuasse.
- Nico mi hai salvato la vita.
- Non è vero.
Will rubò un bacio prima di riprendere a parlare. - Mia madre mi ha sempre mentito. Ha sempre descritto Apollo come il cattivo, ma lei era pazza. Mi ha maledetto di proposito e tu hai spezzato la maledizione.
Era fin troppo assurdo quello che stava sentendo, persino per lui, quindi non riuscì minimamente a capacitarsi di quello che stava passando il suo ragazzo.
- E come avrei fatto?
Il tono era dolce e risoluto, non voleva farlo sentire pazzo, ma era assurdo quello che stava dicendo.
- Scegliendomi, amandomi.
Nico non trattenne una risata e lo baciò. - Chiunque vorrebbe essere al mio posto.
- Mio padre ha ragione. - Gli parve come se avesse avuto un'illuminazione. - Tutti mi vogliono per il mio aspetto, ma non tu. Sei stato tu a dirmelo.
Era vero, l'aspetto era l'ultima ragione per cui aveva scelto Will e glielo aveva detto quando era tornato dagli inferi. Forse la teoria del figlio di Apollo non era così delirante.
Il biondino si mise su un fianco, per riuscire a guardarlo meglio e Nico non riuscì a non perdersi nei suoi occhi color cielo.
- Tu sei andato oltre all'apparenza e hai scelto me, non Apollo.
Il corvino annuì sicuro; gliel'aveva ripetuto un sacco di volte.
- Ecco come hai spezzato la maledizione. Ora tutto ha un senso.
Sembrava che Will stesse più parlando a se stesso, per mettere in chiaro i pensieri, che a lui, ma Nico ascoltava interessato.
- Grazie a te ho potuto incontrare mio padre.
Nico gli rubò un bacio e i nervi di entrambi sembrarono distendersi un poco.
- E com'è andata?
- Si è scusato per avermi abbandonato e mi ha giurato che non sapeva della mia esistenza.
Nico continuò ad accarezzarlo amabilmente; non riusciva nemmeno ad immaginare cosa stava passando. Il suo mondo si era rivoluzionato nel giro di un'ora.
- E tu gli credi?
- È colpa di Naomi. - Will scosse il capo, affranto. - Lui mi ha chiesto di perdonarla. Nonostante la maledizione.
Nico non sapeva davvero come aiutarlo. - Cosa farai?
- La perdonerò. Dopotutto rimane mia madre.
Una cosa della quale si accorse Nico fu che non la chiamava mai la sua famiglia.
Will parve intuire il suo pensiero. - È mia madre e niente di più.
- Will, non c'è niente di male nell'avere una famiglia.
Il biondino annuì con aria seria. - Io ne ho due.
Nico, quasi d'impulso, non trattenne la domanda. - E sarebbero?
- Il campo.
Il campo era una sola. Di cosa stava parlano allora?
- E te.
Un'emozione strana si fece strada nel cuore di Nico.
Non aveva mai avuto dubbi a proposito: William Apollo Andrew Solace era la sua metà della mela di cui Platone parlava tanto.
Un lieve bussare alla porta interruppe la loro conversazione e il figlio di Ade si alzò per andare ad aprire.
La figura impettita davanti a lui, gli fece venire un terribile ricordo.
- Scusa Percy, mi sono completamente dimenticato.
Nico si voltò verso il suo ragazzo che sembrava un po' meno afflitto.
- Scusa Will, devo fare lezione ai nuovi.
Il biondino stava per rispondergli quando una ragazza si presentò alla porta.
- Non rimarrà solo. Ha promesso di darmi lezioni di tiro con l'arco.
Il corvino fece un sorriso di gratitudine ad Annabeth; sapeva sempre quando c'era bisogno di aiuto e quello era decisamente uno di quei momenti.
I due ragazzi e la biondina rimasero in attesa di una risposta da parte del figlio di Apollo, che arreso, si alzò e recuperò il nuovo dono, ricevuto da parte di suo padre.

La lezione era andata magnificamente. Lui e Percy avevano iniziato ad insegnare le basi ai nuovi arrivati e alcuni erano proprio portati per la spada.
Nel frattempo, da quella postazione, Nico riusciva a tenere sotto controllo Will, che pareva molto più calmo.
L'arco gli distendeva i nervi, glielo aveva detto diverse volte e lo scarso talento (finalmente qualcosa nel quale non eccellesse) della figlia di Atena lo faceva spesso ridacchiare, consapevole di mai risultare offensivo. Era una bella soddisfazione che Annabeth non fosse capace in qualcosa e l'espressione fiera sul volto di Percy ne era la prova. 
Nico era consapevole della forza d'animo del ragazzo, che anche quella volta avrebbe affrontato tutto senza abbattersi, e sapeva anche che, per le prima volta non sarebbe stato solo, lui ci sarebbe stato anche solo per essere una spalla su cui piangere.
Ci aveva messo un po' di tempo a capirlo, ma ora era a Nico era chiaro che lui e Will erano diventati una cosa sola, che solo insieme avrebbero potuto superare la loro complicata vita da semidei.

Un po' di sole nella morte - SolangeloWhere stories live. Discover now