Capitolo 21

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Harry

- Potter. -

Come previsto, ero capitato nel mio anno, direttamente nell'ufficio della McGranitt, la quale però non era momentaneamente presente.
Per fortuna.
Mi toccai i capelli, ritornati dopo un lungo periodo quello che erano un tempo: il mio solito corvino, con dei riflessi rispettivamente più scuri e chiari. Avevo di nuovo i miei occhi verdi, quelli di mia madre, i miei lineamenti e le mie... Cicatrici.
Iniziai a guardarmi intorno, in cerca della spada Grifondoro: e, come sempre, era esposta in quella bellissima teca vicino a quel ramo dove, un tempo, vi era appollaiata la più bella fenice che avessi mai visto, Fanny.
Osservai quel posto ormai vuoto con nostalgia per qualche minuto, quando una voce glaciale mi distrasse dai miei pensieri.

- Potter. - ripeté.

Mi voltai lentamente.
Un ragazzo abbastanza alto, magro, occhi grigi glaciali e un ciuffo biondo platino era entrato nell'ufficio. Probabilmente era conoscitore della parola d'ordine.

- Malfoy. - risposi, freddamente.

Era da tanto tempo che non lo rivedevo.
Anche lui, come tutti, era stato particolarmente segnato dalla Guerra. Lui però si era schierato dalla parte sbagliata.

- Non mi aspettavo di trovarti qui. - dissi.

- Neanche io. -

Per qualche secondo, un silenzio imbarazzante intrappolò tutta la stanza, finché il biondo non si decise a parlare.

- Stavo cercando la Preside McGranitt, ma andrà bene comunque. Muoviti Sfregiato, abbiamo bisogno di te. -

Non capivo cosa stesse esattamente succedendo.
Mi prese la mano e io lo seguii e basta.
Andammo fuori dal castello, nel bel mezzo dei prati in quel momento coperti da una coltre di foglie colorate. Mano a mano che ci avvicinavano a una meta a me ignota, sentivo delle urla e degli schianti sempre più forti.

Arrivammo all'orlo della Foresta Proibita.
Un gruppo abbastanza numeroso di Mangiamorte stava lottando con alcuni studenti ed ex-studenti, mentre altri correvano a rifugiarsi all'interno delle mura, un po' come era successo nel passato durante l'attacco.

Una improvvisa ansia mi pervase il corpo.
E se morisse qualcuno, di nuovo?
Non avevo comunque il tempo per pensare, vista la situazione che mi trovavo davanti.
Tra i vari combattenti riconobbi Neville e Katie.
Mi buttai subito nella mischia.

Diversi incantesimi volavano per tutta l'aria, lampi rossi, bianchi e verdi svolazzavano tra gli studenti, mentre la lotta si faceva sempre più difficile.
C'erano diversi Mangiamorte piuttosto potenti, ma non riuscii ad identificarli tutti. Continuavo comunque a combattere e, in un momento relativamente tranquillo, iniziai ad osservare le persone intorno a me.
Neville Paciock era decisamente migliorato in tutto.
Per anni, molti si chiedevano come mai fosse stato smistato in Grifondoro, dato che aveva paura lui stesso di esser parte della casa dei coraggiosi.
Era sempre considerato un po'... Male, ecco, a volte preso di mira e oggetto di battutine da parte degli altri.
Ma, durante il periodo di guerra, si è rivelato una risorsa molto importante, anzi, decisiva. Proprio quando tutti sembravano aver perso la speranza, lui aveva tirato fuori il suo coraggio, la sua grinta, come se una fenice stesse cantando con lui e per lui. E grazie a lui, e agli altri, abbiamo vinto.

Draco Malfoy era cambiato.
Aveva capito, finalmente.
Lo ammettevo, un po' lo compativo. Doveva esser stato difficile per lui, abbandonare tutti i pregiudizi e le regole che gli erano state insegnate, e per questa sua debolezza non aveva avuto la forza di ribellarsi.
Un po' mi ricordava Regulus.

Io non lo avevo mai odiato veramente, anche se di certo non mi stava simpatico. Non avevo mai odiato nessuno, a dir la verità. Forse Voldemort.
La prima persona che ripugnai con tutto il mio cuore fu quel ratto schifoso di Peter Pettigrew.
E anche nel passato avrei voluto strozzaroo ogni volta che me lo trovavo davanti, ma mi trattenevo sempre.
Forse, l'unica volta che provai davvero odio per Draco, fu quando lo vidi puntare la bacchetta magica contro Silente. Lì, e solo lì, la rabbia che provavo aumentò a dismisura, e una strana voglia di ucciderlo si alimentava dentro di me.
Ma durò poco, perché mi bastò vedere il biondo non riuscire ad ucciderlo, non volere ucciderlo, per capire che non fosse cattivo.

Il Settimo Anno // Golden Trio And Marauders FanfictionWo Geschichten leben. Entdecke jetzt