Capitolo 32

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Luna

- Quindi dobbiamo spiegare... tutto? -

- No, Ron. Non per forza. -

Era da qualche minuto che eravamo usciti dall'ufficio del Preside, e tutti quanti erano piuttosto pensierosi. Immaginavo che stessero capendo come agire al meglio.
Non sapevo se dire tutta la verità a James e gli altri fosse una buona idea, immaginando le reazioni che avrebbero potuto avere. Insomma, sapere di avere effettivamente un figlio con la propria cotta ed essere morti giovanissimi, non era cosa da poco.
Lo stesso valeva per Sirius.
Per Harry, sarebbe stato ancora più difficile parlare di lui che spiegare la sua identità ai propri genitori. Certo, gli mancavano, ma comunque li aveva persi da piccolo e non li aveva mai conosciuti. Ma lui, Sirius, era il suo padrino, una figura su cui Harry sentiva di potersi aprire e confidare, una persona che gli avrebbe voluto bene incondizionatamente, non perché fosse il Sopravvissuto o altro.
E vederlo morire, davanti agli occhi, era stato un colpo.
Non avevo mai visto il Grifondoro così distrutto, neanche dopo la morte di Cedric. Aveva gli occhi vuoti, il viso pieno di lacrime, la voce spezzata e il respiro irregolare.
Faceva quasi impressione. Perché stava male, davvero male, provava un dolore che solo chi aveva visto un proprio caro morire davanti agli occhi poteva comprendere. E io lo capivo.

Non ne avevamo mai parlato da quando eravamo arrivati. Tutte le volte che l'argomento veniva anche solo accennato, lui iniziava a fissare il vuoto e a non ascoltare le conversazioni, come se volesse esternarsi dal mondo e dimenticare.
E poi aveva degli incubi. Ma non lo diceva. Io lo capivo soltanto perché era accaduta la stessa identica cosa a me dopo la morte di mia madre.

- Possiamo anche semplicemente dire che veniamo dal futuro. -

- Dimentichi un piccolo dettaglio, Herm. Lily ha visto Harry. E lo ha detto a Remus. Non penso ci vorrà molto prima che ci scoprano. -

- Attenderemo! Spiegare tutto ora provocherebbe solo problemi, e non ne ho voglia. Quando sarà il momento sapranno, se necessario. -

Sentivo solo spezzettoni delle frasi, dato che non stavo ascoltando praticamente nulla.
Stavo pensando a cosa avrei detto a Regulus.
Lui, oltre noi cinque, era stato l'unico a vedere Draco, ed era stato molto gentile a non farmi domande, neanche durante tutto il resto della giornata. Ma sapevo che, dentro di sé, morisse dalla voglia di sapere chi diavolo fosse quel biondo platinato.
Avrei potuto dirgli la verità?
Probabilmente sì, mi fidavo ciecamente di lui, sapevo che non sarebbe andato a dire nulla a nessuno. Tuttavia, non ero io che non volevo spiegarli, ma gli altri. Non me lo dicevano, per educazione, ma sapevo che non lo vedevano proprio di buon occhio: lo percepivo dalle occhiate, dalle parole, dal modo di comportarsi. Ma in fondo non mi importava.

Era il mio amico, non il loro.

Decisi che avrei aspettato a parlargliene. Magari avrei colto l'occasione di qualche sua domanda, e da lì avrei iniziato a spiegargli più o meno chi fossimo, o comunque della nostra provenienza da un'epoca futura.
Sbadigliai, assonnata, e mi stropicciai distrattamente gli occhi.

- Luna, siamo arrivati - disse Hermione, risvegliandomi dai miei pensieri. Annuì, senza dire una parola.

- Senti, Luna, potresti accompagnare Malfoy nella Stanza delle Necessità? Non vorrei che si perdesse in giro nel tentativo di trovare una mela. - mi chiese subito dopo la riccia, lanciando un occhiata al biondo che, a quanto pareva, era troppo occupato a fissare il torsolo del frutto verde mangiato poco prima per accorgersi della situazione.

- Va bene - risposi, facendo le spallucce.

Così ci dividemmo dagli altri che, intanto, avevano sorpassato il quadro della Signora Grassa.
- Allora, Lunatica - iniziò il biondo, mentre lanciava il torsolo in aria, riprendendolo subito dopo. - Come sono le lezioni, qui? Intendo, la McGranitt fa sempre la sua trasformazione in Gatto? -

Il Settimo Anno // Golden Trio And Marauders FanfictionWhere stories live. Discover now