Capitolo 26

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Imprecisato/a

Sapevo benissimo dove mi trovavo, ma le mie gambe avevano ben deciso di addormentarsi. Di nuovo.
Ero lì da poco più di una settimana, e mi stavo annoiando a morte, consapevole di non poter fare molto.
Per di più aveva iniziato a piovere, ed i miei vestiti erano praticamente fradici: dalla cravattina alla camicia bianca, erano tutti impregnati d'acqua.
Ormai era tarda sera e le stelle avevano iniziato a mostrarsi sulla volta celeste, creando quelle costellazioni che più volte mi avevano affascinato.
A me piaceva l'astronomia. Durante la mia infanzia, i miei genitori mi avevano avvicinato notevolmente a quel mondo fatto di stelle, galassie e pianeti, così lontani da noi e così piccoli ai nostri occhi che quasi non ricordavamo della loro esistenza.
Mia madre mi raccontava spesso delle origini di tutti quei nomi che esse avevano, e io prestavo sempre attenzione.

A risvegliarmi dai miei pensieri fu un tuono molto potente proveniente dal cielo, che mi fece sobbalzare.
Guardai in alto e, vedendo i nuvoloni minacciosi che continuavano a fare piovere acqua, decisi che sarebbe stato meglio trovarmi un riparo.

E poi realizzai che le mie gambe non avevano intenzione di muoversi.
Tuttavia, convinsi il mio cervello ad avere la meglio sui miei maledettissimi arti inferiori e, a fatica, mi alzai.

Mi guardai intorno e, con mia grande sfortuna, appurai che raggiungere l'entrata di Hogwarts da quella distanza sarebbe stato assai faticoso e, in caso qualcuno mi avesse visto a quell'ora, sospetto.
Anche l'opzione di raggiungere la Stamberga Strillante era da scartare completamente, dato che non avevo momentaneamente modo di premere il nodo del Platano Picchiatore.
Mi grattai la testa e, poco lontano da me, vidi un grande arbusto che, con i suoi enormi rami, avrei potuto usare come da riparo, anche se sarei rimasto comunque al freddo gelido tutta la notte.
Mi trascinai a forza verso l'albero e posai bruscamente la mia schiena sul tronco di esso.
Iniziai poi a guardarmi intorno, anche se l'unica cosa che potevo scorgere davvero era il muro della Scuola, dato che era tutto completamente buio.
Mi chiesi come mi fossi trovato lì, dato che l'ultima cosa che ricordavo era il volto di un mio amico dai capelli castani. Il luogo dell'immagine che si proiettava nella mia mente era molto confuso, anche se riuscii a scorgere un paio di quadri appesi alle pareti.
Non mi sembrava di aver ricevuto qualche botta in testa o aver avuto una rissa, anzi: stavo abbastanza bene, escluse le gambe.
L'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento equivaleva a un bel sonnellino sopra i comodo materassi del mio dormitorio, coccolato dalle calde coperte che la Scuola ci dava.
Però mi trovavo sotto un albero a lamentarmi di come fosse ingiusto che non avessi un letto tutto mio a portata di mano.

Quando mi svegliai la mattina dopo, le gambe non mi facevano più male. Stavano abbastanza bene.
Mi alzai con fatica e osservai il cielo azzurro, anche se scuro, essendo presto, e mi guardai attorno, forse cercando qualcuno.
Non vidi nessuno per una decina di minuti, quando un ragazzo venne a sedersi dalla sponda più lontana da me del Lago Nero.
Non pensai a niente se non a raggiungerlo, chiunque egli fosse.

Regulus

Anche quella mattina mi ero svegliato presto, col sole negli occhi e delle occhiaie paurose.
Però, quella volta mi ero svegliato presto di proposito.
Volevo sgranchirmi un po' le gambe prima di andare ad aspettare fuori dalla Sala Comune Grifondoro. Luna mi aveva detto che sarebbe uscita presto a farsi una passeggiata per i corridoi e, se volevo, potevo accompagnarla.

Il sole non era ancora in alto, ma i suoi raggi accecanti riuscivano comunque a donare un po' di colore a quelle noiose foglie che coprivano la terra. I prati erano leggermente bagnati di una pioggia residua dalla sera prima che, almeno, aveva pensato a portare via quei nuvoloni grigi che si imponevano sul castello.
Ancora una volta, mi ritrovavo a fissare le bellissime acque del lago Nero, in quel momento calme, quando un ragazzo attirò la mia attenzione.
Era molto probabilmente lo stesso che avevo visto qualche giorno prima, ma non ne ero certo.
Fatto sta che si avvicinò a me.

Il Settimo Anno // Golden Trio And Marauders FanfictionWhere stories live. Discover now