1) Friends Or Enemies?

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Harry salì il gradino dell'autobus della scuola trascinandosi sulla spalla lo zainetti, con in volto un'espressione apatica, come una vittima che si dirige al patibolo, quando ormai non hai più nulla da perdere e la vita ti è completamente indifferente.

Sua madre lo aveva praticamente obbligato a partecipare alla gita all'estero organizzata dalla sua scuola, dicendogli che "aveva bisogno di staccare dalla vita nuvolosa di Doncaster e fare un'esperienza che lo rendesse più allegro", senza accorgersi minimamente che mandandolo a quella gita gli aveva assicurato cinque lunghi giorni di desolante autocommiserazione.

Era completamente perso nei suoi pensieri quando un ragazzo, con i capelli castani raccolti all'insù con qualche spalmata di gel e degli occhi azzurro ghiaccio, gli venne contro.

- Oops - disse harry con tono noncurante e malinconico.
- Ciao, ora levati dai coglioni - disse l'altro, oltrepassando velocemente il riccio e scendendo dall'autobus con tanta fretta che sembrava inseguito da un branco di cani randagi inferociti. Harry continuò a cercare un posto libero tra i sedili dell'autobus, senza riuscire a togliersi dalla testa la visuale di quegli occhi sensazionali. Trovò un sedile libero e ci si sedette, tirò fuori le cuffiette e sprofondò nella melodia delle canzoni di Ed Sheeran e si appoggiò al finestrino; poco dopo il ragazzo fu risvegliato dal suo stato di transe da delle imprecazioni provenienti dal fondo del pullman.

- Oh ma sul serio Luke? Sono andato fuori a fumarmi una sigaretta e tu lasci che il mio posto venga preso da una dodicenne in calore come Stefany ? - quasi urlò il ragazzo dagli occhi azzurri. Il ragazzo con cui stava parlando, Luke, si alzò e si avvicinò al suo interlocutore, sussurrandogli a denti stretti:
- Senti Louis, te l'ho detto che mi piace da morire Stefany, quindi vedi di fare come un buon amico e lasciarmi la mia possibilità di flirtare con lei, ok? -

"Louis, si chiama Louis" pensò Harry; subito scacciò quel nome dalla mente e invece si concentrò sul far ripartire la musica. Louis non rispose a Luke, bensì prese il suo zaino dal pavimento del pullman, e con una smorfia di disapprovazione in volto, si voltò e iniziò a cercare un altro posto in cui sedersi. L'autobus era stracolmo di persone, e l'unico posto restante, per una allora sfortunata coincidenza, era di fianco al riccio; Louis roteò gli occhi e si sedette sgraziato sul sedile accanto a quello di Harry.

Nella mente del ragazzo si fece subito limpido il desiderio di guardare gli occhi azzurri di quel ragazzo un'altra volta e, per quanto lui cercasse di resisstergli, cedette e si voltò verso Louis.
- Ciao di nuovo - disse con tono più arrogante di quanto volesse essere. Il ragazzo non rispose e continuò a guardare lo schermo del suo cellulare, ignorando completamente il tentativo di approccio dell'altro.
- Poverino, Stefany gli ha mangiato la lingua, proprio come farà con quella di Luke - ricominciò a stuzzicarlo sperando in una reazione, che arrivò con fin troppa violenza.

Appena le parole di Harry arrivarono alle orecchie di Louis, il ragazzo si girò di scatto, prendendo il collo della felpa che indossava il riccio e e guardandolo in cagnesco.
- Senti specie di segaiolo sfigato che non sei altro, non parlarmi e non guardarmi se vuoi che quel sorrisetto arrogante abbia ancora tutti i denti a comporlo. -
Louis lasciò la felpa di Harry, poi acquistò un'aria più tranquilla, e con tono calmo ma minatorio concluse:
- Ah e saresti pregato a non ascoltare le mie conversazioni private, grazie -
Harry con pacata arroganza, ribatté:
- Se ci tieni così tanto che siano private, dovresti imparare ad avere un minimo di autocontrollo e a non urlare quando ti alteri - poi si girò dall'altro lato, fissato un punto nel vuoto attraverso il vetro appannato del finestrino, ignorando completamente il ragazzo dagli occhi azzurri.

Harry non capiva cosa gli fosse preso, ma per la prima volta in molto tempo qualcosa attirava la sua curiosità, e quel qualcosa era proprio il ragazzo seduto di fianco a lui.

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Arrivati in aeroporto Harry scese dal pullman e recuperò la sua valigia nel portabagagli, poi si diresse all'interno dell'edificio pronto per fare il check-in insieme a tutti i suoi tanto odiati compagni di scuola.

C'era una persona che Harry non odiava: Niall Horan, di quinta C, con cui aveva fatto amicizia due anni prima, e fortunatamente il suo posto sull'aereo diretto in Italia era proprio affianco a lui; le ore di viaggio in compagnia di Niall passarono velocemente, e quando arrivarono a Roma, dopo uno scalo in Francia, camminarono per circa un kilometro per le state malmesse della città e, arrivati davanti all'hotel in cui avrebbero alloggiato per i seguenti cinque giorni, i professori comunicarono le coppie scelte in ordine alfabetico, arrivati alla s fu nominato il cognome di Harry e dubito dopo fu annunciato il suo compagno di stanza, un certo Tomlinson.

Harry allora entrò nell'hotel insieme alla masnada di persone da cui era accerchiato e andò a ritirare le chiavi della sua stanza: la numero 56; poi cominciò a vagare per i corridoi, scorrendo con gli occhi i numeri dorati scritti sulle porte delle camere e quando trovò la sua, aprì la porta ed entrò, in attesa di scoprire con chi doveva passare quei giorni infernali.

Intanto che aspettava pensò che fosse meglio disfare la valigia, ma appena si chinò per aprirla sentì la serratura scattare e subito dopo, io ragazzo dagli occhi azzurri fece il suo ingresso nella stanza. I due si guardarono per un brevissimo secondo e poi esclamarono, amaramente sconcertati: - TU?! -

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We were too young to know we had everything

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Spazio autrice:
Hello gente questo era il primo capitolo, spero vi sia piaciuto :) :)

I tried to breatheWhere stories live. Discover now