25) New Home

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Passarono circa due mesi da quella notte e il rapporto tra Louis e Harry diventò man mano sempre più solido e intimo; il libro del riccio venne pubblicato, e accumulò in poco tempo un successo inimmaginabile, finché un giorno la casa editrice mandò una mail dalla dubbia interpretazione a Harry.

"Egregio Mr. Styles, siamo lieti di informarla che, in seguito all'incredibile successo che la sua opera sta raggiungendo, le comunichiamo ufficialmente che a breve le verrà inviato un file contenente il contratto che, in caso venisse firmato, la legherà legalmente alla nostra casa editrice, assicurando un posto fisso all'interno di essa. Speriamo sinceramente che decida di accettare la nostra offerta, cordiali saluti. "

Harry lesse quelle parole con il cuore in gola, era pienamente consapevole che era l'opportunità di crearsi una carriera da scrittore. Pochi minuti dopo arrivò anche il file del contratto, ma leggendolo il riccio si rabbuiò, in particolare quando lesse che era tenuto a lavorare nella sede della casa discografica, a Londra.

Il riccio prese immediatamente le chiavi della macchina e si precipitò a casa di Louis, ma anche dopo aver suonato il campanello diverse volte nessuno aprì: Harry allora estrasse dalla tasca le chiavi di riserva e quasi spalancò la porta, notando poi che Louis era in cucina e stava parlando con qualcuno al telefono, con una sigaretta accesa tra l'indice e il medio.

- Lou? - chiamò Harry.
- Aspetta un secondo, è arrivato un mio amico... Ciao Haz, dammi cinque minuti e ci sono - rispose Louis.

Harry rimase confuso e infastidito da quelle parole, che continuavano a rimbalzare da un lato all'altro della sua testa; si andò a sedere sul divano, torturandosi le mani e sentendo in subbuglio lo stomaco. Era parecchio che non gli capitava di sentirsi così in ansia per via della presenza di Louis, e quella sensazione era ormai diventata sconosciuta al suo corpo.

Finalmente Louis terminò la chiamata e si diresse a passo veloce verso Harry, chinandosi su di lui e posando un leggero bacio sulle sue labbra.

- Ciao amore - disse con semplicità sedendosi poi affianco al riccio.
- Da quando mi chiami amore? - chiese Harry cercando di preservare il sentimento di fastidio causato da ciò che aveva sentito poco prima.

- Ehm... Non lo so, mi era venuto naturale... Se ti dà fastidio smetto -
- In realtà mi dà fastidio il passaggio repentino che faccio nella tua gerarchia sociale - disse Harry con arroganza.

- Che intendi? -
- Beh prima sono tuo amico e poi sono "amore" -
- Ah già. Ero al telefono con Mark... E non gli ho detto di noi due... Ecco diciamo che non si quanto gli possa andare a genio che io stia con un ragazzo, soprattutto ora che non c'è mia madre... -

- Oh scusa Lou, avevo frainteso tutto - disse Harry in tono dispiaciuto.
- Come mai eri al telefono con Mark? - chiese poi il riccio.
- Ecco... Nulla, nulla, non viglio farti preoccupare inutilmente -
- Sì ma così mi preoccupo il doppio, è qualcosa di grave? -

- Beh... In un certo senso sì: Mark ha deciso di tornare a Holmes Chapel, la città dove è nato, insieme alle mie sorelle... Ormai non ha più nulla che lo tiene legato a Doncaster -
- E tu non vali nulla? - disse con tono arrabbiato il riccio.

- Evidentemente no, ma il problema è che ha detto di voler vendere la casa, questa casa - continuò il ragazzo dagli occhi azzurri diventato buio in viso.

Harry rifletté qualche secondo, poi un sorriso si aprì sul suo volto.
- Ma è perfetto! - esclamò.
- Harry ma che cazzo dici... Se volevi lasciarmi potevi anche farlo con più delicatezza -

- No, no, Lou non hai capito... La casa editrice mi ha offerto un posto fisso, alla condizione di andare a vivere a Londra... Ero venuto qui per dirtelo ma ora è tutto sistemato! -
- Non ti seguo -
- Beh è ovvio, vieni con me a Londra... L'appartamento che ho preso per quel mese un po' di tempo fa è abbastanza grande per entrambi e il costo mensile è affrontabilissimo -

- Harry... Io non so... -
- Non ti senti pronto a vivere con
me? - chiese subito Harry.
- Beh no... È che qui ho la scuola... -
- Lou... Cos'hai qui che ti tiene intrappolato? E non mi dire che è la scuola -

- In effetti niente... Insomma ormai sei tu la mia famiglia - rispose Louis sorridendo timidamente.

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Anche Anne, dopo qualche insistenza da parte dei due ragazzi, cedette alla proposta e, dopo aver ribadito centinaia di volta le raccomandazioni che ogni madre farebbe ai propri figli, li aiutò con tutti i preparativi.

Nel giro di due settimane i due ragazzi erano pronti per trasferirsi: fortunatamente l'appartamento era rimasto libero e nessuno si era mostrato interessato a prenderlo; Louis comunicò alla scuola il suo ritiro dagli studi, e il 28 aprile, per la prima volta, aprirono la porta del loro condominio.

Harry iniziò a portare su alcuni scatoloni su per le scale, seguito da Louis, che quando terminò di salire i gradini appoggiò la scatola che portava per terra e si raddrizzò con il fiatone e tirando qualche colpo di tosse.

- Amore stai bene? - chiese Harry alle prese con le chiavi.
- Sì stai tranquillo, la classica influenza primaverile - disse Louis con tono calmo.

Appena entrati in casa si trovava un divano a due posti attaccato al muro a destra della porta, con davanti un tavolino e una TV a schermo piatto, di fronte alla porta d'ingresso c'era la porta che conduceva al bagno, molto semplice e con una grande vasca da bagno; sullo stesso lato era posizionato l'ingresso alla camera da letto, al cui interno si trovava un letto a due piazze, una cassettiera e un armadio, e un piccolo balcone che dava sul giardino del condominio.

Sul lato destro della TV era situata una porta che conduceva alla cucina, mentre dalla parte opposta una porta che conduceva a una stanza inutilizzata, con una scrivania e una poltrona malandata.

- Beh, deduco che questa sia casa - disse Harry guardando Louis con occhi sognanti e colmi di amore.
- Mi fai fare il tour della casa? - chiese Louis intrecciando le proprie dita con quelle di Harry.

- Qui, come vedi, abbiamo il salotto - iniziò il riccio.
- Poi di qua c'è il bagno -
- Mmhh vasca da bagno spaziosa
eh... - ridacchiò Louis.
- Qui la cucina - disse Harry aprendo la porta.

- No, non ci siamo, questo è scomodo - disse Louis picchiettando con il pugno sul tavolo da pranzo.
- Qui invece una specie di sgabuzzino studio o qualunque cosa sia -
- Ma quanto cigola questa poltrona! No, non va bene - constatò il ragazzo dagli occhi azzurri sedendosi sulla poltrona al centro della stanza, ricevendo uno sguardo confuso e incuriosito da parte di Harry.

- E infine qui abbiamo la camera da letto - terminò Harry mostrando l'ultima stanza.
- Ma che bel letto! - esclamò Louis buttandocisi sopra a peso morto.
- Mi spieghi che hai? Ti comporti in modo strano - disse Harry con tono sospettoso, appoggiandosi alla cassettiera.

- Ti va di inaugurare il letto? - disse Louis con fare malizioso.
- Dovevo aspettarmelo - disse Harry incrociando me braccia e voltando gli occhi al cielo.
- Oh dai, non mi far alzare che è così comodo questo letto - di lamentò Louis.

- Abbiamo una marea di scatoloni di sotto - disse Harry con tono di rimprovero.
- E quindi? - continuò Louis mostrandosi con vice accattivante.

- E quindi... - iniziò Harry avvicinandosi a Louis e gattona do sul materasso fino ad essere quasi a cavalcioni sul ragazzo.
- E quindi vuol dire che dobbiamo portarli su, uno ad uno - sussurrò Harry con tono sensuale a pochi centimetri dalle labbra dell'altro, alzandosi subito dopo e dirigendosi verso la porta.

Louis si alzò a sua volta e prese per il polso il riccio, trattenendo dall'uscire.
- Io ti avevo detto di non farmi alzare - disse poi trascinando il ragazzo verso di sé e spingendolo contro il muro.

- Oh, come siamo aggressivi oggi - rise Harry, con la schiena attaccata al muro.
- Non hai ancora visto nulla - rispose il ragazzo dagli occhi azzurri con le proprie labbra a una distanza minima da quelle del riccio, improvvisamente sull'attenti.

- Oh, smettila di giocare la parte del cattivo e baciami, cretino - disse Harry dopo pochi attimi, senza riuscire più a controllare il desiderio di sentire quel contatto accogliente e caloroso.

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I can't contain this anymore, I'm all yours, I've got no control

I tried to breatheWhere stories live. Discover now