• you only suffer once but you never stop •

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continuation

Dal capitolo precedente...
Tenni la nostra foto nella cover del cellulare così da vederla quasi sempre.
Sorrisi vedendola,posai il cellulare nello zainetto e cominciai a guidare verso casa sfrecciando per le strade di Los Angeles.

Mi fermai in un fast food di LA prendendo qualcosa da mangiare,pagai e uscii dal locale andando di nuovo verso la mia auto.
Guidai arrivando al lago,un posto tranquillo e rilassante.
Scesi dalla macchina che parcheggiai a qualche passo,presi il sacchetto del cibo e mi sedetti sul
prato spalla contro spalla ad un albero con di fronte il lago calmo.
Iniziai a mangiare pensando a tutto e per quel momento riuscii a non piangere.
Finii di mangiare,buttai tutte le carte in un cestino non molto lontano e mi sedetti come prima.
Iniziai ad osservare il cielo scuro e le stelle piccole e luminose ma una mi colpì in particolare,la più grande e la più luminosa,era vicina alla luna e pensai subito al mio Jackson
Io:"non meritavi tutto questo..." sussurrai tra me e me abbassando la testa rigata dalle lacrime
Io:"non meritavi niente se non di vivere felice. È tutta colpa mia,non dovevo chiederti aiuto ma dovevo lasciarti vivere la tua vita. Infondo sono sempre i migliori a morire no? Ma tu nonostante fossi uno dei migliori dovevi essere qui di fianco a me,come hai sempre fatto. Desidero che tu fossi qui,con me a parlare delle nostre vite nonostante le cose anormali. Ti voglio bene Jacky,tanto. Spero solo che tu adesso sia in un posto migliore di questo schifo di mondo. Sai,non ho mai pianto la morte di qualcuno ma la tua è stata capace di distruggermi e non so il perché ma so solamente che ti voglio bene e spero anche che tu mi stia ascoltando. Grazie di tutto quello che hai fatto Jacky,mi hai resa felice in questi anni e lo farai sempre con i nostri ricordi." terminai il mio discorso non distogliendo mai lo sguardo da quella stella ma le lacrime non cessavano così ripresi a respirare regolarmente e mi calmai smettendo di piangere.
Osservai per qualche altro minuto la stella poi presi le mie cose e salii in macchina ritornando a casa.
Parcheggiai nel nostro garage ed entrai in casa trovando tutti ammucchiati in salotto
Avani:"oddio menomale! Stavamo cominciando a preoccuparci" disse ansiosamente venendomi ad abbracciare improvvisamente ma il mio volto rimase inespressivo
Amy Hossler:"ehi ti abbiamo chiamata tante volte,dov'eri?" chiese ricevendo una gomitata da mia zia
Io:"ero a pensare e avevo il cellulare in macchina." tagliai corto tirando un sorriso falso e salii le scale con tutti gli occhi puntati addosso.
Chiusi la porta e indossai velocemente il pigiama che consisteva in un pantalone di tuta grigio e un top nero della Tommy Hilfiger.
Legai i capelli in uno chignon disordinato e andai a lavare i denti.
Ritornai in camera e bussarono alla porta così andai ad aprire io stessa trovando uno Stiles agitato
Io:"come mai qui?" domandai ridacchiando per la sua espressione
Stiles:"spostati e fammi venire in camera tua. Mi hanno detto di lasciarti sola ma non ho voluto" spiegò gesticolando nervosamente come il suo solito,mi scappò un risolino e gli feci spazio per poi chiudere di nuovo la porta.
Si sedette sulla sedia della mia scrivania e mi guardò senza dire niente
Stiles:"sai che dobbiamo andare avanti,vero?" annuii debolmente abbassando il capo che lui alzò con due dita mentre mi rivolgeva un sorriso pieno di affetto
Stiles:"dai,vieni qua" mi invitò in un suo abbraccio che non rifiutai
Stiles:"sei forte,supererai pure questa" mi sussurrò all'orecchio e annuii staccandomi dall'abbraccio
Io:"parliamo di cose belle. Allora...come va con Lydia?" chiesi curiosa e lui rise
Io:"perché ridi?" domandai corrugando le sopracciglia
Stiles:"io e Lydia? Lei per me è solo un'amica come io lo sono per lei" mi disse continuando a sorridere
Io:"oh okey,non lo sapevo" motivai ridacchiando
Stiles:"ci sono riuscito!" esclamò facendomi ridere date le sue espressioni facciali
Io:"a fare cosa?" chiesi ridendo
Stiles:"guardati! Stai sorridendo! Lo sapevo!" gridò contento e risi
Stiles:"ecco perché devi sorridere,sei più bella quando lo fai" mi disse e gli sorrisi sinceramente poi feci una cosa inaspettata,lo abbracciai
Io:"grazie Stiles,ti voglio bene" dissi e lui ricambiò il gesto
Stiles:"a-anche io te ne voglio" rispose un po' sorpreso e ci staccammo.

[...]
* la mattina dopo *

Suonò la sveglia e sbuffai sonoramente per poi spegnerla e alzarmi dal letto.
Rifeci il letto,presi i vestiti e mi diressi in bagno per poi fare una bella doccia.
Quando uscii avvolsi un asciugamano attorno al mio corpo poi iniziai ad asciugare i miei capelli e nel giro di cinque minuti finii.
Mi vestii,indossai le mie Nike Air bianche,lavai i denti e sistemai i capelli lisciandoli con la piastra.

Immagine outfit:

( lo zainetto non fa parte dell'outfit )

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( lo zainetto non fa parte dell'outfit )

Spruzzai un po' di profumo sul mio collo e sui polsi,presi lo zaino e il cellulare.
Prendendo il cellulare vidi la polaroid di me e Jackson da piccoli,sorrisi istintivamente e dopo qualche minuto scesi in cucina
Io:"buongiorno" salutai sedendomi sul mio sgabello dopo aver preso qualche pancake con panna e nutella
Tutti:"buongiorno" ricambiarono il saluto per poi mandarsi varie occhiate tra di loro così roteai gli occhi
Io:"cosa dovete dirmi?" chiesi capendo che avevano qualcosa da dirmi
Fabiana:"ecco vedi...non sappiamo come dirtelo" si giustificò guardandomi
Io:"ditemelo e basta,ho capito che si tratta di Jackson. Si soffre una volta sola quindi muovetevi" dissi continuando a mangiare la colazione
Aurora:"il funerale di Jackson sarà domani quindi salteremo scuola" mi comunicò aspettando una mia reazione che non ebbe,rimasi completamente inespressiva a continuare quello che stavo facendo,non avevo più lacrime da versare o altro,sentivo solo un grande vuoto dentro di me.
Quel mattino non dicemmo una parola ma continuavo ad osservare il posto vuoto che fino al giorno prima era occupato dal mio Jackson.
Finimmo di mangiare e come sempre sparecchiammo per poi uscire di casa.
Salii in macchina portando con me Jaden,Aurora,Fabiana e Bryce ma non dicemmo niente.
Continuai a guidare impassibile fin quando non arrivammo davanti all'edificio.
Scendemmo dall'auto e la chiusi schiacciando un bottone sulle sue chiavi poi entrammo tutti quanti nell'istituto.
Dopo aver avvisato gli altri mi avviai verso gli armadietti con tutti gli occhi puntati addosso ma ormai ci ero abituata.
Arrivai a lezione di geografia con qualche minuto di ritardo
Professore:"signorina Gray ho saputo quel che è successo,le mie più sentite condoglianze. Si accomodi pure accanto al signorino Moormeier" 'ci mancava solo questo' pensai stufa
Io:"grazie per il pensiero." risposi al professore per poi sedermi all'ultimo banco rimasto ovvero accanto a lui a cui non rivolsi nemmeno una parola.

[...]
* a casa,qualche ora dopo *

Quel giorno ero distrutta e per fortuna a scuola non avevo incontrato Barbie.
Tornai a casa e salii in camera per lasciare lo zaino e andai a lavare le mani per poi legare i capelli in una coda alta.
Pranzammo insieme,facemmo i compiti e passammo il pomeriggio a vedere qualche film ma neanche per un momento smisi di pensare a Jackson.

To be continued

Spazio Autrice:
Ciao raga!
Come state?
Spero che la storia vi piaccia.
Ily!

𝙒𝙝𝙖𝙩 '𝙨 𝙡𝙚𝙛𝙩 𝙤𝙛 𝙪𝙨 ? // 𝗣𝗮𝘆𝘁𝗼𝗻 𝗠𝗼𝗼𝗿𝗺𝗲𝗶𝗲𝗿 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora