Capitolo 5 - Ancora a casa mia

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Nella notte, Mia ha avuto la febbre, e neanche le medicine sono riuscite ad abbassarla. Al mattino, ho deciso di portarla al pronto soccorso.

-Mia, amore mio... ora ti visitano e vedrai che andrà tutto bene- dico cercando di tranquillizzarla. Povera la mia bimba, ha pianto tutta la notte; ormai penso sia rimasta senza lacrime e voce a forza di piangere e lamentarsi.

Dopo la visita medica, il dottore ha fatto delle analisi e dei test. Dopo un po', stiamo aspettando i risultati. Nel frattempo, verso metà mattinata, il mio cellulare squilla, ed è Zac.

-Pronto?-

-Pronto, Alice?-

-Si?

-Volevo assicurarmi che andasse tutto bene, visto che mi hanno detto che oggi non puoi venire in ufficio-

-Si, è una questione personale. Scusami per non averti avvertito prima-

-Tranquilla volevo solo assicurarmi che non fosse per... per ieri sera.. non ho pensato che chiederti se volevi bere qualcosa fosse inappropriato. Mi scuso se l'hai percepito così e se ti ho messo a disagio-

-Mai quanto fingere di essere la tua ragazza- cerco di ridacchiare per alleggerire la situazione.

-Si scusami ancora per tutto. Non succederà più. Volevo rassicurarti che il nostro rapporto è strettamente professionale-

-Okay- dico abbassando leggermente il tono della voce. Sto per dire qualcosa per tranquillizzarlo ancora sul fatto che non mi fosse dispiaciuta la richiesta, ma proprio in quel momento il dottore entra nella stanza dicendo che le analisi erano pronte. Saluto velocemente Zac per ascoltare il dottore.

Finita la visita, torno a casa con Mia che finalmente si è addormentata. Il giorno dopo, chiamo ancora l'ufficio per prendermi un altro giorno di ferie.

Mia si sente meglio grazie agli antibiotici che le ha dato il medico, ma inizio io a sentirmi intontita. Spero che Mia non mi abbia passato qualsiasi cosa abbia avuto. Verso sera, Chiara porta la mia bimba dai suoi genitori, visto che si è alzata la febbre a me e non mi sento abbastanza bene per prendermi cura di Mia.

Quando sento il campanello di casa suonare, mi trascino dal divano alla porta.
Apro e trovo Zac sulla soglia.

-Che ci fai qui?- chiedo mentre mi avvolgo nella coperta che mi sono portata dietro. Devo essere proprio un bel vedere... tanto lui non è interessato a me, quindi non importa anche se ho l'aspetto di uno sputo sul pavimento.

-Ero venuto a parlare con te... perchè hai preso un giorno di ferie se sei malata?- chiede interdetto.

-Stamattina non pensavo di essere ammalata, ero a casa per problemi personali- dico appoggiandomi allo stipite della porta stanca. -Di cosa volevi parlarmi?- chiedo.

-Di lavoro- dice dopo un po'.

-Non poteva aspettare?- chiedo dopo aver alzato gli occhi al cielo.

-No, posso entrare?-

Se lo faccio entrare, vedrà tutti i giochi di Mia sparsi per la casa.

-No... no... qualsiasi cosa sia può aspettare non è orario di ufficio, mi sono presa un giorno di ferie e poi non voglio attaccarti niente- dico dopo averci pensato un attimo. -Puoi mandarmi tutto per mail-

-Sei sicura? Non sembri stare molto bene. Hai bisogno di aiuto?- chiede

-No tranquillo-

-Oh.. capisco. Non sei da sola in casa- dice dopo un attimo. Meglio fargli pensare che non sono da sola in casa che fargli scoprire che ho una figlia e rischiare il lavoro, quindi annuisco.

Domani ci sarai ancora?Where stories live. Discover now