Capitolo 7 -Mia figlia

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Sabato mattina Daniele torna a casa mia.

-Se ne è andato il tuo ragazzo?- mi chiede entrando e guardandosi intorno.

-Non è il mio ragazzo... è il mio capo- dico mentre lo faccio sedere in salotto.

-E il tuo capo è solito a passare a casa tua?- chiede con un sorriso per prendermi in giro.

-Mi ha portato del lavoro poi è rimasto un attimo visto che non stavo bene, per aiutarmi- cerco di spiegarmi.

-Come vuoi, non so qui per te.- mi dice molto serio. -Sono qui per Mia.-

A quelle parole trattengo un respiro e cerco di contare fino a 10 prima di parlare.

-Dimmi-

-So che con te non mi sono comportato bene durante la nostra relazio- lo interrompo sentendo la rabbia salire.

-Anche dopo che la nostra relazione era finita- preciso.

-Non stiamo a mettere i puntini sulle i-

-Non sto mettendo i puntini, sto chiarendo perchè non puoi minimizzare quello che hai fatto e quello che hai detto-

-So che mi sono comportato male con te e anche con Mia. Sono venuto qui perchè voglio la custodia di Mia-

-Come scusa?- chiedo abbastanza lasciata di stucco.

-Voglio la custodia completa, voglio portarla in Italia è lì la sua famiglia e non è giusto che tu l'abbia portata via qui da sola- mi dice mentre si alza dal divano.

-Stai scherzando? In questi ultimi anni non hai chiamato una volta, Mia non è tua figlia, non sei mai stato suo padre- chiedo ridendo non sapendo cosa dire.

-Non sono venuto a contrattare per una visita o per averla il fine settimana, io voglio mia figlia e voglio tornare in Italia con lei- dice poi mi saluta dicendo che si farà sentire il suo avvocato e se ne va.

Il mio weekend è iniziato molto bene devo dire. Chiamo subito Chiara per sentire Mia.

-Ciao mama- mi saluta appena mi sente.

-Ciao tesoro mio come stai?-

-Machi- mi dice e io non riesco a non sorridere.

-Fra qualche giorno ci vediamo- il mio pensiero va subito a Daniele. Non voglio preoccuparmi troppo in questo momento, voglio parlare bene con un avvocato.

-Volio vedere i animali- mi dice mentre mi racconta le sue cose.

-Ti porterò a vedere gli animali presto, mi passi la zia per favore amore mio?- le chiedo.

-Si! Ciao mama!- strilla al telefono.

-Alice? Come stai?- mi risponde Chiara.

-Meglio oggi meglio... è passato Daniele ieri sera mentre c'era il mio capo- dico sospirando e stendendomi sul divano.

-C'era il tuo capo a casa nostra? E come mai?- mi chiede molto interessata alle mie parole.

-Mi ha portato del lavoro e poi mi ha cucinato la cena- dico arrossendo.

-Wow... ma dimmi un po' di lui- dice ridacchiando.

-Smettila, ti volevo parlare di Daniele-

-Si scusa, non sapevo neanche fosse qui in America- ritorna in se e mi ascolta seriamente.

-Io si... è qui per lavoro da quello che mi hanno detto-

-Quindi cosa voleva?- mi chiede.

-Vuole la custodia completa di Mia e vuole  portarla in Italia-

-Ma è impazzito?-

-Dovevi vedere con che calma mi ha detto tutto, ti giuro che mi sembrava fosse tutto uno scherzo- dico mentre piano piano realizzo che è tutto vero.

-Vuole andare in tribunale?-

-Si, mi ha detto che sentirò notizie del suo avvocato...-

-Beh tu devi stare tranquilla, nessun giudice con un po' di testa gli darebbe la custodia di Mia sapendo tutto quello che è successo-

-Devo sentire subito un avvocato- dico iniziando a preoccuparmi visto che non ne conosco.

-L'avvocato che ha seguito i miei genitori ogni tanto è andato in pensione... era l'unico che conoscevo- mi dice Chiara.

-Cosa faccio? Cerco su Internet o nei dintorni?- chiedo preoccupata. -Ma come faccio a fidarmi? Non conosci qualcuno che ci può consigliare un buon avvocato-

-Sinceramente non mi viene in mente nessuno ora... però tu potresti chiedere agli avvocati dell'azienda oppure al tuo capo- mi dice.

-No non posso! Lui non sa di Mia, se scoprisse che gli ho mentito potrebbe, anzi non potrebbe c'è una grande possibilità che mi licenzi-

-Okay... allora cerchiamo su internet- mi dice dopo qualche altra chiacchiera chiudiamo la chiamata così da poter riposare.

Il lunedì alla fine arriva veloce, dopo aver portato Mia all'asilo mi dirigo in ufficio come sempre in orario.

-Buongiorno signore, le messo sulla scrivania le cartelle delle riunioni di oggi- dico raggiungendo Zac quando arriva sul piano dell'ufficio.

-Alice chiamami Zac per favore, è vero che sono il tuo capo ma ho pochi anni più di te- mi dice mentre entriamo nel suo ufficio.

-Va bene, scusa... per due anni ti ho dato del lei e chiamato signore ora è un po' difficile- mi fermo davanti alla sua scrivania mentre lui si siede sulla sua poltrona.

-Vanessa era gelosa, non potevo permettermi di dare confidenze a nessuno- sussurra mentre inizia a guarda i suoi fogli di lavoro e io annuisco per poi uscire e andare verso la mia scrivania.

Sapevo che Vanessa era molto gelosa, quando veniva in ufficio guardava tutte malissimo e ha trattato un paio di dipendenti anche male.

Poco prima di pranzo mi arriva una chiamata sul mio telefono personale.

-Pronto?-

-Buongiorno signorina, sono l'avvocato. Ha chiamato la mia assistente questa mattina- mi sento rispondere.

-Buongiorno- dico alzando subito lo sguardo sulla porta dell'ufficio di Zac che trovo aperta quindi mi sporgo dalla mia scrivania per assicurarmi che lui sia impegnato e infatti lo trovo con gli occhi fissi sul suo computer.

-Buongiorno sono Alice- riprendo un po' più serena appoggiandomi allo schienale della sedia. -Ho chiamato perchè vorrei prendere un appuntamento per discutere di un caso che mi coinvolge e sto cercando un avvocato che mi possa rappresentare-

-Certo, quando avrebbe tempo per venire qui?- mi chiede.

-Domani pomeriggio alle 4?- chiedo dopo aver pensato un attimo agli impegni di Zac.

-Perfetto allora la aspetto- dopo i saluti chiudo la chiamata.


Domani ci sarai ancora?Where stories live. Discover now