Jessica
Li ho aspettati, si.
Ne avevo di aspettative, credevo che avremmo trovato un punto d'accordo e che mi avrebbero spiegato meglio ciò che mi era successo, eppure non avevo ricevuto neanche una chiamata.
Oltre alla visita anonima di Blake, nessuno mi aveva mai risposto.
Avevo passato il weekend a casa con zia Nicole, provavamo nuove ricette e l'aiutavo con il bucato.
Devo ammettere però di essere delusa, mi aspettavo una chiamata, una qualsiasi, da uno casuale.
Il tempo volava, portandosi con sé il freddo invernale, arriveremo presto al periodo natalizio se le ore passeranno così in fretta giorno dopo giorno.
Potevo sopportare e percepire il freddo, sentire i brividi lungo la schiena e sulle braccia; quella fortezza della mia pelle e i miei sensi umani mi fecero sentire umana.
Mi preparai per l'inizio settimana scolastico, mi affacciai fuori alla finestra vedendo i piccoli raggi di sole scomparsi per via delle nuvole grigiastre; mi legai i capelli in una coda di cavallo vestendomi con un maggiore bianco panna e dei semplici jeans azzurri a zampa.
Avevo voglia di una colazione differente, desideravo stare nel silenzio della natura a gustarmi il caffè nel bicchiere di cartone e così feci, diedi il buongiorno e l'arrivederci, cambiando il bendaggio e assicurandomi che le ferite fossero chiuse.
Sorso dopo sorso il mio sorriso si allargò sentendo dei passi familiari, guarda chi è ritornato con la cosa in mezzo alle gambe.
Lo osservai con la coda dell'occhio accanto ai miei piedi, era affascinante con quel maglione a collo alto, lo rendeva un uomo sensuale.
Sospirai ascoltandolo in mezzo al mio silenzio, si schiarì la voce cercando le parole giuste da usare invano, se ne rimase poi in silenzio.
Poi, i suoi curiosi gesti che massaggiavano la gola, sfiorandosi il pomo, mi fecero sciogliere.
Quando sfiorai il suo braccio con il mio bicchiere, il caffè cadde, si sparse come una chiazza per terra; arrabbiata, alzai lo sguardo su di Blake..e lui non c'era.
Fottuti rimorsi, mi annebbiano la mente.
Stritolai il bicchiere nelle mie mani, lo ruppi prima di buttarlo al primo cestino che mi capitava per strada, mi mancava scoprire se questa giornata fosse frutto della mia fantasia.
《Sto diventando pazza..》parlavo da sola massaggiando le tempie, chi lo avrebbe mai detto, Blake mi sta facendo impazzire.
Di notte tra i miei sogni, di giorno nella mia testa.
Il cuore mi ordinava di perdonare e andare avanti ma la mente mi costruiva questa strada piena di cocci da superare per essere sempre più forte ed essere rispettata, e per il momento, la mente governava ogni parte di me.
Passai la giornata scolastica sola, Kira non si era presentata a lezione, Blake era agli allenamenti giustificando le ore perse di lezione, mordevo il tappo della penna esigente, escogitavo piani e discorsi per non essere vista da Brooke.Ascoltai tutte le lamentele degli studenti in mensa, i discorsi sugli orari fastidiosi, i troppi compiti e i ragazzi della squadra di football che parlavano di ragazze, quelle sedute accanto a loro, le famose cheerleader che tifavano per darli forza; ciò che ignoravano erano i loro commenti da maschioni arrapati, scommettevano su quale troietta si sarebbero portati nello spogliatoio, su quante grida contavano e quante volte le avrebbero fatte venire.
Arrossì sentendo alcune fantasie di loro immaginandomi lì, con le spalle contro il muro, con i vestiti d'intralcio, le loro labbra sui miei punti più sensibili, le loro dita soffocarmi, stuzzicandomi, pizzicandomi.
Erano tante, così tante le loro fantasie che non feci a meno di avampare trattenendo la mia eccitazione.
Dio, sto letteralmente impazzendo.
Da lontano guardai uno di loro tirare fuori un foglio grande accartocciato, si schierarono tutti al centro del tavolo ridendo e scherzando, non distolsi lo sguardo da Blake che sembrava completamente assorto dalle loro voci.
Curvai le sopracciglia socchiudendo gli occhi, mi chinai con il busto e vidi il tappo della penna indicare le cheerleader, gruppi di tavoli occupati da sole ragazze e poi alcuni di loro guardarono verso la mia direzione; chinai subito la testa fingendo di masticare, ascoltavo le loro voci farsi più basse e profonde accompagnate da risatine.
Alcune ragazze che passarono accanto a quel tavolo vennero fissate fino al bidone dell'immondizia, altre che ritornavano al loro posto, venivano accompagnati dai loro sguardi fulminanti e sorrisi eccitati.
Feci un bel respiro profondo, se fossi passata e mi avrebbero osservato ed io avrei buttato lo sguardo sul foglio, saprei se stessero parlando di me e dovevo saperlo urgentemente.
La curiosità mi uccise.
Strinsi il bordo del mio vassoio aggiustandomi i bordi dei jeans, con aria spavalda in lontananza avvistai alcuni di loro in fondo tracciare il loro sguardo su di me; in un misto di vergogna e curiosità mi stetti vicino al bidone con la sensazione dei loro occhi addosso, alzavo le braccia per far vedere loro al meglio il mio fondoschiena, e lì, la palla entrò in buca.
Mi girai guardando le loro pupille andare altrove, feci per prendere una strada più libera per vedere cosa ci fosse su quel tavolo e uno di loro mi sfiorò il culo.
Mi bloccai vicino al mio tavolo, ripensando a ciò che aveva fatto un rosso, mi fece l'occhiolino quando lo guardai ed io allungai una smorfia, credo di sapere cosa ci sarà su quel foglio; fatti sta, che quando la campana suonò, li seguì a distanza di poche persone, inosservati buttavano nella carta il loro foglio.
Mi buttai lì vicino per acciuffarlo e tenerlo chiuso in un pugno fino al mio tragitto vero il bagno delle donne; mi chiusi a chiave nella cabina con il cuore che mi batteva forte.
Allungai il foglio vedendo una tabella, vari nomi di ragazze che non conoscevo e altre della mia classe e quelle accanto erano segnate, c'era persino il mio nome lì, le ragazze compresa me erano poche questo per via della loro classifica in base alla tabella; Brooke ed io eravamo allo stesso rigo, tra il terzultimo e il quartultimo posto nella classifica dei primi top dieci.
Le iniziali dei giocatori erano accanto ai nostri nomi, vicino alla mia riga c'erano cinque iniziali ad altre due o tre mentre quelle che avevano la fortuna di essere sul podio, c'erano le iniziali di quasi tutti i giocatori; cercavo la M o la B da qualsiasi parte, in qualsiasi riga o nome.
Blake Moore, non ti conviene giocare con il fuoco.
Notai i brividi prendere spessore, le mie guance così come il petto andarono a fuoco; girando il foglio una scaletta confusa di innumerevoli piani specifici su di noi erano chiari, il mio nome seppur raro era evidente.
Mi avrebbero intrappolato, ovunque: nei bagni, nelle feste, nei vicoli.
Il sesso con me sarebbe stato rude, violento e spericolato, come mi avevano caratterizzato dal valore che credevano che possegga.
E la verginità costava il doppio, aumentava la classifica dei loro desideri.
Brutti figli di puttana.
Strinsi i denti, per poco non strappavo il foglio a morsi, il nome di Blake era assente eppure sembrava così attirato dalla classifica che quasi urlai.
Morsi la lingua aprendo la porta, le ragazze in classifica li avrebbero lasciati fare eppure io non la lasciavo passare, non starò con l'ansia addosso ogni volta che passerò accanto a loro, mi farò rispettare e aprirò come una verza Moore.
Voleva proteggermi eh?
Dalla classifica non sembra proprio.
È lui quello che deve essere protetto.
Uscì dal bagno con la testa che mi esplodeva, tutte le sue bugie, tutti quei tentativi di protezione sono andati in fumo per una classifica di merda; non me lo aspettavo, anche se il suo nome non c'era mi immaginavo cosa voleva dalle altre ragazze.
Con il foglio chiuso nel palmo della mano mi dirigevo verso la nostra classe, avevamo lezione e lo avrei tirato fuori da lì facendogli ingerire sta cazzata.
《Professore? Mi ha fermato la Smith》
《Quella dei laboratori?》annuì.
《Mi chiede di portarle il signor Moore da lei. È possibile mancare per dieci minuti?》credette alla mia scusa, guardai infondo e lui serrò la mascella, non si aspettava un contatto e non si aspetterà la mia ira, voglio risposte.
Non appena il professore fece cenno a Blake, lui si alzò con un sospiro, venne verso di me chiudendo la porta; mi accertai che nessuno passasse nei corridoi tanto da prendergli l'orecchio e trascinarlo con forza verso l'aula chiusa.
Con forza lo spintonai nel laboratorio di chimica chiudendo la porta.
《Tu..brutto stronzo!》chiusi il foglio in una pallina, lo lanciai con velocità assurda verso la sua faccia colpendolo in pieno, fece una smorfia che io presi alla leggera.
《Si può sapere che ho fatto?》
《Che hai fatto? Che state facendo! Brutti.. - lo spintonai - ..maiali.. - lo mandai con le spalle al muro - perversi del cazzo!》indicai il foglio a un metro dal suo viso.
Le mie iridi mutarono, sentivo la pelle pungermi e le unghie farsi appuntite, lo avrei massacrato.
《Non è come sembra Jes》lo fissai con la sua maglia nel palmo della mia mano, lo avvicinai al mio viso con un viso colmo di rabbia, non si doveva permettere di dire ciò che non volevo dicesse.
Io non sono solo un gioco per lui, vero?
Noi..siamo amici, no?
《C'è una classifica. Il mio nome come quello delle altre ragazze. Dietro delle porcate micidiali, per non dire le perversioni frenetiche che ha Harry su di me! E tu..tu vuoi proteggermi? Ci sei in mezzo dannazione!》lo urlai contro i suoi zigomi, tentò di prendermi il viso e quasi non gli sputai sulla mano.
《E credi che abbia smesso di proteggerti?》
《Spiegamelo, avanti. Dimmi perché dovrei venire con la cera di una candela, con James poi!》notai il suo pomo fare su e giù, ingoio un groppo di saliva evidente e, prima che potessi stringerlo a me, fui io quella con le spalle contro il muro.
Il suo braccio faceva pressione sotto il seno, l'altro alzato verso il mio viso, contro il muro, senza lasciarmi via di fuga.
《Non giocare con me Moore》
《Lasciami parlare Fox》
《Dieci minuti, o dico al prof che non siamo andati dalla Smith》
《Ma se la Smith è assente》sogghignai, gli feci un sorrisetto che lui colse subito al volo, lo accompagnò con il suo andando a parare altrove.
《Ogni anno, James e gli altri fanno una classifica sulle ragazze che si farebbero fino a fine anno scolastico》ed io ero lì, ero così pidocchiosa per loro, una pluce che metteva i bastoni tra le ruote eppure, la loro fantasia non aveva limiti.
Mi morsi la punta della lingua notando il calore invadere ogni parte del corpo, morivo di caldo.
《Fingo interesse per controllare che i loro piani vadano a monte. "È fidanzata" oppure "Non le piacciono gli uomini" anche "Troppo complicata" invento scuse per salvarle dalle loro grinfie.》
Rimasi in silenzio, lo guardai con i muscoli rigidi, non notando la rabbia di prima, allentò la presa.
《James mi ha quasi fatto fuori, non sarei stato neanche in panchina per quante volte non è riuscito a prendersene una per colpa mia》fui io quella che ingoiai un cumulo di saliva, i miei nervi esposti furono seccati, le sue informazioni erano come secchiate d'acqua ghiacciata.
《Ed io? E Brooke?》
《Tengo d'occhio ogni loro mossa, rischierò le regionali ma non dovranno neanche toccarvi con un dito. So dove, quando, come e perché.》il mio fiato divenne corto, per un breve momento mi dimenticai di tutto il mondo intorno a me.
Notai il suo sorriso intonarsi con il mio mentre il cuore arrivava in gola, è come se ci fossimo incontrati per la prima volta, ogni volta che sto con lui ho questo pozzo immenso, pieno di emozioni schiacciate, per poi uscire come un tornado.
《È per questo che non c'è il tuo nome sopra il foglio?》
《Mi sono tirato indietro dal secondo anno, dopo essere stato bocciato e partecipato ai primi incontri di football per avere dei crediti. Su quei fogli, non c'è mai stato un riferimento su di me.》
Allungai un sorriso, mi ero sbagliata.
《Perché lo fai? Perché rischi il posto per delle sconosciute?》
《Quando lo feci la prima volta, quelle ragazze piangevano in silenzio, condannate al proprio destino. Non mi divertivo, non mi piacevano, non mi eccitava la loro paura. Così, un po' per volta, incominciai a tirarmi indietro, a fingere di essere indaffarato..prima di salvarle a rischio e pericolo.》osservai i suoi spenti, ricordarle forse era ancora una cicatrice aperta mai richiusa.
《Avete mai passato guai?》
《James si. Una ne rimase incinta. Abortì, il capitano non ne voleva sapere nulla》spalancai la bocca scioccata, non oso immaginare il dolore della ragazza, in giovane età, stuprata, con un mucchio di scelte e responsabilità, con il peccato tatuato.
Mio Dio, cosa sto sentendo.
《Con quante ragazze sei stato, per via della classifica?》
《Poche. L'ultima mi supplicò di lasciarla andare, era così fragile e impaurita che il rimorso mi mangiò. La lasciai andare, si fidò di poco solo perché l'avevo coperta davanti agli altri》con braccio tremante, gli feci una carezza sulla guancia.
《Va bene Blake. Pensavo..》
《Che ti avrei lasciata in pasto a dei mostri? Mai.》
Sorrisi, il primo di un weekend.
Non andavo fiera di quello che aveva fatto bensì di cosa stava facendo, aveva cambiato i ruoli e stava rischiando il suo posto per proteggere.
Proteggere loro, proteggere me.
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La Nuova Alpha
WerewolfCompleta ✔︎ (In revisione, scritta molti anni fa) "𝘓𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘢𝘯𝘪𝘮𝘢 𝘦𝘳𝘢 𝘣𝘭𝘰𝘤𝘤𝘢𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘨𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢 𝘥'𝘢𝘳𝘨𝘦𝘯𝘵𝘰, 𝘥𝘪𝘦𝘵𝘳𝘰 𝘪 𝘴𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘴𝘪 𝘤𝘦𝘭𝘢𝘷𝘢 𝘷𝘦𝘳𝘪𝘵𝘢̀. 𝘓𝘶𝘪 𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘢 𝘨𝘪𝘢̀ 𝘤𝘩𝘪 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘪...