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Jessica

Ero orgogliosa dei grandi passi svolti nella mia vita.
Sono cresciuta e non solo fisicamente, ho imparato ad avere i piedi per terra e proteggermi la pelle, non solo grazie ad Ethan ma anche per via di Blake, che non aveva fatto a meno nel mettermi in guardia.
Socchiusi gli occhi per via di una luce confrontarsi sulle palpebre, feci fatica ad ingoiare saliva, con la gola secca e le labbra asciutte, mi sentivo fragile.
Non ricordo molto della serata, andammo a dormire verso l'alba, quando il sole era già alto nel cielo e le nuvole scomparvero; avevo flash della nostra stanchezza, del mio stomaco sottosopra, e dietro quel forte odore amaro di alcolici, si nascondeva un dolce sapore acero.
Aprii gli occhi seccata dallo squillare del mio telefono, la vibrazione seppur lieve, mi disturbava.
Alzai leggermente il capo: le ragazze dormivano e di sotto il mondo taceva, Ethan sembrava colpito dal sonno.
Non ricordo come passammo la nottata io e Blake, nel vedermi nuda sotto le coperte, optai per qualcosa di lussurioso.
Stropicciai le palpebre con le dita, sbadigliando sottoforma di ruggito e, con la bava secca attaccata alle labbra, crollai con la testa sul cuscino.
《Perché quel cazzo di telefono vibra? Spegnilo porca troia!》mi spaventai quando Blake, dal nulla, mi ringhiò frustato di togliere il telefono.
Con le ciocche dei capelli davanti agli occhi, lo vidi voltarsi dall'altro capo del letto pronto per continuare il suo sonno.
Presi il telefono acida, dopo vari tentativi ad occhi chiusi.
《Pronto?》esclamai cercando di essere la più formale possibile.
Tesoro! Non mi rispondevi, ero preoccupata》se solo mia zia non fosse stata così agitata, le avrei chiuso in faccia.
《Va tutto bene. Qualcosa che non va lì?》ci furono attimi di silenzio, mi preoccupai anch'io talché mi misi seduta.
《Zia?》
Scusa, sono dai Moore e la linea stranamente non funziona. Sai che sono stati così cordiali da farmi un regalo?》non seppi risponderle seriamente, risi per non piangere da notizie futili.
《Ma non mi dire, cosa?》
Un altro lavoro, in ufficio!》guardai il mio ragazzo con la coda dell'occhio, sua madre era un meraviglioso angelo.
Tale madre tale figlio.
《Sono contenta, non vedo l'ora di scoprire tutto appena torno. Ora devo scappare, esco》sapevo a malapena l'orario e cosa avremmo fatto oggi, tutti dormivano e, dalla posizione del sole, sembrava in tramonto.
Resta attenta. Anch'io ho voglia di ascoltare qualche notizia croccante
《Zia!》avvampai.
A domani》chiusi con un sorriso.
Prima di posare il cellulare sul comodino, mugugnai qualcosa nel vedere l'orario e il frigo vuoto, senza neanche avanzi.
《Finito di dire chiacchiere?》
《Come siamo acidi oggi》gli porsi un sorriso, gattonando verso di lui.
Come un gatto, mi coccolai contro il suo braccio che circondava le mie spalle, a mo' di fusa, fui contenta di questo risveglio.
Mi vestì prima che qualcuno si svegliasse.
Dopo essermi lavata preparai la colazione, anche se all'orario di cena mancavano quattro ore.
《Ethaaan!》urlai nel suo orecchio ridacchiando, mi uccise con il suo sguardo, gli occhi rossi mi fecero trasalire.
Raggiungemmo il tavolo sedendoci sulle sedie e gustando in santa pace, biscotti e caffè.
Fui quella più sveglia ed energica tra i cinque, tanto che scrissi tutto ciò che mancava sulla lista della spesa per cenare questa sera.
Non pensai che, dopo la merenda-colazione, le ragazze proseguirono i lodo sogni sul divano.
《Questo è ciò che serve》dissi ad Ethan, mostrando il biglietto.
Lo mise in tasca fissando Kira, sono sicuro che avrebbe voluto aggiungersi e starle vicino mentre dormiva.
《Chi paga?》il mio amico fece un ghigno a Blake, di buon gusto.
《Pagai io ieri》
《Erano tre cazzate!》risi ordinando la tavola.
《Vuoi sfidarmi?》disse Ethan.
《No, non me ne frega un cazzo. Pago io va'》con qualche risata e ripensamento se ne andarono.
Passò qualche ora, il sole era quasi del tutto tramontato e i ragazzi sembrarono svaniti; persino le ragazze si svegliarono alla loro ricerca.
《Jes?》mi richiamò Kira con dietro la sua amica.
《Vado a fare un giro, se trovo della legna, accendiamo il camino. Ti va di venire con noi?》negai con il capo osservando tutte le commissioni che dovevo finire per tirare a lucido questo porcile.
《Sicura? Non vorrei lasciarti da sola a pulire. Credo tu abbia già conosciuto il principe azzurro》scoppiai in una fragorosa risata lasciandole libere.
Prima di continuare, notai Kira togliersi i vestiti e trasformarsi, per poi uscire dalla finestra da me aperta; Brooke alzò gli occhi al cielo.
《Prevedo pazzie》sbuffò lanciandosi dalla finestra con eleganza, per la prima volta posi attenzione al colore lucido della sua pelliccia.
Non mi ero mai dedicata alle trasformazioni gentili e leggere di Brooke, del colore del suo pelo, della consistenza e persino dei suoi occhi ambrati.
E me ne vergogno, aver trascurato un'amica quando sapeva persino ad occhi chiusi il punto debole della mia pelliccia.
Chiusi la porta a chiave, controllando che ogni finestra sia sigillata e che il telefono abbia una suoneria moderata; tutto fu in ordine e al proprio posto, mancava solo cucinare e pulire il seguito.
Guardai molta TV e, con le piccole tacche di internet, passai il resto del tempo sui social.
Di Blake ed Ethan non c'era traccia da ore, ebbi il timore che fosse successo qualcosa di grave ma non volevo chiamare per niente.
Brooke e Kira erano chissà dove, non sentivo più il loro odore, saranno troppo distanti per soddisfare il mio capriccio di compagnia.
Eppure, nell'arco di casa, annussai odore di lupo sconosciuto.
Mi misi in agguato ogni secondo, controllando porte e finestre, il buio mi circondava e la paura mi mangiava.
Morsi il labbro nel continuo fruscio fuori casa che mi disturbava la quiete, controllavo più volte nascosta dietro la tenda chi o cosa ci fosse fuori, e nonostante tutto, il niente urlava.
Poi, bussarono alla porta.
Feci per alzarmi tenendo il telefono con il numero di Kira già composto, mi sarebbe bastato un pulsante e l'avrei gettato via, lontano dall'aggressore in caso di evenienza.
Con le spalle curve, socchiusi la porta, guardando dallo spiraglio i miei dubbi.
Niente..ancora nulla.
Il vento si stava prendendo gioco di me.
In agguato, dopo aver chiuso la porta, mi chinai per non farmi vedere sopra il divano, sbirciando dalla finestra il possibile sospetto; ero certa che avessero bussato, avevo percepito qualcuno ma non ne riconoscevo l'odore.
Capii perfettamente che quel bussare continuo era stato provocato da una mano umana, ma come aveva fatto a volatilizzarsi nel nulla?
Impossibile.
Avrei ascoltato i passi veloci o l'odore rimasto ma persino il licantropo dentro di me era confusa.
Rinunciai a tutto, sedendomi sul divano tremante.
Quando mi girai verso la finestra, mi spaventai nel vedere macchie di sangue sul terreno, vere e proprie pozze e fiumi, un mare rosso circondare la mia casa come in un rito satanico.
Gemetti con gli occhi socchiusi e il cuore martellare nel petto, in uno stato di trans il fruscio e il movimento di qualcuno nascosto nell'ombra, nel fitto bosco, mi puzzava.
L'osservai a lungo mordendomi la lingua più volte per l'ansia, era ben nascosto bensì il Fiuto non mi mentiva, conoscevo questo odore e ne ho sempre avuto il sospetto, dal sangue, lui mi venne in mente.
Alla luce, barcollando verso la porta, per poco non sveniva.
Presa dal panico, mi gettai dietro l'entrata per non essere vista nel caso sbirciasse dalla finestra; ascoltai i suoi passi esterni, avanzare pesanti.
Ma dove cazzo erano i miei amici?
Perché sembrano spariti nel nulla, e le ragazze non hanno neanche percepito movimenti sospetti nel bosco?
Dannazione c'è del sangue ovunque, sparso in un battito di ciglia.
Il mio respiro era veloce mentre il cuore batteva all'impazzata in cerca di qualcuno per non affogare.
Si fermò alla soglia, non sentii più passi, c'era qualcosa che non andava, provai ad alzarmi leggermente con l'aiuto della mano ma subito mi gettai per terra sentendo la sua mano chiusa in un pugno picchiettare.
Provai ad ignorarlo e fare respiri profondi per non piangere, gattonai fino alla cucina afferrando dal cassetto, il coltello più affilato, nascondendolo sotto il maglione, appiccicato tra il mio bacino e il pantalone.
Sistemai i capelli e sospirai.
Lui mi stava aspettando, lo aveva sempre fatto, come aveva sparso il suo sangue per essere riconosciuto.
Agii con furbizia, aprendo la porta e mostrando il terrore sottoforma di maschera.
《Dylan! Santo cielo, sei..a pezzi. Chi ti ha attaccato?》

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