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Blake

Combiai la concezione del tempo.
I secondi mi parvero ore e le ore anni, i giorni scorrevano dannatamente veloci senza che io sapessi cosa farci; in un mucchio di tempo, io ero sempre e costantemente a mani vuote.
Prendila.
Riportala.
Cercala.
Se solo fossi riuscito a riordinare il caos che avevo in testa, avrei avuto più pensieri genuini.
Perso in un letto a guardare il soffitto notte e giorno, sprofondando nell'oceano dei dispiaceri, percepivo il suo dolore come il canto di una sirena.
Ogni santa notte, dove io non potevo fare nulla se non piangermi addosso.
Disgustoso ma mai quanto lui.
《Non riesco a dormire se non lo metti a cuccia》esclamò Kira sulla soglia della porta, due borse sotto gli occhi e la sveglia lampeggiare nel buio notturno.
《Sta soffrendo, sta morendo..》
Con un sospiro si intrufolò tra le mie coperte abbracciandomi stretto.
Non mi opposi, delle lacrime scesero facili.
《Ci abbiamo provato Blake, l'abbiamo cercata per ore sottovalutando i rischi》con le palpebre socchiuse, intravidi il suo braccio bendato non badando al mio dolore fisico.
Quel territorio era protetto ad ogni angolo, in qualsiasi ora, con personale obbediente e indistruttibile.
《Lo facciamo ogni giorno, nonostante tutto. L'alpha sta facendo di tutto per riprendersi sua figlia, Ethan non lo aveva mai visto così agitato. Collaboriamo per lei, ognuno sta facendo la sua parte.》
Non risposi, i miei singhiozzi parlavano troppo.
《Non sei debole Blake, piangere non è da codardi. Lasciarla andare ha dimostrato quanto vali, soffrire in silenzio senza lamentarsi mai è..incredibile. E ti ammiro, perché io non sarei mai riuscita a farcela》perso serrai le palpebre, poggiai il capo sul suo stampando un bacio.
Restammo tutta la notte in camera mia, dormendo insieme e nessun incubo si impossessò della mia mente.
Come quando avevo sette anni.
Con il passare delle settimane, io e il branco lavoravamo senza sosta affinché potessimo proseguire il piano senza problemi, ci sarebbe stata una guerra e tutti erano d'accordo.
Non rientrai più in casa, non avevo il tempo e le energie di spostarmi tra boschi e periferie, dormendo sempre meno a malapena riuscivo a pensare.
Vedere i miei genitori distrutti per la mia emotività era un altro tipo di sofferenza.
Due settimane dove sudavo freddo svenendo, vomitavo e urlavo.
Casa di Ethan, la più vicina al nostro territorio era un rifugio dei miei amici.
《Lo ha fatto di nuovo?》mi chiese Brooke con una pacca sulla spalla.
Il capo all'indietro, gli occhi rossi e il viso pallido.
《Si, peggio di ieri sera》esclamai lavando i denti annusando il dentifricio.
《Il suo dolore è legato a me. Se cade lei, cado anch'io. Sono bloccato quanto lo è ora》eppure, la libertà non era mai abbastanza senza la persona che te la forgiava, lì con te.
《Non sai cosa succede?》
Eravamo compagni destinati a stare insieme, scelti da qualcosa di onnipotente e, metà delle nostre anime erano l'una nei cuori dell'altro.
《Qualcosa che la disgusta. Non si oppone, la sua lupa ringhia disperata, supplica e guaisce》negai con il capo, la testa un macigno che il collo non sapeva reggere.
《E so perfettamente cosa sta facendo.》
Perdonami Blake, perdonami.
Ero nei suoi pensieri più limpidi, l'unica cosa che poteva darle la forza di continuare.
Bensì anche la prima a cui chiedeva scusa, con pietà e dolore, qualcosa che non avevo mai visto da parte sua.
Un sentimento grezzo così forte che mi meravigliai.
《La prenderemo Blake, manca poco e faremo irruzione. I nemici stanno morendo, li stiamo uccidendo in maniera anonima uno dopo l'altro arrivando al nucleo》guardai Ethan con la coda nell'occhio, i suoi pugni serrati mi diedero la certezza che c'erano buone notizie in questo sacrificio.
《Quanto manca? Potrei venire con voi e portarla qui》le ragazze negarono con il capo.
Da un po' di giorni sono bloccato in casa dopo scuola, mi viene negata qualsiasi ricerca, ero solo un pezzo fondamentale per capire quando e come agire.
《La situazione degenera Blake e ci servono le tue energie. Ci sono cittadini legati ai cacciatori che stanno sterminando qualsiasi lupo in circolazione. Si stanno avvicinando al nostro territorio..》esclamò Ethan《..siamo costantemente in pericolo.》
Sbuffai mettendomi le mani tra i capelli.
《La vicepreside mi chiede il rientro ufficiale di Jessica, non avendo sue testimonianze vuole provvedere. Sto falsificando i documenti e Nicole è preoccupata》annunciò pesantemente Brooke guardando Kira.
《I giocatori sono succubi, non stai andando agli allenamenti e a scuola sei uno zombie. Con l'assenza di Jes, la ragazza di Liam e il suo stupido movimento sta portando gli studenti contro di noi. Dicono che potremmo essere dei licantropi》per poco non sputai il fegato.
Stiamo crollando, tutto sta cadendo a pezzi e non posso permetterlo.
《Se ci sarà una guerra, come faremo ad avere la loro fiducia?》serrai la mascella.
《Il coprifuoco è la nostra possibilità, il sindaco deve sapere. Le famiglie staranno in casa. Con i cacciatori e il movimento ce la vediamo noi》dissi a denti stretti, la leggenda insegna e fa riflettere, non possiamo permetterci la morte di un umano, non fin quando non abbiamo la fiducia del sindaco.
Con il passare del tempo, mi stavo dimenticando di lei.
È passato un mese esatto dalla sua assenza, quel dolore che ci legava era appiattito non più violento e temevo la questione.
Come posso essere tranquillo se Jessica mi aveva promesso il meglio?
Il sapore delle sue labbra, il sorriso, mi stavo dimenticando tutto.
Sono stufo di aspettare.
Messuno prova a prenderla, la mia libertà è ridotta in schiavitù, i miei genitori sono ansiosi per il mio stato mentale, la rabbia si accumula e gli allenamenti sono frequenti.
Puntai l'orologio sul muro, sarei andato da lei questa sera..dovevo riprendermela, non potevamo rischiare altre settimane.
La mezza luna si schiariva nel cielo blu, le stelle brillavano indirizzandomi nel cammino; non sapevo come proseguire. Ero confuso, vuoto e solo.
Con tutte le energie che scorrevano nel corpo, sgattaiolai fuori dalla vista dei miei amici al piano di sotto e, quando nessuno si accorse della fuga, cominciai a correre più veloce che mai.
Non mi sentivo così libero da settimane, mangiavo l'aria a bocconi; non guardai altro che la strada, in fase di trasformazione, mi sentii leggero.
Arrivai al villaggio in silenzio, i lupi dormivano e alcuni incoscienti mi guardavano con gli occhi socchiusi; feci attenzione a non pestare le code finendo vicino al fiume, dove il grande passo mi sembrava così piccolo.
Mi bloccai con qualcosa che mi tirava indietro, che mi tratteneva e il dolce tocco delicato mi ricordò come si potesse sorridere.
《Santo Cielo..》guardarla difronte a me, nel mio territorio, mi fece arrizzare ogni pelo sulle braccia.
Mi morsi il labbro per non piangere, era qui, davanti a me.
《Come hai fatto? Perché nessuno sta facendo qualcosa..è una sorpresa?》mi mise l'indice sulle labbra per fare un gesto di silenzio, la seguì a ruota.
《Parlami Jes》con una voce tremante, mi pizzicai la gola, le parole uscivano come cascate.
《Ho bisogno di sentire la tua voce, di ricordarmi di te》non mi ricordavo tutti quei allineamenti e la sua voce era sempre più sottile, mi sentivo così grato.
E la sua risata, come dimenticare quel dettaglio, la sua bellissima e dolcissima risata.
《Di qualcosa..》parlava a monosillabi, a malapena si esprimeva.
Quando mi avvicinai per baciarla, non riuscì a percepire il suo tocco, nel tentativo di darle una carezza sul dorso della mano, la sua figura svanì.
Era la mia immaginazione.
Borbottai illuso, il cervello aveva deciso di proiettarmi la sua immagine e i suoi ricordi. Non penso di essere pazzo ma credo di essere innamorato..innamorato perso di lei.
Tanto, da sfidare il nemico.
Guardai l'altra sponda del fiume dopo un lungo respiro, alle luci dell'alba, dove i raggi mi avrebbero permesso di vedere oltre, mi sarei orientato da lei.
Ora, dovevo sedermi per qualche minuto e respirare.
Contro un tronco, ressi la testa tra le mani.
Sentivo voci, urla e respiri affannosi, il mio cuore esplodeva e il cervello stava impazzendo.
《Blake! Cristo..stai bene? Ti hanno attaccato?》non alzai il capo, la voce un sussurro e una carezza lungo la nuca.
Una vera e propria carezza.
Poi, nell'alzare la testa, la vidi.
《Jes..》sgranai le palpebre mettendomi in piedi, il suo corpo delineato e coperto da dei pantaloni con la mia felpa arancione mi fece emozionare.
Respirava con l'affanno, come se avesse corso fino a qualche minuto fa, il bordo dei jeans inzuppati fino alle cosce e le scarpe tra le mani.
《Sono felice di vederti anch'io》posai la mano sul suo fianco stringendola.
Era lei..era realmente lei.
Annuì decisa, spalancai le braccia come finestre nel bel mezzo di una bufera e la strinsi talmente forte quasi da farla soffocare, mi accarezzava i capelli ridendo come una bambina, sbraitavo di gioia tra le ciocche di capelli sentendo quel tanto odore desiderato di cui stavo dimenticando.
《Sei scappata? Ti seguono? Sei in pericolo?》rise negando con il capo.
《Sono riuscita a ideare un piano per andarmene, ho degli assi e qualche spia. Se non altro mi aspettavo ai confini dei lupi invece la via era stranamente libera, nessuno sa della mia assenza per le prossime tre ore.》
Le baciai prima la fronte, poi la punta del naso e alla fine le labbra, che sembravano quelle più bramate; la sua morbidezza mi mancava, non possono più portarla via da me ora.
《Ci abbiamo pensato noi al tuo percorso, avremmo fatto irruzione invece ci stai facendo guadagnare tre ore di vantaggio.》
Sentendo il suo odore, tutto il branco fu vigile guardandoci scioccati.
Con un sorriso le presi la mano alzando il passo, l'alpha sarà qui a momenti.
《Fratelli, con Jessica qui non correremo pericoli evidenti》urlai per farmi sentire.
《Il piano può iniziare.》

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