Primo incontro

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"Hawks non ti distrarre, non diventerai mai un eroe così"

"Sissignore"

La voce del piccolo risultò fin troppo seria per la sua tenera età.
Aveva paura di deludere il suo insegnante, se l'avesse fatto probabilmente i suoi allenamenti sarebbero diventati ancora più estenuanti, tuttavia i suoi occhioni gialli tornarono a cadere sulla nuova bambina da poco entrata in quella stanza.

Non sapeva perché non riusciva a smettere di guardarla, c'erano anche altri ragazzini che si allenavano intorno a lui, ma lo sguardo di lei sembrava così apatico da risultare irreale per una bambina e per tanto attiró la curiosità del pennuto.

Lei a differenza di Keigo non guardava nessuno, o meglio ne dava l'impressione, ma seguiva un uomo alto ed elegante come se fosse la sua ombra.

"Vorrei salvarla"

Bisbigliò senza farsi sentire da nessuno e senza neanche capire come gli fosse uscito un pensiero del genere. Forse perché per lui, che nonostante tutto trovava sempre qualcosa per cui sorridere, vedere una bimba così piccola con quell'espressione era qualcosa di sbagliato.

"Takami vuoi altre due ore di allenamento?"

Lo minacciò il suo maestro notando che ancora non riusciva a controllare le sue piume quando una di queste si conficcò nel muro, proprio nei pressi di quello strano uomo elegante che, a quella sorta di attacco improvviso, fulminò il ragazzino per poi avvicinarsi a loro seguito ovviamente della bimba.

"Non mi sembra questo gran prodigio, Akira"

La voce severa dello spilungone punzecchió fastidiosamente l'uomo che si stava occupando di Keigo distraendolo temporaneamente dal ragazzino alato che non ci pensò due volte a stendere la mano e presentarsi alla bimba.

"Ciao io sono Takami Keigo, possiamo essere amici se vuoi"

Accompagnó il tutto da un sorrisone a trentadue denti, ma lei non sembró apprezzare, anzi lo osservò sconvolta come se avesse appena detto una parolaccia.

"Non dovresti dirmi il tuo nome"

Furono le uniche parole che le sentì pronunciare prima che il suo mentore facesse segno di tacere e lei ovviamente ubbidì come un bravo soldatino.
Era vero che quella ormai era la vita dei ragazzini che seguivano l'addestramento della commissione, ma lei sembrava così diversa, pensava avesse bisogno di un amico.

"Ragazzina è ora dei test"

L'uomo freddissimo la richiamó e lei ovviamente obbedì in silenzio sparendo dalla vista del biondino che non la vide più per giorni.

La seconda ed ultima volta che la incontró fu una settimana dopo, la piccola sembrava impassibile, ma una vistosa fasciatura le copriva l'intero braccio.

"Che ti è successo?"

Le corse incontro chiedendo incuriosito ed osservandola con i suoi occhioni.

"Sono caduta"

Rispose con un filo di voce come se se ne vergognasse.

"Ma dovresti essere caduta da in altissimo per farti così tanto male, come hai fatto?"

Esclamò sorpreso alzandosi leggermente in aria per sottolineare la cosa sotto gli occhi luccicanti di lei.
Keigo sapeva volare ormai senza problemi e lei quelle ferite se le era causate proprio così. Hitashi le aveva organizzato un percorso troppo difficile e presto era finita a terra sbattendo violentemente il braccio.

"Mi insegni?"

Chiese la castana senza neanche pensarci ed indicando con la manina le ali rosse di lui che si muovevano energicamente per tenerlo su.

Antarctica: Missing moments ~ Hawks x OCOnde histórias criam vida. Descubra agora