29 - Dimmi chi sei

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Lo studio adibito per gli Auror era molto più freddo di quanto Antheo avesse pensato. Le istruzioni di Béatrice si erano rivelate corrette al punto che sembravano essere state dettate da lei stessa. Onestamente, Antheo sentì crescere dentro di sé uno strano senso di ammirazione nei suoi confronti, lei aveva deciso di aiutarlo nonostante l'avesse trattata veramente male, nonostante il loro modo di vivere, di vedere le cose e il loro diverso sangue provocasse un abisso tra i due. Aveva sempre cercato di evitarlo, pensava mentre trafugava nelle pergamene e altre scartoffie cercando la sua pergamena con dentro gli incantesimi, non voleva ammettere di amare una nata babbana, di dover venire meno alle lezioni di famiglia, di sporcare il buon sangue dei Lestrange e dei Black, ma lei... lo aveva aiutato lo stesso. Se fosse provenuta da una famiglia diversa, lo ammise, le sarebbe caduto in ginocchio dal primo giorno. Ma la vita è così: sembra fatta apposta per doverti umiliare.

Mentre cercava la pergamena, sullo scrittoio vecchio e pieno di buchi fatti da termiti e alti insetti notò un fascicolo col suo cognome sopra. Lo aprì curioso e la prima cosa che gli capitò davanti era il simbolo del ministero francese: guardò qualche foglio e si lasciò sfuggire un vereo disgustato: "Bastardi" disse tra sé e sé: quei figli di troll avevano passato i suoi documenti, dati, possibili precedenti anche al ministero inglese! Ecco perché gli Auror lo osservavano anche se si comportava bene ultimamente. Confermato: era tutto un complotto contro di lui, volevano farlo fuori in tutti i modi, sentì ribollire il sangue dentro di sé: nei fogli era scritto sottolineato Genitori: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange; con precedenti di tortura e omicidio, pericolo pubblico, possibili danni psicologici. Collocazione presso i nonni paterni: altamente sconsigliata.
Antheo tirò un calcio allo scrittoio e cigolò a lungo, lo trattavano come un pazzo, un malato mentale, erano convinti che in questo modo avrebbe cambiato le sue idee?! Chiuse il fascicolo con un movimento talmente veloce che quello svolozzò e tornò alle sue ricerche.

Improvvisamente sentì dei passi da duori: uno degli Auror stava entrando, aveva perso tempo a leggere. Riuscì a trovare la pergamena e si guardò velocemente intorno per cercare una via d'uscita: la finestra era aperta. Non aveva acelta: saltò e volò verso la finestra dirigendosi verso l'esterno. La nube poi svoltò per cercare un punto dove poter rientrare al castello senza farsi vedere, anche se a quell'ora tutte le possibile entrate erano sbarrate.
Si fermò sopra un albero, accertandosi che non fosse il platano picchiatore, e aspettò che qualcuno avesse voglia di uscire a prendere un po' d'aria.

Se suo nonno avesse saputo... chissà che epopea avrebbe tirato su! Pensavano che suo nonno fosse pazzo e pericoloso al punto di allontanarlo; evidentemente credevano che Malfoy fosse il più indicato considerando il suo posto al Ministero, chi avrebbe pensato il contrario?

Poi sentì il portone aprirsi, un uomo si era affacciato per vedere se vi era attività in cortile. Antheo ne approfittò per entrare senza farsi vedere.

"Tu sapevi che avevano i miei dati dentro lì" la voce calma e senza emozioni di Antheo risuonò dietro Béatrice che si girò verso di lui. Aveva uno sguardo tra arrabbiato, deluso, sorpreso, disgustato, pieno di odio... insomma era tutto un misto di emozioni negative che lo resero di certo l'ultima persona che qualcuno volesse avere accanto. Lei a vederlo così si preoccupò ed ebbe la tentazione di volerlo abbracciare, ma lui la allontanò con un gesto annoiato. Non voleva consolazione, voleva vendetta su tutti: per i suoi genitori che hanno dato la libertà per lui, perché potesse creare il mondo che l'oscuro signore voleva; per i suoi nonni reputati pericolosi; per suo zio Rabastan e sua zia Narcissa che si sono sempre fatti in quattro per lui, visitando di fequente; per gli altri mangiamorte come Barty Crouch Jr che lo costruivano durante le.missioni e festeggiavano insieme a lui... da adesso non avrebbe lasciato più niente in sospeso, avevano superato il limite.
Béatrice gli prese la mano: "Mi dispiace... pensavo dovessi saperlo"

L'erede Lestrange COMPLETATAWhere stories live. Discover now