Gonna shake the water out of every nook

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Non so dire esattamente come mi sento, se me lo chiedessero penso che alzerei le spalle e direi "a me lo chiedi?"
Proprio perché mi sembra che tutto questo non stia accadendo a me.
Quindi, se non sono io, come posso capire cosa sento? O cosa provo?

Mi attacco a ciò che mi pare tangibile, ciò che posso toccare. A ciò che ho toccato. Ho toccato la pelle di Andreas ed è stato come saltare a ritmo di musica sotto la consolle del dj, o come farsi bagnare dalla pioggia in una giornata grigia.

Forse lo penso perché sono qui, bagnato fradicio, che cammino e non riesco a smettere di guardare il cielo scuro sopra di me. Mi piace sentire le gocce scendermi sul collo, è liberatorio. Proprio come quando ho sentito la necessità di stringermi ad Andreas, liberatorio.

Mi andava di farlo e l'ho fatto.

Questo non significa che non andasse fatto, per almeno un milione di ragioni.
La prima? Sono sposato.
La seconda? Ho due figli.
La terza? Sono sposato e ho due figli.
Così, fino ad arrivare al milione.

E questo milione di motivi è anche il motivo per cui mi sembra che tutto questo non stia accadendo a me.

Conosco due Michael, uno diligente e amorevole; l'altro ribelle e misterioso. Alterno le mie due vite e non posso farne a meno.

Forse le ragioni sono un milione più una, perché ancora non mi capacito di come io possa provare tutto questo, volere tutto questo, con un altro uomo.

Non sono uno stronzo, non ho mai pensato di tradire mia moglie.
Non sono gay, non ho mai pensato di volere un uomo.

E ora? Ora tutte le mie certezze si sono smontate.

Ma non posso resistere. Sono un essere umano anche io, sono debole. E la mia debolezza ora è Andreas, con tutto ciò che di proibito si porta dietro.

È straziante se ascolto Michael sposato. Ma euforico se ascolto Michael libero.
E allora ecco che sento la necessità di correre sotto la pioggia, di stancarmi così tanto da dover spegnere il cervello per risparmiare ossigeno. Una buona alternativa al bere dieci di quei mix di alcol letali.

Rientrare a casa sotto lo sguardo curioso e sorpreso della mia famiglia è divertente: i miei figli mi corrono incontro, bagnandosi, e non posso non ridere con loro; mia moglie sorride e non posso pensare che non sia bellissima, ma è come se mancasse qualcosa, tipo la barba.

Con la scusa della doccia mi prendo un'altra mezz'ora per me.
A cena parlo poco e mangio poco.
Quando mi metto a letto sono esausto, per la giornata di lavoro e per la corsa.

Ma Elisa non ha intenzione di darmi tregua.

"Hai avuto una giornata pesante?" Mi chiede.

Più che una giornata, una settimana. E temo non sia finita qui.
Annuisco, ma non apro bocca.

"Qualcosa di grave?"

Gravissimo, tesoro. Ma fottutamente stupendo.

"No, risolvibile" mento. Ormai lo so fare bene.
"Domani sera però farò tardi sicuramente"

Domani è martedì.

"Allora dobbiamo approfittarne" mi dice lei, salendo sopra di me.

Mi bacia, con trasporto. È il corpo di mia moglie, morbido e caldo come sempre, ma sono io che non sono lo stesso di sempre.
Mi spoglia e io spoglio lei. La voglio, lo sento. E quando entrambi veniamo mi bacia di nuovo, per poi ricadere di fianco a me.

Si addormenta poco dopo, ma io non ci riesco. È stato come mangiare una fetta di torta buonissima, ma l'ultimo boccone è caduto prima che potessi gustarlo.
Sono soddisfatto, ma mi manca qualcosa.

Billy Brown Where stories live. Discover now