Billy Brown needed to find some peace of mind

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Sono uscito dallo studio un po' tardi, il lavoro di oggi è stato pesante. Sento gli occhi bruciare e ho lo stomaco vuoto.

Voglio mangiare e dormire. Due delle mie cose preferite.
Potrei pensare di proporlo ad Andreas. Questa volta è meglio evitare una sorpresa, ho già avuto poca fortuna ieri sera.

Lo chiamo e mi risponde subito.

"Ciao" mi saluta, con un tono di voce contento.

Anche io sono contento Andreas, anche io.

"Voglio mangiare e dormire. Ti va?"

La mia proposta non sembra avere molto senso, ma lui ride.

"Con me?"

Era ovvio, ma capisco che si voglia prendere qualche soddisfazione.

"Certo" confermo. Ma stasera mi sento anche un po' simpatico.
"Sei tu il mio unico amante" aggiungo.

Ogni tanto anche io mi prendo qualche rivincita, lui ha sempre giocato con il mio imbarazzo.

"Ah allora sono un privilegiato"

Ma noto con piacere che anche lui è in vena di scherzare.

"Se venissi da te con due pizze?"

Potrei giurare al mondo che il suo sorriso ha un rumore, che sento solo io.

"La mia con tanto formaggio, grazie"

Dopo circa mezz'ora sono finalmente davanti a casa sua, con i cartoni delle pizze tra le mani.
Gli occhi che sfoggia quando apre la porta sono come la neve bianca appena caduta.

"Senti che profumo" commenta.

"Io o le pizze?"

Okay, questa era pessima, infatti ride scuotendo la testa.

Mangio tutta la mia e anche una fetta della sua, l'avevo detto di avere fame.
Quando bevo l'ultimo bicchiere di acqua mi sento pieno come un uovo. Ora vorrei dormire, giustamente.

"Possiamo sederci sul divano?" Chiedo.

Lui mi risponde alzandosi e raggiungendo il salotto, lo prendo come un sì. Si siede e mi aspetta.
Mi avvicino e mi sdraio, poggiando la testa sulle sue gambe. Lo vedo sorridere e accogliermi, con le mani già tra i miei capelli.

Mm Andreas, potrei addormentarmi così, come un bambino. Pacifico e beato.

"Ti va di parlare?" Mi chiede, senza smettere di muovere le sue mani.

Ecco, immaginavo che dovessimo parlare. Non sono sicuro di avere tutte le risposte alle sue domande, ma si merita delle spiegazioni.
Annuisco, sorridendogli.

"Hai pensato tanto in questi giorni?"

Questa è facile: sì, parecchio.

"Sì, parecchio"

"A cosa?" Domanda.

"Principalmente, che sono uno sporco traditore"

È crudele, ma è la verità. E anche lui se ne rende conto, perché il suo volto si fa più serio.
Ma non voglio pesantezza stasera, me l'ha detto lui che questa casa può essere un luogo felice.
Anche se non importa il luogo, quando c'è lui non la voglio mai la pesantezza.

"Ma c'eri anche tu nella mia testa. Tutti i giorni, ad essere sincero"

Ora sorride. Non mi stancherò mai di ripetermi quanto mi piaccia.

"Quindi mi sento una vera merda, ma non sempre"

Voglio specificarlo, perché voglio che sappia che i momenti di pace coincidono con la sua presenza.

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