Naked For You

1.2K 66 69
                                    

La vita di un universitario medio è attualmente sotto osservazione: Albero Angela in persona si è cimentato nel tentativo di registrare il comportamento di un gruppo di soggetti iscritti a facoltà umanistiche e, secondo le riviste di gossip più attinenti, ne è uscito con occhiaie solcate ed una strana dipendenza dalla caffeina.

Si dice, questa affermazione è puramente frutto di qualche sciroccato, che gli anni da universitario sono i migliori della vita di ogni studente. Se solo non fosse stato per il calendario dell'avvento che Cora aveva appeso in cucina, sicuramente né Stiles né Derek avrebbero dato cenno di essersi resi conto dello scorrere del tempo, sommersi com'erano tra appunti e schemi.

Stiles era divenuto abituale alla villa, tant'è che Peter gli aveva perfino rivelato dove potesse trovare una copia delle chiavi nel caso nessuno degli Hale fosse stato momentaneamente presente: il guardino sul retro era adornato da una serie di statue che lo zio del nostro ragazzone aveva scelto tra un catalogo, con attenta dedizione.

La copia delle chiavi d'ingresso di trovava collocata in una minuscola feritoia posizionata sul fondoschiena della riproduzione in gesso del David di Michelangelo (questa scelta poteva essere frutto solamente della malsana mente di Peter).

Quel giorno Stiles si era presentato alla residenza degli Hale in anticipo secondo l'orario accordato con Derek: si erano scambiati un numero relativamente scarso di sms, se confrontato alle loro abitudinali cifre vertiginose, così il castano parve allarmarsi per la salute dell'amico.

"Buonas dias, Miguel" salutò ora l'acquisito parente, gettando lo zaino sul divano.

"Ciao Stiles, come mai sei già qui?" domandò Peter, andandogli incontro mentre asciugava un calice da vino.

"Spero non sia un disturbo ma oggi Derek mi è parso particolarmente abbattuto. E' accaduto qualcosa durante la mia assenza?" l'uomo parve riflettere per alcuni istanti, prima di scuotere il capo in senso negativo.

"Non direi: Derek è normalmente triste quando lasci questa casa. Non vedevo mio nipote ridere dai tempi della recita di natale in terza elementare. Un pessimo soggetto per interpretare Giuseppe, se consideri che fece scoppiare in lacrime il Gesù bambino di turno perché detestava cantare" Stiles ridacchiò: ricordò bene che il moro usò quell'aneddoto per spronarlo ad inseguire la sua passione.

"Desidererei così tanto che Derek fosse in grado di sorridere anche quando sono assente..." sospirò affranto: la felicità dell'amico era una prerogativa sulla quale non avrebbe trasgredito.

"Buona fortuna caro ragazzo" borbottò Peter, posando sul piano cottura il calice lucidato, afferrandone un successivo dal lavandino.

"Che cosa intendi dire?" questa fu la battuta che accompagnò l'ultimo gradino percorso da Derek, l'ultimo prima di toccare terra per poi svoltare l'angolo e fare il suo ingresso in cucina. Sentendo però la voce di Stiles, di cui chiaramente l'argomento lo riguardava in prima persona, decise di arrestare i suoi passi e di origliare la conversazione.

Era dannatamente sbagliato ma esigeva sentire che genere di informazioni sul suo conto Peter gli avrebbe rivelato.

"Stiles, non serve che io ti dica che mio nipote è un ragazzo difficile. Non intendo certo che trascorra le sue giornate tra alcol ed abusi ma non si può certo affermare che sia una persona conviviale: intrattenere una conversazione con lui equivale a discutere con un muro" fino a qui nulla da ribattere: era perfettamente a conoscenza del suo difficile temperamento.

"Fossi in te cercherei in qualche modo di tutelarmi, sai? Non parlo certo con cattiveria ma conosco bene che piega prendono le relazioni stabilite da Derek" Stiles prese una sedia, accomodandosi al tavolo.

CherofobiaWhere stories live. Discover now