In the middle of the night-Extra 2

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Una vibrazione costante ebbe l'innato potere di scuotere l'intero comodino, posto come un fedele amico, al fianco del letto matrimoniale.

Stiles si era sempre domandato come quei piccoli aggeggi, comunemente denominati come cellulari, custodissero il potere di emettere vibrazioni o suonerie fastidiose, al pari di un bel paio di unghie trascinate sulla superficie della lavagna.

Molta di questa considerazione negativa era in realtà riconducibile al fatto che il giovane fosse in uno stato di apparente dormiveglia, il che lo rendeva sufficientemente suscettibile da concepire l'idea di contattare il noto colosso telefonico per rilasciare una recensione a dir poco lusinghiera.

Immerso com'era tra le braccia di Morfeo, si convinse che prima o poi quell'elemento di disturbo avrebbe mostrato un briciolo di rispetto nei confronti del suo meritato riposo, come era comparso avrebbe potuto benissimo levare le tende, peccato che l'universo non fosse della medesima idea.

Stiles allora decide di optare per una soluzione folle, degna solamente di un qualche survivalista dalla mentalità alquanto masochista e sprezzante nei confronti della paura: sfidando il freddo ed il gelo, le intemperie che regnano sovrane durante la stagione invernale, il nostro eroe omerico estrasse dalla coltre delle lenzuola un arto.

Poiché la stanza era immersa in una penombra, attenuata solamente dai lattei raggi lunari, l'impresa di raggiungere il dispositivo si rivelò più ostica del previsto. Esattamente come un alpinista arroccato su una roccia troppo friabile per essere scalata, quanto discesa, Stiles si trovò in una situazione di stallo: aggrapparsi ad ogni speranza e augurarsi di agguantare il cellulare o rincasare sotto le lenzuola?.

Al diavolo le certezze: avrebbe tentato.

Avanzò con la mano a suon di tentoni, un po' come una Velma che, durante una tipica puntata di Scooby-Doo, smarrisce i suoi occhiali al suolo. Il primo tentativo andò sfumando: nel palmo si ritrovò una fotografia del suo matrimonio che, per quanto amasse, non era certo l'elemento di disturbo del momento.

Provò nuovamente e, fortunatamente, quell'orribile scendiletto che Derek aveva tanto insistito per acquistare, svolse egregiamente la sua mansione: con la mano diede, inavvertitamente, un colpetto al bicchiere d'acqua che teneva sul comodino. Dentiera fortunatamente non contenuta a parte, gran parte dell'acqua (soprattutto il tonfo) venne attutita dal tappetino.

Ed eccolo lì il nostro impavido eroe che, con la stessa possenza di un pelide Achille, solleva vittorioso la sua lancia dalle sembianze di un iphone.

"Pronto-?" una voce alquanto roca ed impastata dal sonno gli esce dalle labbra, un monito per chiunque si fosse trovato dall'altro capo della cornetta e si fosse preso la briga di destarlo da uno dei suoi sonnellini di bellezza.

"Capo? Mi dispiace disturbarla nel cuore della notte" 'ma ci stai riuscendo' pensò Stiles, preoccupandosi solo allora di distanziare il cellulare dall'orecchio, per leggere il nome del folle che pretendeva una conversazione sensata a quell'ora della notte.

Doveva certamente trattarsi dell'Ettore della situazione, l'unico degno rivale che sarebbe disceso dalle mura (munito di pantofole) per accorrere a sfidare uno Stiles in pigiama.

"-Volevo avvisarla che una segnalazione anonima ci ha indicato la collocazione di alcuni cadaveri. Abbiamo contattato la polizia, è già sul luogo" il castano serrò la mascella.

"Voi individuate la geocalizzazione di un cadavere e contattate la polizia?" domanda alquanto retorica, chiunque fosse il suo interlocutore si trovò improvvisamente faccia a faccia con la morte.

"Avremmo dovuto chiamare prima lei?" domandò ora timida la voce al di là della linea.

"SI!" sbottò Stiles: non aveva conseguito una laurea per utilizzarla come fazzoletto nel caso che le veline fossero esaurite.

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