Scacco matto

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Durante il ballo scolastico dell’ultimo anno Karla Wilson dichiarò solennemente che, anche se stavano per intraprendere strade diverse, lei e Heather Tomson sarebbero rimaste amiche per sempre, anzi, di più, sorelle, e niente e nessuno si sarebbe mai messo tra loro.

Heather però non le credette, almeno non del tutto, e persuase il suo ragazzo di allora, Michael, a provarci con Karla, ora che la scuola era finita.

Michael, dapprima restio, finì con l’accettare la sfida, forse solo per far contenta Heather, o forse per assecondare il proprio ego, ma Karla respinse ogni sua avance.

«E per Heather quella fu la prova che la loro amicizia avrebbe davvero superato ogni ostacolo.» disse Matt con le stesse parole che aveva usato il marito di Heather.

Quello che non sapeva era che, otto anni più tardi, Michael aveva deciso di testare nuovamente la lealtà di Karla, questa volta però, in ballo c’era molto di più di un’uscita cena e cinema con lui.

Non gli interessava spezzare delle vite, quello era un danno collaterale, inevitabile, il suo obiettivo era spezzare i legami tra le persone, un’amicizia, o un matrimonio.

*

Le avevano sequestrato il cellulare, l’avevano esclusa dalla riunione che si stava svolgendo nella Sala Operativa e messo un giovane poliziotto di nome Bobby a farle da babysitter, come se uno di nome Bobby e con le lentiggini potesse proteggerla dallo Scacchista.

«Dove sta andando?»

«A prendere un cappuccino.»

«Non può lasciare il dipartimento.»

«Devo solo attraversare la strada, ma, se vuoi, vieni con me.»

Sapeva quello che faceva, doveva solo uscire allo scoperto e lo Scacchista si sarebbe fatto vivo.

Si aspettava una telefonata, così come era stato per Greg e Matt, invece arrivò un bigliettino, assieme al cappuccino. Due parole: Sul retro.

Julie si alzò in piedi, «Devo andare in bagno.» disse a Bobby, «E questa volta ho paura che dovrai aspettarmi qui.»

«Ma…»

Ignorò le proteste del giovane poliziotto, fece finta di entrare alla toilette, per poi sgattaiolare sul retro.

Non era sola, un ragazzo le fece un cenno, «Non mi riconosci, non è vero?»

«Dovrei?»

Il ragazzo prese un paio di occhiali da vista e un cappellino da baseball e li indossò, «Forse così va meglio.»

«Tu… lavori alla tavola calda.»

«Da tre mesi.» raccontò lui, «Da tre mesi osservo te, il tuo matrimonio perfetto, la tua famiglia perfetta, i tuoi figli perfetti che mangiano con la bocca chiusa e dicono sempre per piacere e grazie.»

Istintivamente fece un passò indietro, «Cosa vuoi da noi?»

«Lo sai cosa voglio.» rispose lo Scacchista, «Ucciderti.»

*

«Questo però non coincide con quello che ha trovato la Scientifica.» fece Ethan, «Dai residui prelevati sotto le unghie di Karla Wilson hanno trovato il DNA di Heather Tomson.»

«Non ha senso.» Matt scosse la testa, «Il marito di Heather continua a ripetere che erano in ottimi rapporti. Karla non si dimenticava mai di mandare un biglietto per Natale. E lo stesso valeva per Heather.»

«Heather vi ha aggredito.» gli ricordò Greg, «Ha sparato a te e Julie e poi è scappata via.»

«Stai dicendo che Heather ha ucciso la sua migliore amica del liceo? Che lei e lo Scacchista erano complici?» domandò il detective.

«Perché investirla allora?» intervenne Ethan, «Se le cose stanno come dici, avrebbe potuto darle un passaggio e tanti saluti.»

«Questa persona non ragiona come noi.»

«Sei tu lo psicologo, qui.» disse Ethan, «Sei tu che devi dirci come ragiona.»

Greg chiuse gli occhi, «Come un giocatore.»

*

«Non mi ucciderai.»

Il ragazzo sorrise, «Cosa?»

«Non mi ucciderai.» ripeté Julie più convinta, «Non sarai tu a uccidermi, perché non è così che funziona con gli scacchi.»

«Come dici?»

«Un pedone bianco e uno nero, una ragazza bianca e una nera.» Julie fece un passo in avanti, «Karla Wilson e Heather Tomson, una ragazza bianca e una nera. Hai fatto in modo che Heather uccidesse Karla, senza sporcarti le mani.»

Il ragazzo sorrise, dandole ragione.

«Quindi… Chi dovrà uccidere me? Greg?»

«L’idea originale era quella, sì, ma poi è entrato in gioco anche Matt.» spiegò lui, «Volevo sbarazzarmene all’inizio.»

«Heather doveva ucciderlo.» capì Julie, «Per questo ha sparato a lui e non a me.»

«Voleva solo tornare a casa. Avrebbe fatto qualsiasi cosa.» lo Scacchista sorrise, «Ti dimostrerai alla sua altezza?»

Julie deglutì, «Cosa vuoi che faccia?»

«Di’ a Greg di venire qui e uccidilo. Oppure fa’ lo stesso con Matt. A te la scelta.»

«E Kylie?»

«Uccidimi e non saprai mai dove si trova. Morirà di fame e di sete.» rispose lui, «Suicidati e farà la stessa fine, te lo assicuro.»

«Come posso fidarmi di te?»

«Ho già dimostrato diverse volte che sono uno di parola. O preferisci rischiare?» la provocò, «Chi l’avrebbe mai detto? Questo triangolo d’amore ha reso le cose più interessanti.»

«Non esiste nessun triangolo d’amore.»

«Allora spara a Matt, scommetto che non ci penserebbe due volte a offrirsi volontario.» ribatté lo Scacchista, «Fossi in te, opterei per Greg, ma questo è un mio piccolo consiglio spassionato.»

Julie sapeva cosa fare, c’era una sola scelta possibile, «Sei in arresto.» dichiarò.

Lo Scacchista sorrise, come se se lo fosse aspettato, «Aveva ragione lui, non sei ancora pronta.»

*

Quando entrò nella stanza degli interrogatori, il ragazzo stava ancora sorridendo.

Julie si sedette di fronte a lui, «Che tu ci creda o no, prima o poi mi dirai dove si trova mia figlia. Al Dipartimento sappiamo essere molto persuasivi.»

«Anche se volessi dirtelo, non potrei.» ribatté l’altro senza perdere il sorriso, «Perché non lo so.»

Aveva ragione lui, non sei ancora pronta.

«Possibile che non ci siate ancora arrivati?» domandò guardandola negli occhi, «Bisogna essere in due, per giocare a scacchi.»

Lo scacchistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora