Imprevisti

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Tutto procedeva secondo i piani, finalmente aveva ottenuto la stima che si meritava, i giornalisti parlavano di lui con rispetto, lo chiamavano “Lo Scacchista”, facendo analogie tra il pedone che aveva lasciato sulla prima scena del crimine e sulla scelta – non affatto casuale – del colore della pelle delle due vittime, una bianca e una nera. La polizia non aveva impiegato molto a collegare Heather e Karla, il loro rapporto quasi morboso ai tempi della scuola, il cerchio si stava stringendo, ma non erano ancora risaliti a lui.

I due detective presero posto al solito tavolo e, come al solito, non fecero caso a lui. Julie non era con loro, la cosa lo infastidì perché non lo aveva previsto.

Si avvicinò con i menù, poi  sì spostò ai tavoli vicini per origliare la conversazione.

«Si può sapere che succede?» domandò Ethan, «Perché tu e Julie non siete più pappa e ciccia?»

«Ufficialmente voleva andare subito al Dipartimento per lavorare al caso, ufficiosamente ce l’ha con me perché ho rifiutato il suo aiuto e ho accettato quello di Nikki.» spiegò Matt, «Starà da me per un paio di settimane.»

«Le hai chiesto di vivere con te?»

«Avevo bisogno di una mano in casa, di qualcuno che si occupasse di mio nonno mentre il mio braccio è fuori uso.»

«Certo.» Ethan sorrise, «Conosci Julie, è sempre iperprotettiva nei tuoi confronti. E non è la sola.»

«Che vuoi dire?»

«Ti dirò un segreto.» il detective si avvicinò, «Pare che Greg sia preoccupato, ha chiesto a Malcolm di togliervi il caso.»

«Cosa? Non può farlo. Questo caso è nostro.» protestò Matt, «E con quale motivazione poi?»

«Crede che tu sia troppo coinvolto emotivamente, per via di com’è morta tua madre.»

«È ridicolo. Quindi non dovrei occuparmi di nessun omicidio per strangolamento?»

«Ecco perché sono entrato in gioco io. Devo tenerti d’occhio,  assicurarmi che tu non dia i numeri.»

«Perfetto.» sbuffò Matt, «Sono stufo di essere trattato da tutti come un ragazzino incompetente. Mia madre è stata assassinata, okay. Non hanno mai preso il colpevole. Mio padre ci ha provato e non c’è riuscito. Probabilmente non capiremo mai chi è stato. L’ho accettato ormai. Sono anni che ci convivo.»

«Nessun dubbio che possa esserci un legame con lo Scacchista?»

«L’uomo che l’ha uccisa, se è ancora vivo, dovrebbe avere tra i cinquanta e i sessant’anni. Non si tratta dello stesso uomo, ma non importa. Ha fatto a quelle ragazze la stessa cosa. Arrestando lui, in parte, farò giustizia per mia madre.»

«Bene.» sorrise Ethan, «È quello che volevo sentire.»

Quando il cameriere tornò con le ordinazioni, avevano cambiato argomento, e la conversazione si era fatta, se possibile, ancora più interessante.

«Ho rischiato di morire, Ethan.» Matt parlava a voce bassa, «E mentre ero sull’ambulanza non ho potuto fare a meno di pensare… a Julie. Lo so, è infantile e patetico da parte mia.»

«Sì, decisamente.» concordò l’altro, «Infantile e patetico. Posso darti un consiglio da amico?»

Il detective annuì.

«Adesso c’è una ragazza, bionda e bellissima, che ti sta aiutando in questo momento difficile. Lo so, Nikki ha un carattere particolare, ha avuto i suoi problemi in passato e bla bla bla, ma ha un cuore d’oro. E, soprattutto, non è sposata.»

«Lo so bene questo.»

«Mettitelo bene in testa. Tu e Julie: non esiste al mondo.»

Il cameriere si allontanò con un mezzo sorriso, Heather avrebbe dovuto uccidere Matt Lawson.

Si era quasi lasciato sopraffare dalla rabbia quando aveva saputo che  se l’era cavata con una banale ferita al braccio, odiava gli imprevisti.

Ora un nuovo piano si stava delineando nella sua mente.

«Ehi, dov’eri finito? Sei in ritardo.»

Avere un doppio lavoro gli stava togliendo quasi tutte le energie, dormiva una manciata di ore per notte.

«Scusa, ho avuto da fare.»

«Sei fortunato, il capo non c’è.» la ragazza gli fece l’occhiolino, «Sai, ho fatto come mi hai suggerito.» si legò i capelli biondi in una coda di cavallo, «Sono andata a trovare Matt in ospedale e mi sono offerta di aiutarlo, in casa e con tutto il resto e lui ha accettato.»

«Te l’avevo detto.» le sorrise, «Prova ancora qualcosa nei tuoi confronti, fidati di me.»

«Non ci giurerei troppo.» sospirò lei, «Comunque grazie, sei un amico.»

Doveva ammetterlo, Nikki era piuttosto carina, ci aveva fatto un pensiero un paio di volte, ma non si sarebbe fatto distrarre da una cameriera, dove restare concentrato sull’obiettivo.

«Per via della sua collega… Com’è che si chiamava?»

«Julie.» Nikki fece una smorfia, «Non le sono mai piaciuta e Matt ci tiene molto alla sua opinione.»

«Allora falle cambiare idea.»

«E come?»

«Organizza un appuntamento a quattro.» le suggerì, «Magari qui.»

Gli occhi di Nikki si illuminarono, «Sarebbe perfetto. Io e Matt e Julie e suo marito.»

«E io vi porterò da bere.»

«Il cocktail di Julie fallo molto alcolico.» si raccomandò.

Il ragazzo sorrise, «Non devi preoccuparti di niente. Sei una ragazza adorabile, vedrai che le piacerai.»

Era così, odiava gli imprevisti, ma, qualche volta, si rivelavano meglio di ciò che aveva pronosticato.

Lo scacchistaWhere stories live. Discover now