CAPITOLO 20

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Appena torno a casa, mio padre non perde tempo nel confiscarmi nuovamente il telefono, senza interessarsi di come fosse andata o di cosa avessi fatto, con sguardo gelido e di disgusto mi impone di ridarglielo.
Come quasi ogni mattina è a lavoro e mia madre deve dirigersi con urgenza in giro per delle commissioni, mi ha perciò chiesto di andare a fare la spesa al supermercato per prendere qualcosa da poter mangiare questa sera a cena.
È una delle cosa che non mi dispiace fare, ho la possibilità di comprare qualche schifezza, girare per le corsie con le cuffie alle orecchie e distrarmi per un po’.
< Questi sono i soldi > pone le banconote sul tavolo < mi raccomando...attieniti alla lista > mi fulmina con lo sguardo.
Metto un semplice jeans nero ed una felpa larga sopra, raccolgo i capelli in un disordinato chignon ed esco furtivamente fuori casa. Accendo il mio vecchio MPR e inizio ad ascoltare "summer days" di Martin Garrix.
Mi viene un' improvvisa voglia di estate, di quel caldo che ti scotta la pelle, delle guance rosse, dei top e pantaloncini corti, delle canzoni estive cantate a squarcia gola davanti alla console della spiaggia, le giornate in piscina con indosso perennemente gli occhiali da sole, i costumi da bagno, l'odore della crema solare, i tramonti lungo mare, le feste all'aperto...
Senza neanche accorgermene arrivo davanti al supermercato e con ancora le cuffie alle orecchie mi aggiro per le corsie.  
< Mhh queste mi sembrano buone… > dico tra me e me mentre osservo con attenzione lo scaffale pieno zeppo di merendine al cioccolato e di patatine. < Questo mi fa venire i brufoli > scorro lo sguardo sull'intero scaffale.
Essendomi scordata il carrello all'entrata mi ritrovo a dover  tenere in mano: latte, fazzoletti, barretta di cioccolato e busta del pane, che se non sto attenta rischio di far cadere tutto.
< Accidenti! > sbotto cercando di non far cadere il latte, appena però mi volto per proseguire nella corsia opposta sbatto forte contro qualcuno che mi fa cadere dalle mani tutto quello che stavo tenendo < Ma no, non ci credo! > mi abbasso per raccogliere tutto
< Scusa, mi dispiace > dice frettolosamente una voce maschile, mi aiuta a raccogliere le cose e prima che io alzi lo sguardo per vederlo si volta frettoloso per andarsene.
Felpa nera e cappuccio alzato.
Mi ha seguito fino a qui o si tratta di un ragazzino qualsiasi? Non lo avrei mai scoperto se non fossi andata da lui.
< Aspetta! > lo rincorro alle sue spalle, con le gambe tremanti, ma lui sembra non volermi ascoltare e procede sempre più velocemente tra le persone davanti a lui. D'istinto metto tutta la roba che ho in mano in un carrello vuoto, lasciato li probabilmente da un altra persona, e corro più velocemente nella sua direzione.
< Hey tu! > urlo afferrandolo per un braccio costringendolo così a girarsi verso di me
< Cosa vuoi! > sbotta.
Nonostante il Cappuccio, i capelli corti e leggermente ricci ricadono sulla sua fronte, il suo sguardo sembra essere magnetico, per un attimo ho paura di poter essere stata ipnotizzata, gli occhi sono grandi e marroni, ha delle ciglia lunghe e le sue labbra sono molto carnose, in entrambi i lobi delle orecchie ha degli orecchini a palline nere e la sua carnagione e leggermente più scura della mia. Rimango immobile davanti a quel ragazzo che non sembra trattarsi per niente di un maniaco ma uno dei ragazzi più carini che io abbia visto.
< Io...> non so cosa dire, potrei farmi una figuraccia accusandolo di avermi seguito ma vale la pena rischiare, può comunque trattarsi del ragazzo a cui piace fotografare. < Mi hai seguita, per caso? > domando di getto prendendo fiato
< Come scusa? > mi guarda esprimendo un mezzo ghigno
< Mi hai sentita > lui sbuffa e dandomi le spalle continua a camminare come se niente fosse, lo raggiungo correndo < Non mi hai risposto >
< Senti, io non so neanche chi tu sia, perciò se questa è una tua tattica di rimorchio...falla finita perché non funzionerà > esordisce mentre continua a camminare dinanzi a se senza degnarmi di uno sguardo
< Ti piace fotografare non è vero? > devo cercare in tutti i modi di capire se è lui il ragazzo che sto cercando e se sta dicendo la verità o è solo bravo a mentire dopo essere stato colto di sorpresa a seguirmi. Si blocca immediatamente.
< Cosa? > mi guarda accigliato mettendo entrambe le mani dentro le tasche anteriori del suo jeans
< Sei sordo per caso > inizio ad irritarmi < rispondimi >
< Sei una stalker? Levati di mezzo, non so chi tu sia > mi sorpassa violentemente dandomi una lieve spallata. Vuole farmi credere di essere io la maniaca?
< Sei tu che non fai altro che seguirmi! > gli urlo dietro < appari sempre nelle mie foto...sei tu lo stalker! > lo raggiungo
< Ma quali foto, di cosa stai parlando... mi stai facendo perdere tempo d'accordo? Lasciami stare > sbuffa scocciato
< Prima rispondi a questa domanda...> lo blocco afferrandolo per il braccio < hai per caso esposto, anonimamente alla nuova mostra di fotografia? > lui si scrolla dalla mia presa, mi fissa dritto negli occhi e ho come la sensazione che con quel suo sguardo puntato su di me sia capace di disintegrarmi, apre la bocca per dire qualcosa ma la richiude scuotendo la testa e toccandosi nervosamente i capelli.
< Tu sei pazza! > dice infine dirigendosi verso l'uscita
< Io non sono pazza! > gli urlo contro < sono io la ragazza della foto! Sono io. >
Ma lui è già troppo lontano per sentirmi.

L'ARTE DI UNA PROMESSA (Completa)Where stories live. Discover now