CAPITOLO 58

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SEBA

Respingerla davanti a casa mia, dopo avermi aspettato per ore, con il suo viso angelico che mi supplicava di starle accanto è stata la cosa più difficile che io potessi fare. I miei pensieri sono sempre più confusi, da un lato continuo a ripetermi che starle lontano è la cosa giusta per entrambi, che eviterà di farci stare male, ma dall'altro non faccio altro che pensare a lei, a quanto sia bella e pura e a quanto sia determinata ad aiutarmi, a far andare bene le cose. Una grande parte mi suggerisce di lasciar perdere, che ogni tentativo di cambiamento è inutile perché ci ho provato mille volte e una piccola parte di me, invece, mi suggerisce di provarci, che lei è la persona che magari potrebbe riuscire a farmi ricredere nell'amore, che riuscirebbe a farmi innamorare dell'amore, come un tempo.
Mi piacerebbe tanto riaverla vicino a me, poter annusare il suo profumo, toccarla, baciarla e scoprire di lei tanti lati di cui ora non ne sono a conoscenza. Vorrei poter sapere cosa la rende triste o malinconica, cosa invece la rende felice e le piace fare, cosa le fa paura, vorrei poter vedere la sua espressione davanti a un film drammatico o un film comico, vorrei poterla vedere ridere a crepapelle e piangere, voglio sapere cosa la rende forte, il suo passato, cosa le piacerebbe fare da grande, il titolo del suo film preferito...vorrei poter passare interi pomeriggi con lei e le nostre macchine fotografiche, in giro per i boschi o per le montagne a scattare immagini che ci ricorderemo per sempre.
< tesoro...> si affaccia, mia madre, dalla porta di camera mia. < perché l'hai fatto...> in tono flebile, riferendosi a ciò che accadde con Alice
< Ci hai spiati? > non la guardo
< Più o meno...> si avvicina sedendosi sul letto accanto a me < gli hai raccontato ciò che ti fa stare tanto male? > mi domanda, annuisco < Eppure lei non se ne è andata...cosa ti avevo detto al campeggio? Se lei fosse rimasta nonostante gli avessi raccontato tutto....tienitela stretta >
< Si ma....ho paura > confesso < ho paura di ferirla e di ferire me stesso, di non essere in grado di cambiare e di creare solo problemi >
< Sebastian e se lei fosse quella giusta? Non dico quella che ti porterai all'altare > mi sorride
< ma quella che, a differenza di tutte le altre, riuscirà a renderti migliore...> mi scruta
< Non lo so ma' > abbasso lo sguardo
< Dai a tutta questa storia una possibilità, dalla a lei ma soprattutto concedila a te....vattela a riprendere Sebastian >

Al diavolo le mie continue paranoie, per una volta, per una sola volta proverò a fare ciò che il cuore mi dice di fare mettendo a tacere i pensieri nella mia testa. Prima di andare a bussare alla sua porta, però, vado a fare velocemente una commissione.
A pochi centimetri dalla sua casa la vedo uscire con in mano una serie di fogli < Aspetta! > si volta nella mia direzione
< C-cosa ci fai qui...> mi guarda con sguardo sorpreso, appena la raggiungo
< Sono venuto a parlarti > riprendo fiato mentre mi perdo ad osservare ogni particolare del suo volto, la vedo sorridere leggermente, i suoi occhi spalancati per la mia visita da lei così inaspettata, le guance leggermente rosate dall'imbarazzo e i suoi lunghi capelli scuri legati in una alta coda di cavallo. Indossa una semplice canotta rossa dentro ad un pantalone di una tuta grigia.
< Davvero? > domanda sconvolta
< Si...stavi andando da qualche parte? > alzo un sopracciglio
< Si...> abbassa lo sguardo < stavo venendo da te > arrossisce di più
< Sul serio? > sorrido < Speravi in uno dei tuoi altri mille tentativi? >
< Veramente no, ho scoperto una cosa...cosa hai li? > indica la busta che ho in mano
< È per te > gliela porgo
< Mi hai fatto un regalo? > sorride < Sicuro di essere il Sebastian che poco tempo fa mi ha respinto? > domanda accigliata
< Avanti aprilo > posa i fogli che ha in mano a terra e apre la busta, alterna lo sguardo sorpreso da me al sacchetto, per almeno tre volte e afferra sorpresa la scatola dentro.
< Io...non ci posso credere > il suo sorriso arriva da un orecchio all'altro, mi guarda con occhi espressivi, sprigiona gioia da tuti i pori < sono senza parole > si avvicina per abbracciarmi forte, la avvolgo afferrandola per la vita, cercando di farle trasmettere quanto in questo momento la desideri.
< Ti piace? > le domando
< Se mi piace? > si stacca guardando il regalo < È una delle macchina fotografiche più belle e nuove di sempre...perché, cioè perchè lo hai fatto...>
< Mi hai detto che tuo padre l'aveva venduta così io...> scrollo le spalle
< Grazie davvero > mi sorride
< Di niente...perché stavi venendo da me? > domando curioso
< Ho scoperto una cosa davvero, davvero, davvero assurda > raccoglie i fogli che aveva posato a terra < Guarda qui...> mi mostra una fotografia
< Questa è la foto della mia...ma aspetta un attimo perché ce l'hai tu? > la guardo sorpresa
< Quando tuo fratello disse il tuo nome per intero, Sebastian Proid, quel giorno a casa tua...iniziai ad avere il presentimento di averlo già sentito da qualche parte...solo che non ci detti molto peso fino a quando, di punto in bianco non mi ricordai di questo... > indica la foto
< Continuo a non capire >
< Questa è la foto della tua classe, terza elementare e io ce l'ho perché ci sono anche io > mi osserva
< C-come? > domando sorpreso
< Ok, guarda questo sei tu e questa seduta esattamente davanti a te, sono io...>
< Cioè vorresti dirmi che abbiamo fatto le elementari insieme? > domando accigliato
< Si esatto > osserva la foto < solo che all'inizio non mi ricordavo di te perché...eri diverso > nella foto sono parecchio in carne, a stento riesco a riconoscermi e a pensare che io possa essere cambiato così tanto.
< Si...ma io di te non mi ricordo per nulla >
< Appari solo nelle foto dei primi tre anni...in quarta e quinta tu non ci sei >
< Si ricordo molto bene...mi dovetti trasferire in un’ altra scuola, per il lavoro dei miei genitori..>
< È assurdo non credi? Cioè abbiamo passato i primi tre anni delle elementari insieme...beh non ci ricordiamo quasi nulla ma...è assurdo > sorride
< Si, lo è > la osservo ridere < comunque....> faccio un lungo respiro < sono venuto qui per parlarti >
< Ok...>

< Voglio chiederti scusa, scusa perché sei l'unica persona che vuole starmi accanto e non sto facendo altro che respingerti ...> mi avvicino a lei afferrandole i polsi < voglio poter innamorarmi di nuovo e lo voglio fare con te, voglio che mi aiuti a vedere la tua definizione di amore, voglio poter amare come fai tu > mi sorride < non sarà facile...> abbasso lo sguardo < ma ti prego di starmi vicino perché ho bisogno di una persona come te, ho bisogno di ricevere l'amore che sei in grado di darmi e solo così riuscirò a darti la parte migliore di me >
< S-stai dicendo sul serio? > mi domanda incredula
< Si...sto dicendo sul serio, voglio poter passare altri mille momenti con te, ma momenti in cui non mi sento costretto a pensare di dovermi trattenere...voglio poterti mostrare tutto ciò che sono in grado di darti >
< Non so cosa dire > mi guarda con occhi pieni di gioia
< Non dire niente...tu mi vuoi ancora? >
< Certo, certo che ti voglio ancora > annuisce
< Bene, questo mi basta > la spingo verso di me facendola aderire al mio corpo, poso entrambe le mie mani sul suo minuto viso e le fisso gli occhi, cosa che non smette di fare anche lei
< Baciami...> sussurra tra le mie labbra
< Questa volta, lo farò...> mi avvicino per poterla baciare, le nostre labbra si fondono completamente ma è un bacio diverso da tutti gli altri è un bacio a mente aperta, vuota, senza alcun pensiero di troppo, senza pensare di non doverlo o averlo dovuto fare ,questa volta è un bacio capace di riaggiustare tutto.

L'ARTE DI UNA PROMESSA (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora