Capitolo 10. Angeli

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-Samael, qual cattivo vento ti porta qui?- la voce di Lucifero è tagliente e vuota e fredda quando si rivolge a uno dei quattro angeli ben armati, essi ci scrutano con diffidenza e disgusto e allo stesso modo noi scrutiamo loro.

-Sai benissimo quale motivo ci spinge a perlustrare questa zona, Lucifero.- gli risponde l'altro, anche il loro aspetto divino mi disturba. . . tutti e quattro con biondi capelli platino lunghi fino alle spalle in una massa di boccoli ordinatamente pettinati, divise - o armature per quel che ne so - argentate ed occhi color oro screziati di celeste.

-Michele spera ancora di trovare i cancelli dunque?- lo provoca Lucifero malignamente, quando notiamo l'irritazione accendere gli occhi degli angeli un ghigno compiaciuto appare sui nostri volti, specialmente in quello di Lucifero che a quanto pare si diverte molto a prendersi gioco di loro e non posso che appoggiarlo completamente anche se ho una voglia matta di riversare su di loro i miei poteri uniti alla mia rabbia il prima possibile.

-Michele non cesserà mai di sperare di riportarti a casa, e lo sai.- ribadisce Samael con una finta espressione di tristezza dipinta in volto, al che non posso evitare di scoppiare a ridere tra il divertimento e lo sconcerto più assoluto.

-Se proprio volete mentire almeno imparate a sembrare credibili quando lo fate.- dico gelida e tagliente proprio come lo è stato Lucifero alcuni momenti prima, invece adesso si limita a ghignare soddisfatto e oserei dire orgoglioso di me.

-Modera i termini poppante, molti demoni si sono pentiti amaramente per molto meno.- mi sibila contro uno di loro, e il mio ghigno si trasforma in uno più maligno e compiaciuto quando vedo il modo in cui mi sta guardando Samael, come se volesse tagliare lui stesso la mia gola.

-Di cosa dovrei pentirmi esattamente? Di aver detto il vero forse?- provoco lo stesso angelo che si è risentito così tanto della mia precedente affermazione.

Con somma soddisfazione di noi demoni osserviamo divertiti Samael bloccare la mano dell'altro che con uno scatto fulmineo stava già estraendo la lama dal fodero assicurato al fianco destro.

-E voi sareste le creature celesti così tanto decantate dagli umani per la vostra indole pacifica e caritatevole? Esilarante, davvero esilarante.- dico fulminando tutti e quattro con lo sguardo, mi disgustano a tal punto che il mio intero corpo freme dalla voglia di polverizzarli.

-Mia cara ragazza, la cosa veramente esilarante è che loro stessi sono convinti di esserlo. . .  comunque sia il mio adorato fratello può dire quello che più lo aggrada, ma sappiamo benissimo che il suo scopo primario è cancellarci dalla faccia della terra.- inizia a dire Lucifero puntando il suo sguardo gelido come l'inverno primordiale proprio su Samael.

-Quindi cosa volete fare adesso? Continuare a farvi sbeffeggiare o tornare con le ali tra le gambe da Michele con l'ennesimo fallimento da aggiungere alla collezione?- li provoca ancora lui con un baluginio di divertimento negli occhi quando uno di loro digrigna i denti per la collera.

-Lei non è un demone come tutti gli altri.- afferma incuriosito e sospettoso Samael puntando i suoi occhi indagatori nei miei, non so bene come ma riesco a mantenere la mia maschera di fredda indifferenza di fronte alla sua indagine.

-Josephine è un demone, diversa sì e per questo molto promettente.- afferma Astaroth con aria di sfida, al che tutti e quattro gli angeli si mettono in posizione di difesa; a quanto pare temono molto il nostro generale e solo questo mi fa capire di non dover mai sottovalutare le sue capacità.

-Era umana. . . tu ragazza che disprezzi così tanto il bene, eri un umana vero?- indaga Samael senza distogliere l'attenzione da me, almeno possiede un briciolo di intuito.

Et lux in tenebris: infernumWhere stories live. Discover now