22.

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Dopotutto è stato bello averti accanto
Pensare che sarebbe stato in eterno
Federica Carta


-No che non ci deve andare.- aveva sbottato Annekee.
-Perché no? Anne, sei la mia ragazza e ti amo, ma lo sai quante volte potrebbero incontrarsi? Non è meglio risolvere subito?- aveva cercato di farla ragionare Matthijs.
-Cosa pensi ti voglia dire?- mi aveva chiesto Luca.
Avevo scosso la testa.

-Ma secondo te, genio che non sei altro, lei lo sa? Se lo avesse saputo non saremmo a questo punto, non pensi?- lo aveva rimbeccato Riccardo.

Era scoppiato il panico, letteralmente.

Avevo letto quel messaggio e il telefono mi era quasi caduto dalle mani. A quel punto Anne lo aveva afferrato prima che scivolasse dal tavolo e si frantumasse in mille pezzi, e inevitabilmente aveva letto il messaggio che mi era arrivato. A quel punto mi aveva guardato malamente, e lo aveva passato a Samuele, che aveva smesso di parlare.

Da lì in poi il panico. Si era scatenata una discussione fra tutti i presenti su cosa io dovessi o non dovessi effettivamente fare, mentre Adrien mi guardava consapevole che non mi sarei lasciata influenzare in ogni caso. Tenevano a me, e questo lo sapevo, ma in quel momento avrei preferito essere in pigiama sul divano, davanti ad un rewatch di Grey's anatomy a ingozzarmi di gelato, più che in un ristorante dopo un concerto per cui mi ero preparata per mesi.

-Mat non è che se lui non si fa sentire per due mesi allora poi può fare come gli pare!- questa era Anne. Sapevo bene come la pensava di tutta la faccenda, così come sapevo bene anche cosa ne pensasse Samuele. E anche Matthjis, che era d'accordo con Samuele, visto che Paulo era un suo amico, e nessuno più di lui e i suoi compagni di squadra potevano sapere come stesse realmente.

Li avevo guardati un secondo, e mentre le chiacchiere si stavano alzando, avevo sbottato.
-Ragazzi, basta. Anne e Mat non litigate per queste cose, voi altri silenzio. Fatemi ragionare, e fate silenzio.- i ragazzi mi avevano guardato con un'aria dispiaciuta, quasi come per scusarsi.
-Ci devi andare.- mi aveva detto Samuele, e avevo notato anche Adrien annuire. Non si era esposto fino a quel momento, quindi sapevo che ci aveva ragionato. E lo avevo fatto anche io. Non andare avrebbe significato lasciare quella storia incompleta, e sarebbe stato più difficile chiuderla.

Perché quello volevo. Metterci un grosso punto. Il rischio sarebbe stato quello di lasciarmi andare ancora, e non resistere a quegli occhi. Ma ero decisa, e lo sarei stata fino alla fine.
-Lo so.- avevo quindi risposto semplicemente.

-

Per questo quella mattina alle otto e mezza mi trovavo in macchina di Adrien con la voglia di lanciarmi dal finestrino pari all'altezza del monte Everest. Probabilmente avrei potuto anche chiedere ad Adri di portarmi direttamente lì, così da fare direttamente un tuffo a candela dalla cima del monte più alto del mondo.

Samuele avrebbe voluto studiare il mio abbigliamento punto per punto, ma glielo avevo impedito, indossando un semplice jeans nero e una felpa grigia che avevo fregato ad Adri.
-Come stai?- mi chiese lui, mentre manteneva lo sguardo sulla strada.
-Je ne sais pas.- gli avevo risposto, e lui aveva annuito.
-Maddie, andrà bene.-
-Non può andare bene, Adri. In ogni caso non finirà bene. E non lo so. So solo che speravo di non vederlo, e ho sbagliato a far mettere la foto ad Anne.- probabilmente da lì aveva visto che ero a Torino, e sicuramente c'era lo zampino di Rodrigo, che sapeva quando sarei ripartita.

-Non pentirti ora della tua scelta Mad, dici così perché hai paura. Abbiamo analizzato bene il motivo per cui stai andando.- aveva ragione, mi stavo facendo prendere dal panico.
-Ti aspetto al centro, tanto stiamo andando tutti lì. Oggi iniziamo alle undici, ma saremo lì da prima. Non esitare a chiamare.- mi disse, dopo essersi fermato.
-Adri, stai tranquillo. Anzi, scusa se ti sto facendo uscire così presto da casa.-
-Stai tranquilla, cerca invece di sistemare questa storia una volta per tutte, soprattutto per te.- mi disse lui.
Gli lasciai un bacio sulla guancia, e scesi dalla macchina.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora