37.

627 33 0
                                    

Se solo avessimo lottato
Chissà come sarebbe andata
Ma la tua voce così decisa
Mi ha preso a pugni e mi ha stordito
Vincenzo Cairo

Madeleine

La mattina dell'otto agosto mi svegliai con un solo e unico obiettivo: parlare con Riccardo.

Era passato un sacco di tempo da quando mi ero ripromessa di farlo, perché per un motivo o per l'altro non ne avevo avuto modo.
Una volta seminato il panico a casa dei miei nonni infatti mi ero rifugiata da mio fratello con la complicità dei miei nonni, di Nathan, Romèo, Valerie e Jules. Si, perché mio cugino dopo due ore di silenzio stampa era scappato in camera mia, mentre richiudevo la valigia per consolarmi.

La situazione di silenzio fra Riccardo e Luca si era protesa fin troppo a lungo, e io non li reggevo più. Luca poi sembrava in uno stato di disperazione continua, e Riccardo non aveva la minima intenzione di sistemare tutta la faccenda.

Fu per questo che quella mattina con una scusa Samuele si dileguò per le nove dopo aver fatto colazione, e io, ancora in pigiama, mi trovai davanti a Riccardo, ancora mezzo addormentato, in pantaloncini e ciabatte, in cucina.

Gli posai davanti una tazza di latte enorme e il pacco di Gocciole al cioccolato, sperando di addolcire un po' la cosa.

Lo osservai afferrare la prima gocciola e inzupparla nel latte, e aspettai che lo facesse altre sedici volte, prima che finisse il latte nella tazza.
Lo seguii con lo sguardo mentre, ancora assonnato, andava verso il lavello e metteva a lavare sia la tazza che il cucchiaino, e poi metteva dentro lo scaffale i biscotti. Almeno era ordinato.

Poi, come di consueto, si mosse verso la porta, e mise la mano sulla maniglia, abbassandola. La porta non si aprì. Riprovò una seconda volta, ma non si aprì di nuovo. Un terzo e un quarto tentativo fallirono ancora, e aspettai che capisse cosa mancava.

Dopo la quinta volta, si voltò verso di me, decisamente più sveglio.
-Madeleine, la porta è rotta.- mi disse, sbadigliando.
Fu a quel punto che tirai fuori dalla tasca la chiave della porta, e gliela mostrai.
Lo vidi confuso inizialmente, e soltanto dopo tre secondi buoni spalancò gli occhi.
-Madeleine, ma perché hai chiuso?- mi chiese, preoccupato.

-Rico, siediti.- gli dissi.
-Madeleine, mi preoccupi. Cosa succede?- mi chiese ancora, stropicciandosi gli occhi e sedendosi su una delle sedie del tavolo.
-Io e te dobbiamo parlare di una cosa, e sai benissimo di che cosa.- gli dissi, preparandomi alla sua reazione.
-Non voglio discutere con te di Luca, quindi sappi che stai perdendo tempo.- mi rispose subito lui, schietto.

-Ah vedi allora che lo sai? Hai la coda di paglia, Riccardo?- gli feci notare.
-Madeleine non c'entri nulla, non inmischiarti.- mi rispose acido.
-No, Riccardo. Fino a che sei dispiaciuto che sia partito è okay, ma ora, che sei nervoso giorno e notte e non ti si può parlare mi riguarda che si. Quindi ti conviene vuotare il sacco, o rimarremo chiusi qui tutto il giorno.- lo avvisai. Notai subito il suo sguardo spazientito. Lo sapeva che prima o poi lo avrei scoperto, ma forse sperava che non succedesse.

-Madeleine, per favore, fammi uscire. Non ne voglio parlare.- mi implorò.
-Riccardo, Luca ti vuole bene, e te ne vogliamo anche io e Samuele, e siamo preoccupati per te.- cercai di spiegargli.

Lui scosse la testa.

-A Luca non interessa nulla di me.- mi rispose soltanto, con gli occhi lucidi.
-Non è vero. Chi ti ha messo questa idea in testa?- gli chiesi immediatamente.
-Lui, andandosene via.- mi rispose. Ecco cosa stava succedendo.
-Riccardo, lui tiene a te anche se è in America.- cercai di consolarlo.
-No, Madeleine. Non sarebbe partito altrimenti.- mi rispose lui, con voce rotta, facendomi allarmare.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora