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Quando torno posso dirti una bugia
Ma che male fa
Michele Bravi

Madeleine

Mi alzai la mattina del diciassette luglio, a casa mia a Roma.
Posai i piedi sulle ciabatte pelose prima di infilarle, e mi tirai su, dirigendomi verso la cucina. La casa era stranamente silenziosa, e questo era dovuto al fatto che Samuele e Riccardo fossero partiti per Torino il giorno prima.

Samuele era riuscito a organizzare i suoi impegni in modo da avere un po' di calma per tutto il mese di luglio, mentre io non vedevo l'ora di laurearmi e dare fuoco a tutti i libri che mi circondavano negli ultimi giorni. Alla fine si sarebbero trovati da soli a casa, senza nulla di entusiasmante da fare, e avevano pensato di andare a fare compagnia ad Adrien, che ogni volta non vedeva l' ora.
Settembre sarebbe stato il mio mese per la laurea, e poi avrei subito cercato di fare qualche corso aggiuntivo per aggiungere qualche decimo al mio punteggio nelle graduatorie da insegnante per le scuole medie.

Osservai Marcel venirmi incontro.
Lo accarezzai qualche secondo, e poi gli preparai da mangiare. Versai le crocchette e la scatoletta nella ciotola, prima di scaldare un po' di latte nel microonde. Afferrai dallo scaffale i biscotti ai cereali, e mi sedetti sulla sedia più vicina.
Aprii instagram, e iniziai a scorrere le foto sulla home. Misi un like ad una serie di foto messe dal profilo della squadra sulla partita di due giorni prima, che era andata decisamente bene. Nel frattempo infatti vi erano state un bel po' di partite di campionato, e io le avevo viste bene a casa mia, sul divano, con una pizza davanti e Marcel sdraiato di fianco al divano.

Una seconda foto attirò la mia attenzione, la quale ritraeva Paulo seduto su una specie di step in pantaloncini e maglietta, mentre si allenava probabilmente per fatti suoi. Quella doveva essere la palestra a casa sua, che io avevo visto quando ancora andava ristrutturata.
Il suo sguardo poi, era rivolto dritto in camera, fisso e deciso. Con la mandibola contratta e un'espressione accigliata, e i capelli leggermente disordinati dalla precedente sudata era una cosa pazzesca. Lo avessi avuto davanti probabilmente lo avrei divorato con tanto di sudore. Ma come si faceva a non farlo?

No, le cose non erano cambiate. Anzi, erano immobili come Ciro. Okay, non fa ridere.

C'era stato un silenzio tombale che non ci aveva abbandonato nemmeno per un secondo. La mia unica fonte di informazioni? Adrien, che era la mia spia in incognito, e di rado anche Annekee, che qualche volta riusciva a ricavare qualche informazione da Matthjis.
Entrambi avevano detto la stessa cosa.
Si stava ammazzando di palestra. E non per finta, o per gioco. Stava ore e ore ad allenarsi, che fosse a casa sua da solo o alla Continassa prima, dopo o durante le sedute di allenamento. Io ero preoccupata, e la descrizione del post che avevo appena visto non aiutava. Certo sapere che neanche nel suo giorno libero si fermava un attimo mi spaventava. Proprio per questo avevo chiuso instagram e avevo chiamato Adrien, che sapevo essere sveglio da un po'. Era un tipo mattiniero lui, il mio opposto proprio.

Composi quindi il suo numero, e pigiai sul tasto verde. Contai due squilli, prima sentire la voce del francese dall'altro capo del telefono.
-Buongiorno!- rispose subito.
-Hey, mio bel francese!- lo salutai di rimando.
-Come stai?- mi chiese.
-Sto bene, dai. Sono in partenza per Marsiglia, vado a trovare i miei nonni.- gli risposi allegramente.
-Respira un po' di sana aria francese anche per me, mon chéri!- mi disse allora lui, sapendo quanto in realtà non amassi la Francia.
-Se non fosse per i miei nonni e per Juls, fidati, girerei proprio alla larga.- gli risposi, facendolo ridere.
-C'è anche la strega?- mi chiese.
-No, per fortuna Viviane sarà a Milano a fare aperitivi fino ad agosto.- gli risposi ancora.
-E va bene dai, meglio così.-
-Comunque...- iniziai a dire.
-So cosa vuoi chiedermi Mad, e la mia risposta è no, ancora non lo vedo. Oggi abbiamo allenamento di pomeriggio. In ogni caso, la situazione non sarà diversa rispetto ad altre volte.- e aveva ragione.
-Vorrei solo sapere cosa gli passa per la testa, ma non so nemmeno come è andata a finire con lei, e poi sono arrivata alla conclusione che devo andare avanti una volta per tutte.- gli dissi. Si, ci ero arrivata dopo la quasi aggressione di Mirko. Mi ero ripromessa di darmi tempo. Eppure Paulo era sempre lì, vuoi o non vuoi.
-Ne sei sicura, Mad? Io non credo che siate nella posizione di andare avanti. Lui ti manca, e credo che anche a lui manchi tu.- mi rispose.
-Come...- iniziai a chiedere.
-Ieri, come al solito, Rico e Samuele si sono imbucati agli allenamenti. Lo sai meglio di me che non c'è modo di placarli, e stavolta hanno fatto pure due tiri in porta con Gigi a parare. Dovevi vedere come erano gasati. Comunque, appena Paulo ha individuato e riconosciuto Samuele ha iniziato a guardarsi intorno come un pazzo, cercando qualcosa o meglio, qualcuno. E quando non ha trovato chi cercava è stato con il broncio tutto il tempo. Quindi, si, gli manchi.- mi disse. Adrien era logorroico da morire, proprio come me.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora