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Guardarti senza avere paura
Anche se poi mi confondo
Matteo Romano

-E quindi il tuo ragazzo è un cane.-
-Certo, è un beagle fantastico, anche se fa una marea di danni. E credo stia progettando di fare fuori il pappagallo di Samuele. In quel caso lo aiuterei anche io.-
-Samuele ha un pappagallo?- mi venne da ridere.
-Non è un qualsiasi pappagallo, ma è Pierre. Lo odio, e lui odia me.-
Paulo rise.
-Ma parla? -
-Scherzi? Parla e pure troppo. È un continuo, non la smette mai, ed è cinico e acido come Samuele.- Paulo rise ancora di più.
-No, okay, voglio conoscerlo.-
-Lui già ti conosce, visto che quando i ragazzi vedono le partite a casa partecipa anche lui-
-Ah, e che squadra tifa?-
-Juventus, ma questo era ovvio. Ed è fissato con Bentancur, ma credo perché gli piace dire il suo cognome.- Paulo rise.

-E tu, perché sei qui?- gli chiesi cercando di non risultare curiosa.
Lui mi guardò un secondo. Poi si girò verso la casa che avevamo vicino. Non avevo idea quanto tempo avessimo parlato e girato per il villaggio.
-Qui mi rilassa. Ci vengo quando voglio stare lontano da tutto o quando ho bisogno di riflettere. Quando sono triste o nervoso mi piace venire qui e pensare di essere un'altra persona, una persona qualunque che può fare tutto ciò che vuole senza finire sulla prima pagina di un giornale sportivo. È raro incontrare giornalisti qui.
È il mio posto segreto.- disse guardando dietro di me.
-E tu sei triste o nervoso?- domandai io. Lui puntò i suoi occhioni verdi nei miei. Avrei voluto dirgli che si vedeva a chilometri.
-È un periodo no.- rispose in tono forse troppo brusco. Si, decisamente.
Ero stata invadente. Lui si voltò dall'altra parte.
Ero stata troppo impicciona, e non era da me. Non mi era mai successo.

-Paulo, mi dispiace, non dovevo chied-
-No, Madeleine. Non devi scusarti, davvero. È che hai indovinato come ieri. E questa cosa un po' mi destabilizza.- si girò verso di me. Destabilizzava anche me, anzi, lui mi destabilizzava totalmente. Ma non volevo lo facesse.
-Mi destabilizza perché non lo ha mai fatto nessuno al di fuori dei miei genitori.-
Quando i miei occhi incontrarono i suoi, la mia schiena fu attraversata da un'ondata di brividi. Cosa stava succedendo? Scossi la testa e tornai a guardare le case.
-Madeleine- mi chiamò. Annuii con la testa. La sua voce era meravigliosa, e il modo in cui mi chiamava ancora di più.

-Mi dispiace per essere stato così brusco, non volevo.-
-È tutto okay.- risposi accennando un sorriso.

-Dopo la partita ci sono anche io. Mi piacerebbe farvi da guida per Torino per i prossimi due giorni, sempre se ti va.-
Mi stava indirettamente chiedendo di vederci?
Un suono di un messaggio, con il tono classico di un iphone, attirò l'attenzione di entrambi. Lui tirò fuori il telefono dalla sua tasca, e iniziò a smanettare. Poi sospirò.
-Come non detto, ho allenamento mattina e pomeriggio.-

-Tranquillo, ci rivedremo dopo la partita.- risposi tranquillamente.

-Come mai qui a Torino, invece?-
-Mi è sempre piaciuta come città, e non escluderei di venirci a vivere un giorno, e i ragazzi volevano vedere una partita, e quindi eccoci qui.-
-Quanto tempo starete?- mi chiese.
-Un paio di settimane.- risposi.

-Va bene, Madeleine, allora ci vediamo all'Allianz fra due giorni. Mi raccomando, abbina bene la mia maglia eh, ci tengo.- mi fece l'occhiolino e andò verso una Jeep nera nel parcheggio. Io raggiunsi la nostra macchina lentamente. Osservai Paulo salire sulla jeep, mettersi la cintura e partire. Salii in macchina con l'intento di passare inosservata e di non raccontare a nessuno di quello che era successo.

Salii al posto davanti a sinistra, sicura che i ragazzi non avessero intenzione di guidare. Mi sedetti e dopo aver posato il telefono nel porta oggetti, notai che in macchina regnava un silenzio tombale. I ragazzi mi guardavano in silenzio, senza quasi nemmeno respirare.
-Ragazzi? Tutto okay?-
-Maddie.- mi richiamò Riccardo.
Lo guardai abbastanza confusa.
-Ric?- ma lui non rispose.
-Ci hai scaricato per fare una passeggiata romantica con Dybala?- questo fu Samuele.
-Non è come sembra.- cercai di giustificarmi prima che scoppiasse il panico.
-Si, dicono tutti così.- rispose Riccardo.
-Con Paulo Dybala, numero dieci della nostra squadra del cuore?- continuò Luca.
-Con Paulo ci siamo incontrati per cas-
-Ah quindi ora vi chiamate anche per nome??- borbottò Samuele.
-Ragazzi ci siamo incontrati per caso, e si è scusato per ieri, e visto che eravamo entrambi da soli mi ha chiesto di fare il giro del villaggio insieme visto che lui ci era già stato.-
Le loro facce erano ancora più sconvolte.
-Si è scusato per ieri sera??- chiesero tutti e tre contemporaneamente.
Annuii abbastanza convinta.
-Mad, lo sai che ha una ragazza, vero??- mi chiese Samuele.
-Si, ne abbiamo parlato.-
-Avete parlato della sua ragazza?- chiese abbastanza confuso Luca.
-In realtà abbiamo parlato di tante cose, fra queste di Oriana.-
-Maddie?- di nuovo Riccardo.
Mi voltai verso di lui che era seduto al posto vicino al mio.
-Non è che per caso devi dirci qualcosa?- eh?
-Non mi pare, a meno che non sappiate voi qualcosa che io non so.-
-Mad?- mi voltai di nuovo verso Samuele.
-Non è che tu e Paulo- accentuò il suo nome per far capire che lui non lo avrebbe chiamato così.
-state combinando qualcosa?- eh? Guardai Samuele confusa.
-Ragazzi, ma da bambini siete caduti dalla culla?-
-Noi no, ma tu sei caduta fra le braccia di Dybala?-
-No. Vi ho già detto che ci siamo incontrati per sbaglio, e mi ha chiesto di fare il giro insieme. Stop.-
Loro mi guardarono ancora sospettosi.
Certo non gli potevo dire che mi aveva detto di essere in pratica triste e nervoso.
-Se non volete crederci fate come vi pare, ma questa è la verità. Detto questo, discorso chiuso.-
Non li vidi convinti neanche per un po', soprattutto Samuele. Misi in moto e lasciammo il parcheggio del villaggio.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora