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P.O.V JK

Mi sveglio la mattina e guardo il soffitto.

E' sabato e quindi vuole dire che è il mio secondo giorno di fidanzamento con quel Park Jimin. Un momento, perché conto i giorni?

Sbuffo e guardo il calendario.

Oggi è il 17 aprile e il 15 settembre io e Jimin ci lasceremo e sarà tutto come prima, io sarò libertino e single e lui non mi ronzerà più attorno come ora.

"Jungkook" mi chiama mia madre entrando in camera e io la guardo.

"mh?" mugugno volendo tornare a dormire.

"dai alzati, sono già le 11, preparati, tra poco arriva no?" chiede e io annuisco sospirando, lei esce e va a preparare, mentre io mi rigiro nel letto e mi riaddormento.

Un'ora e mezza dopo

"Jungkook" sento una voce che mi chiama, mi giro e apro gli occhi trovandomi Jimin davanti a me e in piedi che mi guarda, lo guardo confuso e poi prendo il telefono che segna che sono le 12.33, lo guardo e subito mi siedo.

"cazzo, mi sono riaddormentato" dico e lui sorride.

"tranquillo, sei bello anche quando dormi" dice e io lo guardo, lui mi sorride e poi si avvicina a me.

"grazie per avermi invitato a casa tua" dice e si siede vicino a me.

"mhh, non sei un po' troppo vicino?" chiedo e lui si mette a cavalcioni su di me e mette le sue mani sulle mie spalle.

"ora stiamo comunque insieme no?" dice guardandomi e io lo guardo soltanto.

"se stiamo insieme possiamo fare quello che vogliamo, qualsiasi cosa vogliamo senza che gli altri debbano intervenire, possiamo anche fare l'amore" dice e inizia a strusciarsi su di me, ma ciò mi altera e lo butto a terra facendogli male, ma questo non mi importava.

"non osare toccarmi mai più, l'amore? Noi due? Neanche ti conosco e tu parli di amore, dove lo vedi l'amore qui?" chiedo e lui abbassa lo sguardo.

"ho vinto la scommessa e quindi sei obbligato a farlo" dice e io mi alzo dal letto mettendomi su di lui che era ancora a terra e schiacciando la mano sul suo collo.

"appunto sono costretto a farlo, non è per mia volontà perché per uno con te, mai e poi mai lo farei, magari una botta e via per il bel didietro che hai, ma per il resto non vedo l'ora che finisca questa mia tortura" dico e lui trema diventando rosso, solo al momento noto che lo stavo letteralmente strozzando e lo lascio, lui inizia a tossire cercando di riprendere fiato ma qualcosa va storto perché inizia ad andare in panico, lo guardo e lo tiro, prendo una bottiglietta d'acqua che avevo in camera e metto l'acqua in bocca per poi baciarlo e passargli l'acqua in quel modo, era l'unica soluzione dato che da solo non si sarebbe calmato.

"raga- oddio aww che carini" dice mia madre scattandoci una foto, mi stacco da Jimin e lei si avvicina a noi sorridendo ma poi mi colpisce alle palle.

"MA CHE CAZZ-" urlo e lei mi guarda male, cosa che mi fa zittire subito, lei non si arrabbiava facilmente e quello sguardo poche volte lo vedevo. La guardo e lei prende Jimin e mi indica il suo collo.

"lo stavi seriamente strozzando?" chiede e io la guardo, lei mi guarda delusa e scuote la testa.

"vai a lavarti, tra poco si pranza, vieni Jimin" dice lei e lui si tiene il collo seguendola, la guardo e sospiro, prendo i miei vestiti e mi vado a lavare per poi scendere e sentire mia madre e Jimin parlare, solo che quest'ultimo parlava a fatica, sicuramente a causa della mia stretta, mi mordo le labbra e entro in cucina,  mia madre mi nota e inizia a servire ma noto che si è cambiata.

Five months Où les histoires vivent. Découvrez maintenant