4. Casa

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Ho il cuore affranto.

(È vero, sono stata adottata. Non mi volevano...non mi amavano...)

Mi mordo il labbro, rompendolo, mentre cerco di trattenere le lacrime con pugni serrati.

???: "T/n."

Una voce profonda si fa presente nella mia testa, continuando a chiamarmi.

Quando alzo gli occhi, mi ritrovo in un luminoso atrio

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Quando alzo gli occhi, mi ritrovo in un luminoso atrio. Sentendomi strana, mi guardo il corpo e noto che sono tornata bambina. Sono i miei ricordi.

???: "T/n."

Un uomo alto si china e mi mette una mano sulla spalla.

???: "Benvenuta a Bluebells Field."
Giovane T/n: "Bluebells Field...?"
???: "Questa sarà la tua nuova casa, T/n."
Giovane T/n: "Casa? Papà..."

(Voglio tornare a casa...dov'è papà?)

???: "Sì, proprio così. D'ora in avanti, potrai chiamarmi Padre. Ora siamo la tua famiglia."

(Padre? Una nuova famiglia?)

L'uomo indossa un viso allegro e mi arruffa dolcemente i capelli, tuttavia sento un vuoto nell'animo.

(Non ne voglio una nuova. Voglio la mia vera famiglia, ma...sono stata abbandonata. Non riavrò più la vita che avevo prima. Non sarò più la stessa. Voglio piangere, ma le lacrime non arrivano. Sono a pezzi...)

Il Padre mi sorride nervosamente quando nota che mi sto guardando attorno in stato confusionale.

Padre: "Tranquilla. Sono sicura che andrai d'accordo con gli altri bambini."

(Ci sono altri bambini?)

La porta dell'ingresso si apre leggermente, facendo entrare uno spiraglio di luce mattutina.

???: "Padre?"

Da dietro il Padre, spunta la testolina di un bambino. Mi zittisco non appena vedo che mi nota.

Padre: "Eren, perché ci hai messo tanto?"
Giovane Eren: "Mi dispiace, stavo giocando con gli altri bambini. Lei chi è, Padre?"

Il piccolo Eren mi osserva come se venissi da un altro pianeta.

(Non mi sento molto a mio agio qui...)

Padre: "Figliolo, non essere maleducato."

Sento le dita dell'uomo posarsi sulla mia schiena, invitandomi a fare un passo verso il castano.

Padre: "Lei è T/n. D'ora in poi vivrà qui con noi."
Giovane Eren: "Ciao, T/n. Sono Eren, ti va di essere mia amica?"

Guardo persa la sua mano quando l'allunga verso di me.

Padre: "Salutalo, T/n."
Giovane T/n: "Va...bene..."

All'esortazione dell'uomo, gli prendo la mano. Il suo tocco è avvolgente e accogliente, e in quell'istante, il vuoto nel mio cuore si riempie di un immenso calore che mi invoglia a piangere. Senza dire una parola, il bambino mi abbraccia. Sfogo tutto il mio miscuglio di emozioni che provo sul suo petto finché non finisco le lacrime.

Amnesia【Jean x Reader ITA】Where stories live. Discover now