- 32 -

2.2K 92 38
                                    


Claire uscii un po' prima da lavoro per tornare a casa e sistemare alla meglio. O forse anche perché era consapevole che non stava più lavorando da ore, fissando semplicemente lo schermo del pc e ripensando a quanto era successo. Ora era impaziente che arrivasse.

Si era fatta una doccia e aveva indossato un jeans largo e una t-shirt oversize , le sembrava l'abbigliamento meno sexy che avesse in casa.

Alle 8 in punto, Harry suonò il campanello e si presentò alla sua porta - effettivamente in tuta e con entrambe le mani colme di sacchetti di cartone pieni di cibo cinese. Peccato però che Harry in tuta era sexy quando Harry in giacca. Indossava una felpa nera, con il cappuccio tirato su e un pantalone di tuta grigio. "Buonasera Claire. Sono in tuta e sono puntuale" disse semplicemente, riservandole un sorriso.

"Hai invitato anche qualche amico?" Ironizzò lei, fissando le numerose buste che teneva tra le mani. Avrebbero potuto mangiare in 6 con la quantità spropositata di roba che aveva ordinato.

"Mi sono lasciato prendere un po' la mano, lo ammetto".

Claire si fece da parte, lasciandolo entrare in casa. Harry notò che la casa era piccola ma molto accogliente. Si entrava in questo salone con cucina a vista dall'arredamento caldo e colorato. Al centro della sala spiccava il divano pieno di cuscini - che lui aveva intravisto la sera in cui l'aveva riaccompagnata a casa - e davanti un piccolo tavolino basso sulla quale Claire aveva posizionato in poso estetico candele e libri fotografici. Roba da donne, pensò.

"Accomodati pure" disse lei, prendendo le buste che aveva tra le mani e avvicinandosi al bancone della cucina per sistemarle.

Lui si lasciò cadere sul divano, aprendo entrambe le braccia e poggiandole sullo schienale. Si guardava intorno curioso, come se volesse carpire tutti i dettagli di quella stanza; a differenza di Claire, si sentiva molto a suo agio.

Lei blaterò qualcosa su quanta roba avesse preso, lamentandosi di non avere abbastanza piatti e ciotole per travasarli tutti. A quel punto Harry la raggiunse e fermò le sue mani indaffarate. "Tranquilla. Il cibo cinese si mangia dalla scatola" mormorò, prendendo una busta a caso delle tante sparse sul bancone e con l'altra mano trascinandola fino al divano.

Finirono entrambi per terra, ai piedi del
divano e con le gambe incrociate. Harry tirò fuori due scatole a caso e due paia di bacchette, poi gliene passò una. A lei era capitato del pollo al limone, a lui riso alla cantonese.

"È il mio preferito" mormorò lei, generando una espressione soddisfatta sul volto di lui.

"Allora, dato che siamo amici... Raccontami qualcosa che non so di te" iniziò lui, mangiando un grosso boccone.

"Ho studiato Comunicazione e Marketing ad Harvard".

"Questo lo so, ho il tuo curriculum. E, per la cronaca, che noia. Ecco perché sei così rigida" sbuffò lui.

Lei gli tirò un calcetto innocuo. "Sta zitto. Sentiamo: tu dove hai studiato?"

"Economia a Yale, ovviamente" rispose con superiorità.

"Ah beh, allora" lo prese in giro. La dicotomia Harvard e Yale era ancestrale. Le due università avevano anni e anni di scontri alle spalle e ancora oggi la rivalità era sveglia.

"E hai sorelle?" continuò.

"No, solo un fratello maggiore".

"Peccato, avrei potuto provarci con lei". Claire scosse il capo, ridendo. "Io sono figlio unico, invece".

"Lo so".

"E sono anche l'unico nipote di tutta la famiglia, è stata una infanzia solitaria".

"So anche questo".

THE APPLE OF MY EYES [H.S.]Where stories live. Discover now