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Claire aveva appena terminato la sua esposizione di 45 minuti davanti ad un team composto da dirigenti e membri del dipartimento in relazione ad un nuovo progetto alla quale stavano lavorando da qualche settimana. 

"Ottimo lavoro, Claire" esclamò Madison al termine della presentazione, riservandole un sorriso soddisfatto. Non era solita esporsi con complimenti e frasi carine; se l'aveva fatto in maniera così evidente, voleva dire c'è il progetto era perfetto.

Claire le sorrise contenta, iniziando a rilassarsi per la prima volta da quando aveva messo piede nella sala riunioni del 36esimo piano quella mattina. Era molto agitata, era la prima volta che si occupava di un progetto dalla fase di ideazione al prodotto finale ed era in ansia per l'esposizione davanti alla dirigenza; invece era tutto filato liscio e adesso sentiva l'adrenalina pomparle nelle vene mentre tutti su avviavano fuori e lei restava sola nella grande sala riunioni.

Era di spalle all'ingresso per recuperare i suoi appunti e alcuni documenti che aveva sparso in giro prima della presentazione quando sentii la porta della sala aprirsi di nuovo.

Si voltò in quella direzione e vide l'ultima persona che pensava di trovarsi davanti quella mattina.

"Harry" mormorò con un filo di voce, quasi più a sé stessa, mentre il sorriso che aveva stampato in faccia le si spegneva lentamente.

"Ciao Claire". Il cuore della ragazza sembrò scoppiare al suono del suo nome pronunciato da quelle labbra dopo più di due mesi di atroce silenzio. La sua voce calda le rimbombava nelle orecchie, come fosse un richiamo a sentimenti ed emozioni che non aveva dimenticato.

"Come stai?" continuò lui.

Lei non rispose subito, restò a fissarlo impietrita, incapace di controllare le sue emozioni contrastanti. Male, sto molto male, pensò. Claire aveva pensato di aver sofferto molto in quei due mesi di lontananza, aveva sentito un dolore sordo al petto, fisso, persistente, come una spina conficcata al centro del cuore. Ma non era niente a confronto a quello che sentiva adesso. Adesso il suo cuore era dilaniato in più parti.

"Sto... bene" mormorò incerta, deglutendo a fatica, mentendo spudoratamente.

"Sei dimagrita" constatò lui, facendo passare lo sguardo su di lei e facendo ribollire il suo corpo sotto quegli occhi che l'avevano vista da tutte le angolazioni possibili.

Claire non rispose subito a quella affermazione, incapace di realizzare cosa stesse succedendo davvero. Lo sapeva che era dimagrita e si odiava per questo.
Aveva perso peso perché aveva costantemente lo stomaco chiuso, la nausea, un senso di inappetenza distruttivo. Era dimagrita perché per due mesi interi aveva avuto la mente e il corpo totalmente occupati da un pensiero fisso: lui. E si odiava ogni volta che qualcuno le faceva notare quell'improvviso dimagrimento, ricordo costante del potere che lei gli aveva concesso su di sé.

"Sei stato via un po'" disse solo genericamente. Quella frase significava qualsiasi cosa: era una constatazione ma anche un addossargli delle colpe, era l'ammissione che ora era tornato.

"Si".

Il modo in cui rispose senza vergogna a quella affermazione la fece arrabbiare. Non c'era un briciolo di colpevolezza nelle sue parole, non era lì per darle delle spiegazioni e lei questo non poteva sopportarlo. "Ti sei divertito? Hai trovato quello che cercavi?". Il tono di Claire era diventato polemico; si era trattenuta fino a quel momento forse a causa dello stupore di trovarselo lì davanti ma adesso una profonda sensazione di insofferenza stava prendendo il sopravvento.

"Non stavo cercando niente".

"Allora spero che tu abbia raggiunto il tuo scopo - qualunque sia stato". Le immagini che Matt le aveva mostrato solo il giorno prima le tornarono vivide dinanzi agli occhi. La sua mano sul culo di quella ragazza, le loro gambe avvinghiate, le loro bocche...

THE APPLE OF MY EYES [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora